Don Tullio Rotondo "svela" che dietro il Sinodo tedesco c'è Bergoglio
Con il sacerdote Don Tullio Rotondo abbiamo avuto, qualche mese fa, degli scontri dialettici serratissimi QUI. Nonostante egli sia legato all’ortodossia cattolica, si è sempre ostinato, pervicacemente, a considerare Bergoglio legittimo papa: è la famosa posizione “una cum” che sta dando così tanti problemi nel processo di acquisizione di una realtà ovvia, e fortunatamente dilagante.
Nonostante gli sfregi e i vandalismi, l'inchiesta Codice Ratzinger si sta diffondendo in tutta Italia: prossimi appuntamenti, il 24 a Ortona, (con Diego Fusaro) e il 25 a Brescia (dettagli in fondo all'articolo).
Basta spegnere la televisione e accendere il cervello per capire che Francesco non è il papa in quanto il Vicario di Cristo, Benedetto XVI, costretto a togliersi di mezzo dalla Mafia di San Gallo che sponsorizzava Bergoglio, ha applicato un perfetto piano antiusurpazione canonica, che abbiamo descritto QUI.
ATTENZIONE: Bergoglio non è papa non in quanto eretico, come ci attribuisce, con l’abituale scorrettezza dialettica (e non solo), il prof. Zenone, ma non è il papa per un motivo canonico, perché Benedetto si era fatto porre in sede impedita dai cardinali per non essere costretto ad abdicare. Il fatto che Bergoglio sia eretico e apostata è un’ovvia conseguenza, teologicamente consentita - OVVIAMENTE - dal fatto di non possedere il munus petrino e quindi di non avere l’assistenza dello Spirito Santo.
E’ banale come considerazione, ma il mondo degli intellettuali una cum si ostina in modo surreale a riconoscere legittimo Francesco in nome di una finta obbedienza che è solo un modo per salvare la faccia da “difensori della fede” e mantenere, al contempo, privilegi materiali.
Poi però, la scure del “misericordiosissimo” arriva comunque, vedasi vicenda di don Tullio.
Tuttavia, oggi siamo a rendere l’onore delle armi a don Rotondo perché è stato sospeso a divinis in quanto ha pubblicato un libro, “Tradimento della sana dottrina” per evidenziare gli errori dottrinali di Bergoglio che, dichiara esplicitamente, mettono a serio rischio la salvezza delle anime. Il pdf è liberamente scaricabile QUI e fa a pezzi – opera non difficile - l’antimagistero bergogliano di Massonis Laetitia.
Don Tullio cita Paolo VI: “Il coraggio della verità si impone più che mai ai cristiani ... Il coraggio di proclamare la verità è anche la prima e indispensabile carità che i pastori di anime debbono esercitare. ... Ne va di mezzo la salvezza degli uomini”.
E fa bene: ce ne fossero di preti con una simile schiena dritta, chapeau. Soprattutto perché, invece di fare come alcuni vescovi, tipo Mons. Schneider, che parlano di generici “vertici della Chiesa” che diffondono religioni pachamamiche, QUI, don Rotondo ha indicato esplicitamente e onestamente da chi partono questi errori, cioè da Bergoglio. Ma non sono errori, come abbiamo illustrato più volte: c’è dietro la precisa volontà di trasformare la fede cattolica in una nuova religione alla rovescia, strumento di controllo del Nuovo Ordine Mondiale.
Infatti, Padre Rotondo, in un suo video riportato con carità fraterna da don Alessandro Minutella QUI, dice esplicitamente, riferendo cosa gli ha svelato un confratello in Vaticano, che dietro il Sinodo tedesco, che sta rovesciando la fede cattolica come un calzino, c’è lo stesso “papa Francesco”.
Un segreto di Pulcinella, dato che le tecniche bergogliane da primo mese di corso online di PNL, ormai le conosciamo bene: dire e non dire, cedere all’errore e non smentire, o farlo a metà. Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiana chiede spiegazioni QUI sul perché Bergoglio ha concesso ai preti belgi facoltà di benedire le coppie gay: “Ora Roma deve dare risposte”.
Avremmo però il vago sentore, così, a fiuto, che Bergoglio non risponderà.
Si vede a 10 km come l’opera del finto sinodo tedesco sia chiaramente organizzata: la chiesa eretica parafiliaca di Germania metterà presto Bergoglio di fronte al fatto compiuto della benedizione per le unioni gay e delle donne prete e lui, da santarellino, allargherà le braccia, farà spallucce e dirà, parafrasando il refrain euro-piddino: “E’ il Sinodo che ce lo chiede”.
Oplà, ecco fatto, la chiesa di Cristo diventa la chiesa del Diavolo, come da Ticonio QUI ma del resto, per Francesco non farà troppa differenza, dato che nel 2017 ha testualmente affermato che Gesù si è fatto diavolo QUI.
Ancora non avete capito chi sia il Nostro, vero? (Vi ha proprio stregato con la foto al negozio di dischi QUI e quella parannanza da pizzaiuolo... QUI).
Don Tullio dice che “ha il dovere di correggere il Vicario di Cristo”, ma primo, lo stesso Bergoglio ha rinunciato a questo titolo declassificandolo a titolo storico. Secondo, papi eretici, in duemila anni sono stati pochissimi, appena il caso di Onorio che, involontariamente, era caduto nell’eresia monotelita. Errorucci da educande, leggeri sfarfallamenti involontari e una volta ogni mille anni, non certo il getto continuo dell’argentino che adora la Grande Madre sotto i sulfurei panneggi della Maria sciogli-nodi, della Salus Publica Populi Romani, della Nonna Ragno e della Pachamama QUI .
Peraltro, se Bergoglio fosse assistito dallo Spirito Santo, certo sarebbe angosciatissimo dalla prospettiva di non avere il munus e non sanzionerebbe a destra e a manca i preti che lo correggono, ammonendo sul non fare chiacchiericcio.
Sostenere, come fa Fede e Cultura di Zenone, che il papa, essendo un uomo, può liberamente scegliere di non avvalersi dell’assistenza dello Spirito Santo, cozza in modo totale con l’assistenza negativa della Terza Persona in conclave che non farebbe mai cader la scelta su un uomo che non volesse farsi assistere dallo Spirito Santo. Follie antilogiche, antiteologiche e antistoriche, che assumono un’inquietante aura preternaturale se messe a confronto con la valanga di enciclopediche evidenze circa il fatto che Benedetto non ha mai abdicato e ha già scismato tutti i nemici nel 2013.
Spiegano appunto gli Amici domenicani QUI che Cristo ha promesso l’assistenza divina alla Chiesa, anche se venisse scelto un uomo non buono.
“Nell’ultima cena Gesù ha garantito alla Chiesa l’assistenza dello Spirito Santo. Lo ha chiamato anche “Spirito di verità” (Gv 14,17). Gesù garantisce la presenza dello Spirito Santo per ogni epoca della storia: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16)”.
Per non parlare dell’art. 892 del Catechismo QUI che sancisce esplicitamente come il papa e i vescovi abbiano sempre l’assistenza dello Spirito Santo, quando insegnano in materia di costumi e di morale.
Allora, se don Tullio dice che gli errori di “papa Francesco” portano – addirittura - le anime alla dannazione, dov’è finita la promessa di Gesù Cristo e la conseguente “grazia di stato”?
Ormai, ovunque, sembra che il Salvatore abbia parlato al vento.
Magari – azzardiamo – Bergoglio manda le anime all’inferno perché NON E’ IL PAPA? Forse quando Ratzinger diceva che la risposta si trova nel Libro di Geremia, dove c'è scritto "IO SONO IMPEDITO", non era casuale? QUI
Ma la cosa che conta è mantenere il punto e non dare ragione a don Minutella o a Cionci; se la Chiesa sprofonda all’inferno è fatto secondario.
La buona notizia, che nulla toglie al valore di don Rotondo anzi, lo esalta, è che la sua sospensione a divinis è acqua fresca, perché da dieci anni la Chiesa è in totale sospensione giuridica. Il canone 335 torna in duplex per assolvere don Tullio: “Quando la sede è vacante, o totalmente impedita, nulla si cambi nel governo della Chiesa”.
Pr nove anni la sede è stata impedita e ora è vacante dal 31 dicembre 2022. Don Tullio casca due volte in piedi.
Noi, più che consigliargli di visionare questi due brevi documentari, Dies Irae QUI e Intelligenti pauca, QUI efficaci nel riassumere la questione, non possiamo fare.
Tutto sta a vedere quanto i cattolici una cum vogliono ancora soffrire col doloroso e inutile cilicio di considerare Bergoglio il vero papa e di fare orecchie da mercante perfino di fronte a un’inchiesta sottoscritta da un magistrato antimafia, Angelo Giorgianni, già Sottosegretario alla Giustizia con delega agli Affari di Culto. QUI .
Ma, si sa, in questa storia i tempi li decide qualcun altro. Resta solo la compassione – inevitabile - per gli innocenti che, nel frattempo, ci vanno di mezzo mentre chi dovrebbe intervenire sta lì, a sfogliare i petali della margherita: “Papa, non papa”…
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Per ragguagliarvi sulla Magna Quaestio, vi aspettiamo in due conferenze: venerdì 24 a Ortona, con Diego Fusaro