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Un grazie a Sanremo, la pattumiera globalista che svela chi c'è dietro

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Povero Festival di Sanremo: tutti contro, ora. Perdonerete se anche stavolta assumiamo una posizione controcorrente, ma non possiamo che rivolgere un grande GRAZIE alla kermesse canora nazionale 2023.

L’unico difetto che possiamo rilevare è che sia mancato uno spottone per il consumo di insetti: magari Amadeus poteva affondare golosamente la forchetta in un bel piatto formicolante di Tenebrio molitor e divorarli in diretta, invitando tutti a salvare il pianeta consumando blatte e parassiti.

In effetti, nell’immondezzaio mondialista che è andato in scena sulla ex televisione di stato, la mancanza di questo siparietto si è fatta sentire, ma per il resto i temi c’erano tutti: omosessualismo a gogo, pornografia, vandalismo, transessualismo, travestitismo, parafilie di vario genere, feticismo, poligamia, transgenderismo, droga, oscenità, volgarità, idiozia, inversione, scandalo e gesti rivoltanti sbattuti in faccia ai nostri bambini in prima serata.

Anche le Istituzioni sono state prese per i fondelli, con un inno di Mameli sconciato da microfoni aperti e soprattutto l’incommentabile spudoratezza di un Benigni invecchiato male - e imborghesitosi a patetico menestrello di regime – che ha lodato con mielose parole quella Costituzione che fino a qualche anno fa lui stesso voleva far cambiare.

Una donna seminuda e denutrita ha recitato poi – malissimo – una lacrimevole letterina narcisistico-egoriferita; un’altra, di colore, pure strapagata per giocare con una palla, ha fatto la vittima insultando milioni di italiani riuscendo anche a strappare l’applauso. Un anziano coi capelli tinti ammiccava all'uso della cannabis.

E poi, in uno sprazzo di virilismo, l’irruzione della guerra, con la letterina di natale da un piccolo dittatore dieci volte più pazzo del suo nemico che, oltre a dissanguare i nostri arsenali e le nostre finanze con continue richieste di armi, sta per regalarci la Terza guerra mondiale.  

Inversione, vizio, guerra, droga, menzogna, corruzione dei giovani: sembrava il concorso ippico dei Cavalieri dell’Apocalisse, una Piazza di Siena escatologica.

Gran parte di quella paccottiglia scenografico-propagandista, che ha fatto da contorno ai soliti berci e latrati che vengono spacciati per canzoni ormai da decenni, era palesemente preparata: una beffa nella beffa.

Ma, allora, direte, come mai bisognerebbe essere grati a Sanremo?

In effetti, questa galleria di mostri in paillettes e lustrini ci ha offerto un panorama chiarissimo su chi ci sia dietro.

Pensateci: a quale mente sana, alla Rai, potrebbe venire in mente di allestire un programma di tale potenza diseducativa e disgregatrice su quella che dovrebbe essere la Tv di Stato? Non ci sono malati di mente ai piani alti, riteniamo, ma scrupolosi e freddi esecutori, di piani ben precisi ed eterodiretti predisposti da gente in grembiule.

Bisogna infatti constatare che tutte le tematiche che sono state diligentemente e fantasiosamente illustrate durante quel programma indegno si sovrappongono a un’agenda precisa, quella 2030 per l’esattezza, in squadra e compasso, che ha per obiettivi la demolizione sistematica della nostra società attraverso l’attacco ai suoi valori fondativi: Dio, Patria, e Famiglia. Altro obiettivo, lo sfoltimento demografico mondiale, a partire da noi europei.

Il tutto viene fatto in modo dolce, zuccherino, rivestito da una glassa di diritti, libertà, pacifismo, ecologismo, fratellanza, inclusione, antirazzismo, tolleranza e le altre parole mefitiche di quella “pappa del cuore” di cui parlava Hegel e che sempre hanno immancabile presa fra i giovani, i bergogliofili e le menti più deboli.

Bisogna capire questo, una volta per tutte: l’obiettivo dei poteri mondialisti è quello di annichilire i popoli europei, ridurli a una mandria babelica e meticciata senza identità, cultura, tradizione, orgoglio, forza, capacità di ribellione. Devono creare una massa di individui intontiti da droghe, corrotti dai vizi, ottusamente ignoranti, preda dei loro stessi capricci, “animali hackerabili”, (come ci ha definiti amabilmente Yuval Noah Harari, l’assistente di Schwab),  controllati a livello digitale, sanitario e demografico. Questo attacco è concentrico, condotto su tutti i fronti dalla scuola, all’informazione, alla tv, alla cultura, grazie alla complicità di traditori nostrani e perfettamente individuabili per il loro essere sempre e comunque dalla parte sbagliata, con i paesi stranieri e contro l’Italia.

Il modo per truffare i cittadini è fare in modo che questi, credendo di far bene sulla scia di valoretti da 4 soldi indotti da personaggi come Greta e soci, si mettano da soli il loro capestro. Allora sarà facile controllarli, spolparli, impoverirli, sterilizzarli, ridurli a cibarsi di insetti.

La battaglia finale è dunque sui valori: bisogna rifiutare in blocco la venefica melassa mondialista, con tutti i loro sponsor che hanno sfilato a Sanremo,  ed opporvi in modo fermissimo e assertivo i valori tradizionali.

E ora speriamo che il governo passi col DDT ai piani alti di Viale Mazzini. E che, da ultimo, sparga il sale sulla moquette.

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