Bergoglio “dimissionario” alla morte di Benedetto XVI per un nuovo antipapa
Miserabile spettacolo quello degli avvoltoi che si affollano volteggiando sui cieli del monastero Mater Ecclesiae, addolorandosi fintamente per le condizioni del vero papa Benedetto XVI e spingendo, però, come dannati sulla favola delle sue dimissioni del 2013.
Ha del surreale, poi, l’eccitatissimo e iettatorio dibattito sul funerale: “Bisognerà celebrarlo come per un vescovo emerito o come per un papa? Benedetto dovrà essere vestito di bianco e indossare il pallio? Ad oggi non si è mai avuto un papa emerito, non sappiamo come regolarci”...
Già, ma il dubbio è presto sciolto: papa emerito vuol dire papa impedito, quindi le esequie del Santo Padre Benedetto XVI - il più tardi possibile - dovranno essere celebrate con tutti gli onori riservati al Pontefice romano, e dopo la sua morte la sede sarà non più impedita, ma vacante.
E, come lui stesso scrisse nella Declaratio che il mainstream tenta a tutti i costi, in questi giorni, di gabellarvi come un atto di abdicazione, il prossimo Sommo Pontefice dovrà essere eletto “DA COLORO A CUI COMPETE”, cioè solo dai veri cardinali di nomina pre-2013. QUI
La costituzione apostolica Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II parla chiaro: “33. Il diritto di eleggere il Romano Pontefice spetta unicamente ai Cardinali di Santa Romana Chiesa, ad eccezione di quelli che, prima del giorno della morte del Sommo Pontefice o del giorno in cui la Sede Apostolica resti vacante, abbiano già compiuto l'80° anno di età. Il numero massimo di Cardinali elettori non deve superare i centoventi. È assolutamente escluso il diritto di elezione attiva da parte di qualsiasi altra dignità ecclesiastica o l'intervento di potestà laica di qualsivoglia grado o ordine”.
Sappiamo che Benedetto ha di fatto rinunciato al ministerium, quindi solo a “fare” il papa, e che, nonostante non fosse abdicatario gli hanno eletto alle spalle, con un conclave illegittimo, un antipapa, producendo la “sede totalmente impedita”. Ora, il canone 335 impone che, quando la sede è totalmente impedita, “nulla si cambi nel governo della Chiesa universale” e per questo le nomine cardinalizie di Bergoglio sono del tutto nulle, come tutto quello da lui fatto dal 2013 ad oggi. Ecco perché il prossimo conclave dovrà essere composto solo da VERI CARDINALI PRE-2013, nominati da Benedetto o al massimo da Giovanni Paolo II.
E qui si inserisce l'astuta manovra di antipapa Francesco, il quale, lo ricordiamo, nonostante le annose polemiche sull’abdicazione di Benedetto si è sempre ben guardato dal dirimere la questione. Anzi, pur ammettendo lui stesso che le dimissioni di Ratzinger furono “poco chiare” (inconcepibile per il Diritto canonico, dato che papa dubius, papa nullus), non si è mai preoccupato di fare luce. Al massimo, ha invitato a non fare del chiacchiericcio QUI e a non dare retta ai “complottismi”.
Assurdo, no? Come se qualcuno mettesse in dubbio la vostra laurea per motivi burocratici, e voi, invece di andare alla segreteria dell’Università per cercare di chiarire e risolvere, tranquillamente continuaste a esercitare la vostra professione, col rischio di farlo abusivamente.
L’eventualità di non avere l’assistenza dello Spirito Santo non turba minimamente Bergoglio: basta questo dato oggettivo per darvi la caratura del soggetto il quale, oggi, furbamente, ha pronto un piano.
Si parla insistentemente, infatti, di “dimissioni” di Bergoglio alla morte di Benedetto. Ovviamente, Francesco non ha nulla da cui dimettersi, perché non è il papa in quanto Benedetto non ha mai abdicato. Ma la sceneggiata è finalizzata a uno scopo ben preciso: quello di andare subito a un conclave invalido comprendente i circa 80 invalidi cardinali elettori di nomina antipapale.
Scommettete che le presunte “dimissioni” di Bergoglio non saranno in latino, ma in italiano, o in spagnolo? Certo: se le scrivesse in latino dovrebbe rinunciare al munus petrino, perché solo in latino c’è la distinzione fra munus (investitura divina, “essere” papa) e ministerium (conseguente esercizio del potere, “fare” il papa). Nelle altre lingue volgari (escluso il tedesco) munus e ministerium si traducono con la parola “ministero”. Quindi, se Bergoglio si “dimettesse” in latino, si vedrebbe subito che il munus è rimasto per tutti questi anni nelle mani di Benedetto XVI e certo non passerebbe a Bergoglio “per eredità”. Inoltre, Francesco ha detto che non diventerebbe papa emerito, perché, appunto, il papato emerito non esiste giuridicamente (come invece esiste per il vescovo) in quanto non c’è un’età pensionabile per il papa e questi non ha nessuno a cui presentare le dimissioni. Papa emerito vuol dire “colui che merita di essere papa”, e si riferisce in modo puramente descrittivo al papa impedito che, infatti, resta papa a tutti gli effetti: è l’unico che ne ha diritto.
Così, con mielose ostentazioni di umiltà e apparente devozione a papa Benedetto, antipapa Francesco si “dimetterà” immediatamente dopo la sua morte.
In questo modo i tradizionalisti saranno completamente truffati: da un lato frastornati per la morte di Benedetto, ma euforicamente galvanizzati per l’uscita di scena di Francesco, andranno ben volentieri e di filato a un conclave invalido comprendente i falsi cardinali. Tenteranno delle manovre diplomatiche per cercare di far eleggere un cardinale conservatore, o moderato, che possa mettere tutti d’accordo e far recuperare la faccia alla Chiesa. E la frittata sarà fatta: verrà eletto un altro antipapa, ancora una volta PRIVO DEL MUNUS, l’investitura divina, privo dell’assistenza dello Spirito Santo e la vera chiesa cattolica perderà la sede: dovrà “uscire dalla Sinagoga” e rifondarsi fuori dal Vaticano, ripartendo dagli stracci e dalle catacombe. Il nuovo vero papa sarà un capo religioso che, eletto dai fedeli come nei primi secoli del Cristianesimo, (l’altra categoria di “coloro a cui compete”) raccoglierà il munus di Benedetto. Per questo motivo Benedetto, alla domanda di Seewald: “Lei potrebbe essere l’ultimo papa per come lo conosciamo?” rispondeva: “Tutto può essere”, senza calcolare minimamente il suo “successore” Francesco. QUI
Capite? In queste ore si gioca il futuro della Chiesa canonica visibile.
Politicamente sarà quasi impossibile che, con una maggioranza schiacciante di falsi cardinali bergogliani possa essere eletto un conservatore, ma quand’anche si riuscisse ad evitare un turbomodernista come Zuppi, Tagle o Maradiaga, perfino se, per un caso straordinario, venisse eletto un tradizionalista, anche questi sarà un antipapa in quanto eletto in un conclave invalidato dalla presenza di falsi cardinali.
ED È QUESTO CHE PREME A BERGOGLIO: la sua aggressione al Cattolicesimo è di natura essenzialmente spirituale. Gli importa poco chi sia l’eletto: l’importante è che sia antipapa, che non abbia il munus petrino, cioè l’investitura di successore di San Pietro che deriva da Dio e che comporta l’infallibilità ex cathedra e l’assistenza dello Spirito Santo nell’insegnamento del magistero ordinario.
Il piano per la distruzione definitiva della Chiesa canonica visibile è questo. Ma Bergoglio ha fatto i conti senza l’Ostia.