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Prete ascolta conferenza su Codice Ratzinger: tolta la parrocchia dal vescovo di Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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La Chiesa del sedicente papa Francesco dovrebbe essere quella “dei ponti, del dialogo, della misericordia, della fratellanza umana”… Oggi vi mostriamo la vera natura di questa impostura mediatico-emozionale servita a cucchiaiate come un pastone dolciastro alla massa, da nove anni, talmente opposta alla realtà almeno quanto il film Netflix “I due papi”. QUI  Ricordiamo quella sorta di impudico comic-fantasy realizzato nel 2019 per sponsorizzare Bergoglio nel quale Benedetto XVI-Anthony Hopkins si diceva insoddisfatto del proprio governo e voleva lasciare il trono proprio all’argentino.

La realtà è che questa nuova formazione spiritualista, che ha preso il posto della Chiesa cattolica mentre il vero Papa è impedito (e non abdicatario), non ha nulla a che vedere col Cattolicesimo, adorando serpenti, QUI  Grandi Madri, Pachamame, Nonne Ragno: è in realtà una specie di dittatura sudamericana dove non solo non c’è posto per il dissenso, ma nemmeno per i più leciti interrogativi. Chi si azzarda solo a interessarsi di certe “innominabili” questioni viene durissimamente sanzionato. I gerarchi, dal canto loro, obbediscono in modo cieco, pronto e assoluto ai dettami del grande capo che celebra riti negromantici in modo visione QUI  .

Basti pensare al panico nel quale sono caduti i vescovi bergogliani Tomasi e Cipolla, rispettivamente di Treviso e Padova, alla notizia dell’arrivo di don Minutella e di fra Celestino della Croce per la celebrazione di attesissime messe in comunione con papa Benedetto. Il fatto che il Santo Padre Ratzinger non abbia mai preso le distanze da questi sacerdoti, ma li abbia addirittura incoraggiati definendoli “pazzi di Dio”, secondo il notissimo tema mistico della follia profetica, QUI e facendo assicurare da Mons. Gaenswein che egli celebra in comunione con se stesso e non con Bergoglio, QUI  , non sembra li abbia minimamente turbati. L’importante è obbedire all’antipapa.

Ma l’altro fatto significativo di cui vi vogliamo raccontare è questo: il giorno 30 ottobre, dietro iniziativa personale di due fedeli, lo scrivente presenta il libro inchiesta “Codice Ratzinger” presso un noto albergo di Asti.

Alla conferenza partecipa, in abiti borghesi, anche un sacerdote, (di cui, su sua richiesta, non faremo il nome per tutelarlo) che prende discretamente posto nelle ultime file.

Il 31, il giorno dopo, il padre viene convocato dal vicario generale di una diocesi del Nord, e GLI VIENE TOLTA LA PARROCCHIA.

Il povero sacerdote viene colto da malore e finisce ricoverato in OSPEDALE.

La motivazione della sanzione è stata lasciata sul vago: “è ora di prendersi un po’ di riposo, di distacco” etc.

Dopo alcune riflessioni, il sacerdote ha deciso di concederci un’intervista.

D. Padre, aveva già avuto noie dalle sue gerarchie?

R. “No, solo nel periodo post-Covid avevo ricevuto una telefonata perché davo la comunione in bocca, ma solo a pochissimi fedeli e ultimi nella fila.

D. Adesso chi c’è al suo posto?

R. “Ora c’è un altro “amministratore” con un diacono e la mia parrocchia è in vista di un accorpamento con altre. Ora aspetto che mi chiamino solo per qualche sostituzione. E’ stato un colpo durissimo, per me celebrare la Messa per i fedeli è tutto”. 

D. Perché era intervenuto alla conferenza su “Codice Ratzinger”?

R. “Per un semplice approfondimento attraverso fonti attendibili. L’ho fatto in abiti civili proprio per non dare nell’occhio e non inquietare i fedeli. Ma il tema merita di esser chiarito e, non essendoci un dibattito a livello teologico e pastorale, un prete non può vivere così, alla giornata, senza farsi problemi di coscienza. Non si può non sapere chi sia il papa, dato che il papa è uno solo e Benedetto da nove anni non specifica quale sia dei due (a nulla vale, come ovvio, che talvolta lo appelli “papa Francesco”). Magari si può non essere d’accordo su tutto con il papa, anche su certe scelte di Giovanni Paolo II, come Assisi, un prete può avere un’opinione diversa, ma il papa  è il papa e bisogna volergli bene ed essergli fedeli. Quindi, il punto non è se Bergoglio piaccia o meno; la questione ineludibile è se sia il vero papa dal punto di vista canonico, oppure no. Perché all’aspetto canonico è connesso anche quello dell’assistenza dello Spirito Santo nelle diverse forme previste.

D. Come ha capito che c’era qualcosa che non andava?

R. “Fin dall’inizio ho criticato papa Ratzinger per la scelta della categoria del papato emerito. Quando il papa abdica all’ufficio, infatti, cessa il suo papato. Il can. 402 ed il direttorio dei vescovi Apostolorum successores del 2004 che regolano l’istituto del vescovo emerito semplicemente non si applicano al papa, come anche specifica l’insigne canonista Gianpaolo Montini (in “Considerazioni sul can 401.1”). Il titolo di “emerito”, per quanto concerne i vescovi diocesani, è una concessione del Papa, accordata, ex lege, al vescovo diocesano al termine del lodevole servizio. In ogni caso, il papa non potrebbe autoattribuirsi un titolo del genere. Come chiarisce anche la canonista Geraldina Boni, (“Due papi a Roma?” 2015 QUI  )  l’emeritato  certamente non si applica al pontefice per il quale non sono stabiliti limiti di età e la cui rinuncia non deve essere accettata da nessuno”.

D. Sembra assurdo che il diritto canonico valga solo quando si tratta di scomunicare o spretare a destra e a manca, non crede?

R. Il diritto canonico non è filosofia, non è nemmeno teologia, dove ci possono essere interpretazioni. Il diritto canonico è matematica: non ci sono compromessi, “ma”, “forse”, “dimissioni poco chiare”, anche perché un principio canonico base è che “papa dubius, papa nullus”. Cioè, l’abdicazione di un papa deve essere chiara e limpida al 100%. E qui, dopo nove anni, ancora si sta a discutere, o meglio c’è una discussione che prende vita solo fuori della Chiesa dato che al suo interno sembra sussistere un vero tabu. Poi, leggendo prima la sua inchiesta e poi il libro “Codice Ratzinger”, ho messo a fuoco che il papato emerito di cui parla Benedetto, scritto minuscolo, doveva avere un altro significato, non canonico, ma descrittivo: “colui che merita, che ha diritto di essere papa”. E questo deriverebbe proprio dall’essere in sede impedita. Insomma, sto studiando: francamente in coscienza non penso che un prete possa essere criticato o sanzionato perché sta cercando, in buona fede, di risolvere questioni fondamentali che, pure, sembrano non interessare alla gerarchia”.

 

Insomma, questo è il clima che regna nella chiesa antipapale di Francesco, un cardinale eletto a spintoni, con una elezione supplementare invalida all’interno di un conclave del tutto illegittimo perché convocato a papa non morto, né abdicatario, ma impedito. Per chi volesse approfondire il tema, QUI una spiegazione stringata.

Da parte del mondo una cum (conservatori legittimisti di Bergoglio) continuano con offese e obiezioni puerili del tipo “Ma nella Declaratio c’è scritto che si doveva nominare un nuovo pontefice…”. Quel nuovo pontefice lo stiamo ancora aspettando e dovrà essere eletto, come scrive Benedetto, “da coloro a cui compete”, cioè i veri cardinali di nomina pre-2013. Prendetevi tre minuti di lettura concentrata QUI e  scoprirete come la Declaratio sia stata costruita con divina intelligenza da papa Benedetto per annunciare il suo semplice ritiro dall’esercizio pratico del potere, in quanto impedito, e di come questo abbia condotto alla SEDE TOTALMENTE IMPEDITA, come da art. 335, che prende inizio dal giorno 1° marzo 2013, quando appunto viene convocato il conclave illegittimo.

Se poi desideraste un “aiutino da casa”, dal Monastero Mater Ecclesiae, papa Benedetto vi suggerisce QUI di cercare la risposta nel libro di Geremia dove c’è scritto, guarda caso, “IO SONO IMPEDITO”.

Adesso, rimaniamo in attesa delle prossime ritorsioni canoniche verso i sacerdoti che dimostrano la loro fedeltà al vero papa o che anche esprimono solamente un interessamento alla Magna Quaestio: statene certi, ne daremo puntuale resoconto.  

Bergoglio dal canto suo si sta muovendo per una exit strategy. Ha già annunciato che in caso di malattia ha presentato la sua rinuncia. Ah sì? A cosa, al munus petrino? Peccato che questo resti ben saldo nelle mani di papa Benedetto XVI, da ben nove anni. In ogni caso, non perdetevi l’intervista di stasera su Canale 5 all’antipapa. Nonostante lo scroscio di melassa demagogica sui poverelli, la fratellanza (in grembiule), gli affamati, gli orfani di guerra, sorella povertà (la vostra), riuscirete ugualmente a sentirne delle belle.

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