Don Minutella con il Piccolo Resto fedele a Benedetto XVI a Roma, a 10 km da Bergoglio
A vederlo da fuori non sembrerebbe niente di eccezionale: una grande sala dell’Hotel Marriot di Roma con oltre duemila persone, provenienti da varie nazioni, che acclamano un gruppo di otto sacerdoti e poi partecipano a una messa. Un pellegrinaggio? La riunione di qualche comunità? No. E’ è stato il Raduno del Piccolo Resto, l’ultima tappa del più clamoroso evento di tutta la storia della Chiesa cattolica dai tempi della crocifissione di Cristo, di cui, grazie alla liberalità di questo quotidiano possiamo fornirvene qui almeno una breve e insufficiente cronaca.
Sta coinvolgendo sempre più fedeli la marcia per la Reconquista della vera Chiesa da parte dei veri cattolici, quelli che hanno capito che Bergoglio canonicamente non è il papa e si sono professati in unione con il vero Pontefice Benedetto XVI. Lo ripetiamo a chi ancora ha qualche difficoltà a comprendere la questione e continua a insultarci gratuitamente: Benedetto XVI si trova in sede “totalmente impedita”, come specificato all’art. 335 del Diritto canonico, perché, nonostante non avesse mai abdicato, ma avendo deciso di rinunciare solo all’ESERCIZIO del Munus, cioè il ministerium, nel 2013 gli hanno convocato alle spalle un conclave illegittimo che ha eletto – pur a spintoni - l’uomo della Mafia di San Gallo, il card. Bergoglio, facendone un perfetto, consapevole e impenitente antipapa. Da qui il significato di emerito: “colui che merita”, che ha diritto di essere papa in quanto impedito, ma ancora detentore del Munus. Lo ha spiegato bene pochi giorni fa anche Diego Fusaro QUI che, in gennaio, fornirà un indispensabile panorama sul contesto socio-politico-economico nel suo prossimo libro “L’Evaporazione del Cristianesimo”.
E’, quindi, di fatto, un sudato successo quello di don Alessandro Minutella, che si dimostra ancora una volta uomo di tempra: “Non mi sono arreso, non ho consegnato il Minus”, scherza sul suo cognome. Ma c’è poco da ridere sulle persecuzioni che ha subìto fino ad oggi: sospeso a divinis, scomunicato due volte, infine spretato, (sempre invalidamente, s’intende), macinato dalla televisione, insultato dai confratelli (alcuni finiti malissimo, tipo don Levi di Gualdo, penosamente coinvolto nella vicenda della falsa lettera di Mons. Gaenswein QUI), e, ancora, gli attacchi hacker al suo canale Radio Domina Nostra, l’aggressione giudiziaria, l’omertà imposta del mainstream, il tradimento dei tradizional-sedevacantisti e di molti conservatori, i primi a far finta che non esista un prete che raccoglie centinaia di migliaia di sostenitori in tutto il mondo e che, più di recente, ha coagulato intorno a sé un gruppo di altri tredici sacerdoti di varie nazionalità: alcuni avanti con l’età, tutti con aspetto e modi mitissimi, serafici, che si stanno però caricando il peso enorme di testimoniare al mondo la verità: don Enrico Bernasconi, Frà Celestino, don Gebhard, don Johannes, don Pavel, don Natale, don Robert. ai quali si sono aggiunti altri cinque sacerdoti sudamericani legati ad Adoracion y Liberacion di Vicente Montesinos QUI.
I fedeli, con entusiasmo alle stelle, hanno seguito prima le loro catechesi e poi la messa vetus ordo in unione col vero papa Benedetto XVI. Guardate il video del Raduno QUI e diteci se il resoconto non risponde al vero oggettivo. Si tratta di numeri piccoli rispetto alla gran massa dei cattolici plagiati dall’incantestimo emozionale bergoglian-mondialista, ma tipico dei cristiani è sempre stato il partire in pochi. Il “lievito”, il “sale della terra”, il “granellino di senapa”… avete presente?
Tutto questo avviene mentre fuori, il mondo ipnotizzato dal mainstream era ancora in un brodo di giuggiole surreale per le inesistenti “lacrime di papa Francesco” alla cerimonia dell’Immacolata, effettuata – ovviamente - non prima della 102ª visita alla “sua” Salus Populi Romani QUI . Il presunto singulto di pianto per il popolo ucraino avrebbe dovuto rendere almeno lucidi gli occhi di Bergoglio, diffondere appena un velo di rossore sul suo volto, una rottura nella voce. E invece nulla, controllate voi stessi QUI al minuto 13.20 .
Una simulazione propagandistica? Non sarebbe certo la prima volta: basti ricordare la sceneggiata della foto “CASUALMENTE” scattatagli da UN giornalista di passaggio (il suo fotografo che lo segue ovunque, guarda caso, come scoprimmo QUI ) all’uscita del negozio di dischi.
Così mentre l’evento del Piccolo resto cattolico avviene in un clima permeato da una fede davvero di altri secoli, sui blog conservatori, gli intellettuali una cum, si scandalizzano perché Bergoglio, ne ha fatta un’altra delle sue: ora ha cominciato a confondere le carte sull’embrione come essere umano vivo – persona QUI . E questi signori, turbati, non si spiegano come sia possibile. (Mah? Chissà perché?).
Eppure, sul Piccolo Resto non tace solo l’informazione mainstream, preparandosi a una figura che macchierà l’onore - già abbastanza chiacchierato - del giornalismo italiano per i prossimi 3 secoli, ma tace, - in modo però santo e stentoreo - anche papa Benedetto: “Dum tacet clamat” QUI .
Avete infatti mai sentito il papa, Benedetto, dire qualcosa contro don Minutella? Zero: anzi, Mons. Gaenswein ha recentemente dichiarato che “don Minutella è teologicamente pazzo”, QUI . Il che, se l’italiano non è un’opinione, indica l’accezione teologica della parola pazzo, cioè il notissimo tema mistico della follia per Dio, propria dei profeti e dei martiri, da sempre caro a Ratzinger. Anche perché se fosse una vera offesa, Mons. Gaenswein finirebbe nella Geenna per “chi dà del pazzo a suo fratello”, come recita il Vangelo di Matteo.
Mons. Gaenswein ha anche dichiarato che la lettera inviata a don Minutella esibita da don Levi di Gualdo è una menzogna, quindi anche il suo contenuto è falso, cioè NON È VERO CHE BENEDETTO CELEBRA IN COMUNIONE CON FRANCESCO QUI . Ergo celebra la messa in unione con se stesso “indegno servo”, come da formula liturgica del papa.
Ora, tralasciamo gli aspetti canonici, i codici Ratzinger e i ragionamenti troppo sottili perché sennò poi gli intellettuali una cum si affaticano.
Restiamo terra terra e con un potente esercizio di fantasia, proviamo ad autoconvincerci che Benedetto XVI abbia veramente abdicato: in questo caso, vi pare che il Papa emerito non censurerebbe severamente don Minutella e gli altri sacerdoti visto lo “scandalo” che stanno dando in tutto il mondo? Vi pare che, avendo ricevuto in luglio “Codice Ratzinger”, bestseller nazionale, non avrebbe fatto pervenire una nota di smentita? Vi pare che, in merito alla lettera falsa, lo scrupoloso Mons. Gaenswein non avrebbe specificato: “Sì, la lettera è un fake, ma è vero che papa Benedetto celebra in comunione con Francesco”?
E soprattutto, se don Minutella fosse vittima solo di un equivoco di natura canonica, cosa ci voleva a convocarlo in Vaticano già nel 2016 e a chiarirgli le idee? Se la Declaratio è a posto, c’era bisogno di massacrarlo così, senza spiegazioni? La Misericordina bergogliana era già scaduta?
Capite bene che qui la scena, a papa Benedetto e ad antipapa Francesco, la stanno rubando tutti quelli che, o davvero non riescono a vedere una balena in una vasca da bagno, oppure fanno finta di non capire, negando l’evidenza: quelli che, per salvare lo stipendio oggi, consegnano la loro carriera, reputazione, dignità ecclesiastica o professionale al perpetuo disonore. E sorvoliamo sull’anima perché questa inchiesta ha un approccio laico.