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Alchimisti, fattucchiere e magia dei nodi. L'anti presepe 2022 di Bergoglio in Vaticano

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Anche quest’anno la falsa chiesa antipapale di Bergoglio ha proposto il solito anti-presepe, con infilati di soppiatto, elementi esoterici, pagani, eretici, magici e anticristiani.

Questo è il prezzo da pagare quando non si difende il vero Papa e si permette a un ecclesiastico privo del Munus petrino, l’investitura papale di origine divina, di ricoprire la carica di Pontefice romano.

Ricordiamo il presepe 2020, con le statue in ceramica di Castelli di epoca conciliare QUI : figure con braccia incrociate, tipiche del mondo rosacroce ed egizio, con il guerriero cornuto col teschio sulla fronte, un simbolo demoniaco inserito nel presepe per la solita dottrina esoterica dell’unione degli opposti.

Clamorosamente evidente, poi, il presepe etnico 2021 QUI ,  proveniente dal villaggio di Chopcca, il villaggio dove sopravvive nel modo più sentito il culto per la Pachamama, che per la dottrina cattolica, non può non essere considerato altri che un demone. Si ricordi a tal proposito il sacrificio umano svoltosi il 5 agosto scorso a El Alto in Bolivia, in onore della madre terra incaica QUI  .

Quest’anno c’è voluta qualche ricerca in più per scoprire cosa si nasconde dietro al presepe ligneo proveniente dal paese di Sutrio in CARNIA (Friuli).

Realizzato in legno di cedro, anche con legname proveniente dai tronchi abbattuti durante la tempesta Vaia del 2018, evoca dei concetti apparentemente innocui e banalmente demagogici di ecosostenibilità e valorizzazione delle tradizioni locali.

NON FIDATEVI.

Occorre un poco di studio per scoprire cosa si nasconde sotto, ma siamo andati a colpo sicuro.

I personaggi dell’antipresepe non sono molti, ma fra questi ve ne sono due estremamente significativi. Il “CRAMAR” e la TESSITRICE che sono accuratamente evitati dalla maggior parte delle riprese foto-video disponibili sul web. La tessitrice è poi quasi introvabile, perché collocata in secondo piano.

Ci siamo documentati sui testi di due autorevoli studiosi delle tradizioni friulane, Elio Varutti e Paolo Paron e abbiamo appreso che la Carnia costituisce una sorta di piccolo cuore magico-esoterico dell’Europa che si allarga fino a coinvolgere altre aree del mondo ladino e a lambire i Grigioni svizzeri. Zone di montagna che sono rimaste molto isolate nell’arco dei secoli, dove sono sopravvissuti una lingua antichissima e un sapere antico di radice pagana, i cui riti nel periodo del Solstizio d’inverno, come i grandi falò epifanici, vengono allestiti ancora oggi come tradizione locale.  Documentatevi pure su “Streghe, eretici e benandanti del Friuli Venezia Giulia. Processi, rituali e tradizioni di una terra magica”  (Intermedia ed. 2021) di Monia Montechiarini. 

La Carnia in particolare, affascinantissima e misteriosa, è stata nei secoli passati, regione popolata di questi personaggi, duramente combattuti dalla Chiesa cattolica.

Fatta questa premessa, si comprende il ruolo del cramar, o cramaro nell'antipresepe: si trattava di un venditore ambulante - che portava sulle spalle una specie di armadio-zaino pieno di cassettini - il quale faceva la spola tra Venezia e il mondo slavo-tedesco. Generalmente era una persona istruita, che sapeva leggere e far di conto e commerciava in spezie e sostanze rare. Lo studio del ricercatore prof. Elio Varutti “Pedlars and Alchemists in Friuli” QUI ha evidenziato come i cramari praticassero spesso e volentieri l’ALCHIMIA, sia manipolando erbe e sostanze naturali di cui facevano commercio, sia fondendo i metalli alla ricerca della pietra filosofale, tanto che alcuni di loro, poi, a Lubiana diverranno anche campanari. Entrando in contatto col mondo tedesco, spesso e volentieri assorbivano altre visioni del mondo, luterane, non-cattoliche e/o magico-esoteriche legate a culti precristiani. Erano esperti dell’arte della tessitura, e profondi conoscitori dei nodi, tanto da lasciare in famiglia dei manuali per tramandare queste capacità.

E qui veniamo all’altro personaggio inserito nell’antipresepe bergogliano: la tessitrice.

In Carnia, le donne, quasi tutte tessitrici, ovviamente, erano depositarie di saperi antichi e, tra questi, l’arte magica della legatura o slegatura.

Scrive Paolo Paron: “Le donne conoscevano le proprietà delle piante, delle essenze, ma anche dei cicli lunari, i tempi di raccolta in concomitanza con il massimo potere terapeutico di foglie, cortecce, radici, erbe […] Dietro le cure e le terapie delle donne di campagna, l’Inquisitore scorgeva qualcosa che andava al di là della semplice superstizione, un qualcosa di più temibile e pericoloso: un patrimonio di conoscenze naturali, di esperienze, di cultura medica tramandata dalle donne per le donne, attraverso le generazioni, da tempo immemorabile. Faceva paura questo legame con il passato, questa continuità della carità e della solidarietà femminile, che attraverso i secoli, giungeva dal campo oscuro del paganesimo […] I doni di guarigione che a, volte, erano attribuiti a queste massaie rurali erano detti preenti che “potevano essere trasmessi solo in una particolare notte all’anno: la notte della Vigilia di Natale, notte magica come la notte di san Giovanni del 24 giugno”.

Apprendiamo anche come le antiche donne della Carnia raccogliessero “l’acqua della RUGIADA della notte di San Giovanni, utile e necessaria per molte azioni che riguardavano, la bellezza, la salute e la magia”.

La guaritrice carnica “agisce misurando, annodando, snodando fasce, cinture, nastri, legacci, passanti, stringhe, frange, fili e cordelle […] Utilizza conoscenze simboliche che vengono da lontano, come il rituale della misura e la magia dei nodi, sfruttando per intero lo spazio ambivalente esistente fra le polarità del legare/slegare, la pratica del misurare/rimisurare. Sa interpretare i legamenti come malefìci, scoprendone la natura di armi d’offesa di streghe e stregoni; utilizza però i nodi, allo stesso tempo, come mezzo di difesa contro i sortilegi altrui, come efficaci contro-farmaci”.

Come leggete, dietro il nuovo presepe in Piazza San Pietro, ritorna quindi tutto il solito armamentario anticattolico del Bergogliesimo QUI : Sincrestismo, Misericordismo, Neoluteranesimo, Neoarianesimo, Neognosticismo, Neopaganesimo, una specie di micidiale cocktail di eresie e apostasie.

Come scrisse il Santo Padre Benedetto XVI, in puro codice Ratzinger, rifiutando di recensire i libri della pseudo-teologia bergogliana: “I PICCOLI volumi mostrano, a ragione, che papa Francesco ha una PROFONDA formazione teologica e filosofica”. Essa infatti attinge alle più oscure profondità ctonio-misteriche. QUI

Torna infatti – per l’ennesima volta, e in modo estenuante - la MAGIA DEI NODI, già propagandata in tutto il mondo da Bergoglio, a partire dagli anni ’80, con l’idolo pseudomariano della “Maria che scioglie i nodi” e della sua novena, citata nel libro “Pillole di magia” di Michela Chiarelli in merito al rito magico dei nove nodi. Torna la RUGIADA, il nettare dei Rosacroce, elementale alchemico che è stato inserito di soppiatto nella preghiera eucaristica della messa QUI . Tornano i culti precristiani legati alla Grande Madre, QUI  o Madre Terra, l’ammiccamento all’alchimia, QUI  all’esoterismo, al mondo pagano, all’unione degli opposti alla “conoscenza” alchemica, al tema ossessivo della guarigione del corpo, anche a costo della dannazione dell’anima.

(A proposito: provate ad annodare qualche cordicella, magari il sito vaticano del Codice di Diritto Canonico QUI  dopo il presunto attacco hacker subito giorni fa riuscirà anche a ripristinare la pagina coi canoni dal 332 al 335, proprio quelli che parlano di rinuncia al munus e di sede papale totalmente impedita. Si aprono quasi tutte le altre pagine, ma non quella. “Tanto chi se ne accorge”: abbastanza ridicolo).

Insomma: ve lo stiamo ripetendo da due anni che Bergoglio non è il papa, questo perché il Santo Padre Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma si trova in sede impedita. QUI la spiegazione “for dummies”. Purtroppo, la censura assoluta imposta dall’informazione mainstream, il silenzio del clero consapevole, l’ottusa cecità “preternaturale” dei cattoconservatori una cum, (che pur additando Bergoglio come “malvagio” e “diabolico” si ostinano a considerarlo legittimo papa), le strategie "politiche" fallimentari di Mons. Viganò, che invece di invocare un sinodo provinciale per pronunciarsi sulla sede impedita del vescovo di Roma, con ogni probabilità mira alla propria candidatura come prossimo antipapa QUI  , fanno sì che un miliardo e 285 milioni di cattolici continuino ad andar dietro a un Pifferaio di Hamelin che partecipa a riti negromantici in mondovisione e li sta portando a venerare alchimisti, fattucchiere, divinità pagane, Grandi Madri, Nonne Ragno, Gesù serpente-diavolo QUI  Streghe dei Nodi QUI e così via. Pensate solo ai bambini che andranno a vedere quel falso presepe…

Viene da piangere, ma più che dirvelo, non possiamo fare. Buon Anti-Natale a tutti.

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