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Seewald: "Papa Benedetto XVI soffre molto". L'ultimo Codice Ratzinger su Bergoglio

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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La notizia stringe il cuore, ma non stupisce affatto: papa Benedetto XVI sta soffrendo molto.

Come ci ha segnalato un lettore, Leonardo, che vive in Germania, il giornale cattolico tedesco Die Tagespost riportava ieri QUI che, in un congresso tenutosi a Madrid su Benedetto XVI, il suo biografo, il giornalista Peter Seewald, ha riferito le sue impressioni dopo un incontro personale con papa Benedetto avvenuto due settimane fa. Citiamo in traduzione: «"E’ diventato una persona molto sofferente". Joseph Ratzinger è "una delle personalità più riconosciute del nostro tempo", ha osservato l'autore della biografia ufficiale del Papa emerito. In verità non era un reazionario, ma un riformatore, ha aggiunto. Seewald ha sottolineato che Benedetto XVI ha modernizzato l'ufficio papale (Amt - Munus n.d.r.). Gli era mancata la forza per continuare a ESERCITARE la carica (Amt - Munus). Certo, ci si può chiedere cosa sarebbe successo se Benedetto XVI non si fosse dimesso: “Francesco non sarebbe stato eletto, ci sarebbe stato un altro successore, il Papa avrebbe potuto continuare a mantenere la sua linea chiara. Forse non ci sarebbe stato un Cammino sinodale in Germania in questa forma. Allora il percorso del Vaticano sarebbe stato chiaro”. Anche se si tratta di speculazioni, si può dire che avremo ancora molto da Papa Benedetto per il futuro. “Questo Papa non sarà dimenticato”».

Ora, sapete che i libri “Ein Leben” e soprattutto “Ultime conversazioni” di Seewald-Benedetto XVI sono i testi più densi, in assoluto, dei messaggi logici e velati del vero papa illustrati a fondo in “Codice Ratzinger” (Byoblu ed. 2022), fra i primi dieci saggi bestseller italiani, che sarà presentato domani a Livorno, il 30 ad Asti e il 1° novembre a Torino.

I caso sono due: o il giornalista cattolico tedesco è perfettamente al corrente di tutta la questione, o è un latore disciplinato e “robotico” dei messaggi di papa Benedetto. Di oggettivo c’è che queste ultime dichiarazioni sono costruite nel purissimo codice ratzingeriano, sia in modo anfibologico, sia logicamente univoco, in un passaggio, dove ricorre la tipica, apparente incoerenza rivelatrice.

Come al solito, una lettura distratta e superficiale può accontentare il facile palato mainstream-bergogliano, ma, facendo un attimo mente locale, si comprende il senso reale.

Per prima cosa, torniamo al vocabolario: “modernizzare” – “adattare alle esigenze moderne”. Infatti papa Benedetto, vittima di ammutinamento, non avendo più la forza (sia fisica che “politica”) per continuare a ESERCITARE il munus petrino, (il titolo d’origine divina di papa), lo ha adattato alle esigenze autoesiliandosi in sede impedita, continuando così a possederlo pur senza il ministerium, cioè il potere pratico papale che da esso discende e dipende. E fin qui, si rimane pienamente coerenti alla Declaratio intesa come annuncio di impedimento.

Ma il punto-chiave arriva adesso: “Se Benedetto XVI non si fosse dimesso, Francesco non sarebbe stato eletto, ci sarebbe stato un altro successore”.

E perché mai?

Ecco l’immancabile incoerenza che “estrae” il codice Ratzinger univoco (e non anfibologico): infatti, come si può dire che se Benedetto non si fosse dimesso, Bergoglio non sarebbe stato essere eletto? L’argentino ha nove anni in meno di papa Ratzinger, e aveva alle spalle un partito cardinalizio fortissimo QUI: la Mafia di San Gallo. Quindi, nel 2013, per almeno altri tre anni, fino a raggiungere l’età limite di 80 per poter partecipare al conclave, in caso di morte di papa Benedetto (allora 78enne) avrebbe potuto tranquillamente e plausibilmente essere eletto  suo successore. (Peraltro, in teoria si può essere nominati papi senza limiti di età: basta avere più di 8 anni, essere maschi, battezzati, celibi e senza pene ecclesiastiche).

Quindi, è LOGICAMENTE SBAGLIATO (o del tutto campato in aria) affermare che se papa Benedetto non si fosse dimesso, Bergoglio non sarebbe mai stato eletto.

C’è solo una spiegazione per questa frase, perfetta, geniale, profondissima, che ne spiega l’intima coerenza.

Quello che ci sta dicendo Seewald, consapevole o meno, ma certamente “istruito” dal Santo Padre Benedetto, è che Bergoglio non sarebbe stato eletto papa - in un conclave regolare - PERCHÉ LO SPIRITO SANTO NON LO AVREBBE PERMESSO.

La sua “elezione” è potuta avvenire solo perché Benedetto si è dimesso in modo particolare, cioè ritirandosi dal solo ministerium senza cedere il munus, l’investitura papale conferita da Dio, entrando così in SEDE IMPEDITA e permettendo che avesse luogo un conclave illegittimo, invalido, nullo, perché convocato a papa IMPEDITO E NON ABDICATARIO. (Vedasi articolo su Ticonio, in merito alla “grande discessioQUI ).

Ecco perché solo il particolarissimo tipo di “dimissioni autoimpeditorie”, di Benedetto, con conseguente conclave fasullo, ha permesso a Bergoglio di essere eletto, e la spiegazione dell’affermazione è quindi, teologica, peraltro del tutto suffragata col senno di poi.

Infatti, la Terza Persona trinitaria esercita un’assistenza “negativa” sull’elezione del papa, cioè evita il danno peggiore. Il papa, per giunta, trae la sua autorità dall’essere custode della fede. E siccome sappiamo benissimo chi è e cosa fa Bergoglio, qual è la sua personalissima spiritualità QUI  e come sta smantellando il Cattolicesimo e la Chiesa, dato che in nove anni non si è minimamente preoccupato di chiarire la questione dimissioni di Benedetto, dimostra non solo di essere antipapa, ma anche di esserlo consapevolmente e colpevolmente e lo Spirito Santo – ovviamente - non avrebbe mai potuto consentire l’elezione legittima di un personaggio con simili caratteristiche e intenzioni.  Ecco perché, se papa Benedetto non si fosse dimesso, ma fosse morto, il conclave sarebbe stato valido, assistito dallo Spirito Santo e quindi ci sarebbe stato COMUNQUE un altro successore, ma NON Bergoglio.

Capite il peso devastante di una simile affermazione?

Si spiega, quindi, il perché Seewald dica, poi, che papa Benedetto avrebbe continuato a mantenere la sua LINEA CHIARA: quale linea? Oltre alla linea dottrinale, si intende LA LINEA SUCCESSORIA PAPALE. Come sapete, antipapa Francesco ha nominato 122 falsi cardinali che, se andassero in conclave, eleggerebbero un altro antipapa QUI. Per questo Benedetto specificava nella Declaratio che il prossimo Sommo Pontefice avrebbe dovuto essere eletto solo “da coloro a cui compete”. La sua linea successoria ancora non è “chiara” a tutti, solo perché non è stata ancora ufficializzata la sede impedita. E quando lo sarà, per molti saranno dolori.

Così, prosegue Seewald, “il Cammino sinodale tedesco, non avrebbe avuto luogo IN QUESTA FORMA”, cioè in forma invalida, in quanto sinodo convocato da un antipapa. Certamente, “Papa Benedetto non sarà dimenticato e ha ancora molto da dare” dice Seewald: si parla dello scisma purificatorio che seguirà all’ufficializzazione della sede impedita.

Ora, per motivi di spazio, non possiamo dilungarci sulla sofferenza del Santo Padre Benedetto XVI, e su chi la provoca, ma ce ne occuperemo. Il vero papa piange per la Chiesa, per la Fede, per l’umanità e forse per questo, in tutte le sue foto degli ultimi anni, compare sempre una scatola di fazzoletti, insieme alla statua della Madonna da lui invocata nella Declaratio QUI. E sopra c’è un orologio di certo da tavolo, ma stranamente appeso al muro, che sembra ripetere quel versetto dell’Ecclesiaste che papa Benedetto ha recentemente ricordato al matematico ateo Piergiorgio Odifreddi QUI  : “Omnia cum tempore”. Tutto ha il suo tempo.

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