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Attentato a Giovanni Paolo II: Fatima, Benedetto XVI e la Logica indicano i mandanti

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Quarant’anni fa venne eletto papa Giovanni Paolo II. Oggi vi proponiamo un ragionamento logico elementare, che però può farci capire quali siano stati – con grande probabilità – i mandanti del suo attentato. Questo triste episodio si verificò il 13 maggio 1981, festa della Madonna di Fatima, tanto che il papa polacco donò poi alla Sua statua la pallottola che “fu miracolosamente deviata da qualcuno o da qualcosa”. 

Sull'attentato a Giovanni Paolo II, ad oggi, restano sul banco due piste principali: quella “russo-bulgara” (servizi segreti bulgari ispirati dal KGB  sovietico) e quella “interna alla Chiesa” con il secondo attentatore Oral Celik che dichiarò di aver ricevuto l'incarico da due cardinali. QUI .

Ora: se l'attentato fu voluto da comunisti atei russo-bulgari,  non è strano che sia avvenuto proprio IL 13 MAGGIO, festa di Fatima?

Se lo avessero saputo, (il Terzo Segreto è stato reso pubblico nel 2000) sarebbe stato molto stupido organizzare un attentato proprio in quel giorno, dando di fatto compimento alla profezia di Fatima, una delle più importanti della Cristianità, che parlava, appunto, di un “Santo Padre” che muore sotto colpi di arma da fuoco. Avrebbe costituito un completo autogol per forze atee e comuniste: sparando al papa nel giorno di Fatima, si sarebbe dato compimento al Messaggio, conferendo più forza e credibilità al Cattolicesimo e alla Chiesa. Morto un papa se ne fa un altro, e Fatima avrebbe avuto una clamorosa realizzazione.

Quindi, la scelta del 13 maggio dovrebbe essere stata un puro caso:

su 365 giorni dell’anno, una possibilità dello 0,3 %.

A questo punto, diviene, invece, molto più interessante la pista interna alla Chiesa, con quei due cardinali citati da Celik. Porporati ovviamente infedeli, passati plausibilmente alla massoneria ecclesiastica modernista che, anche da prima del Concilio Vaticano II, ha sempre avuto come missione quella di cambiare radicalmente il cattolicesimo: una grande apostasia.

Ma perché arrivare a far sparare al Papa? Quale sarebbe stato il movente?

Già come cardinale, Joseph Ratzinger aveva attestato che il Terzo Segreto di Fatima riguarda “le ultime cose” e molteplici fonti attendibili hanno confermato che si riferisce specificamente alla grande apostasia, alla prova finale contenuta nel Catechismo all’art. 675: “Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il « mistero di iniquità » sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne”.

Nel 2010, papa Benedetto XVI fece, infatti, una rivelazione sconvolgente: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”. QUI 

E ancora, durante lo stesso viaggio apostolico in Portogallo aggiunse: “Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio (Terzo Segreto n.d.r.), vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio DALL’INTERNO DELLA CHIESA, dal peccato che esiste nella Chiesa”. QUI 

L’annuncio di Benedetto del 2010 che il messaggio di Fatima - preannunciatore di una grande apostasia di origine interna – fosse ancora da realizzarsi, produsse un grandissimo sconcerto e malumore negli ambiti ecclesiastici legati al modernismo che, da sempre, hanno cercato di far passare Fatima come già pienamente verificatasi con l’attentato a Wojtyla. “Distruggeremo Fatima”, pare abbia dichiarato pochi anni fa, (a detta di due stimati sacerdoti e studiosi di Fatima), un importante cardinale dichiaratamente amico della massoneria.

Riflettiamo su un collegamento banale: se Fatima era un avvertimento su una grande futura apostasia nata internamente alla Chiesa, se la massoneria ecclesiastica modernista - che ha l’apostasia come obiettivo - ha sempre cercato di far passare Fatima a tutti i costi come già verificatasi nel 1981 con l’attentato a Wojtyla, la scelta del 13 maggio per l’attentato trova una collocazione rigorosamente logica e credibile solo nel seguente scenario.

Cardinali massoni traditori volevano che, proprio nel giorno di Fatima, un papa morisse ucciso da un’arma da fuoco per REALIZZARE FORZATAMENTE il Terzo Segreto, “a comando” e spianare così la strada alla grande apostasia in modo che, successivamente, questa non venisse riconosciuta: la prima istanza della massoneria ecclesiastica, il primo step funzionale alla grande apostasia era, quindi, disinnescare Fatima, distruggerla, derubricarla, depotenziarla, metterla in soffitta come già avvenuta.

Ciò sarebbe avvenuto non solo a livello di percezione del pubblico, ma, come emerso durante l’intervista con la collega Alice Lazzari di due giorni fa QUI  , questo potrebbe aver avuto anche qualche significato esoterico-rituale.

Ad esempio, in astrologia, di fronte a una previsione giudicata negativa, maghi e indovini cercano, a volte, di REALIZZARLA APPOSTA in un ambito abbastanza innocuo, in modo da stemperarla, annullarla. Una sorta di “vaccino sul futuro”.

Conferma il lettore Tomaso P.: “E’ il tema relativo all'«astrologia attiva» della scuola di Ciro Discepolo: l'esorcizzazione dei simboli. Cioè, il cercare di provocare proattivamente un evento per far sì che la forza di un pianeta (buono o cattivo) si canalizzi in un settore piuttosto che in un altro”.

La massoneria ecclesiastica, che sguazza letteralmente in questa cultura gnostica, potrebbe con ogni probabilità aver cercato di perseguire entrambi gli obiettivi: uno pratico, mediatico, socio-cognitivo, di far passare Fatima come avvenuta, e l’altro esoterico-previsionale, per depotenziare l’avvertimento della Madonna, canalizzando il potenziale antiapostasia del Messaggio in una situazione diversa, ma evocativa: un papa ucciso a revolverate.

Solo in quest’ottica, quell’opprimente 99,7% di possibilità che il 13 maggio sia stato scelto apposta dai mandanti, assume una coerenza logica, per quanto inserita in uno scenario sconvolgente.

Ma l’operazione è andata male: quel proiettile deviò la sua traiettoria, inspiegabilmente, e l’apostasia nella Chiesa, realizzatasi da nove anni con un “vescovo vestito di bianco” che, visto allo specchio, QUI, si rivela antipapa e usurpatore, è oggi perfettamente visibile da tutti. Ma l’impostura non durerà a lungo, potete scommetterci.

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