Codice Ratzinger: l'"anello impedito" di Benedetto XVI e quello finto di Bergoglio
Dopo la clamorosa ammissione di papa Benedetto “io sono impedito”, QUI con il suo riferimento al Libro di Geremia, è ora di affrontare la grossa questione del suo Anello piscatorio. Attenzione, questo gioiello pontificio, con San Pietro che tiene in mano le reti da “pescatore di anime”, non va confuso con l’Anello papale che, più spesso, reca lo stemma del papa.
L’anello papale di Giovanni Paolo II fu infatti donato alla chiesa polacca di Wadowice e oggi orna l’anulare di San Giuseppe QUI Come vedete, si tratta di un anello diverso da quello del pescatore di papa Wojtyla QUI .
L’anello piscatorio, anticamente usato per la ceralacca, è simbolo dell’autorità del papa e del suo compito di custodire la fede: è il vero sigillo di garanzia di un pontificato.
Secondo la vulgata mainstream-bergogliana, l’anello piscatorio di Benedetto sarebbe stato ANNULLATO secondo la solita prassi, dopo le “dimissioni”, sancendo, anche a livello simbolico, la “fine del suo pontificato”. E’ andata molto diversamente, come vedremo.
In primis: nel filmato della conferenza stampa di Padre Lombardi del 26 febbraio 2013, l’allora portavoce vaticano disse testualmente: “L’anello del pescatore, come il sigillo di piombo, dice la Costituzione, che devono essere annullati. L’anello, che è attualmente l’anello del pescatore, il papa (Benedetto XVI n.d.r.) non lo userà più”.
Tipico Codice Ratzinger: come leggete, tra le due affermazioni NON si dice che l’anello piscatorio di papa Benedetto sarà annullato, (come invece hanno riportato le fonti scritte tranne il Sole 24 ore QUI ). Padre Lombardi dice semplicemente che il papa “non userà più l’anello piscatorio”, non che sarà annullato. Non siamo in grado di dire se padre Lombardi (oggi Presidente della Fondazione Ratzinger) sapesse tutto fin dall’inizio, o se, semplicemente, lesse con estrema diligenza un comunicato fornito da papa Benedetto.
Ma attenti: la tradizione della Chiesa vuole che alla morte (o abdicazione) del papa l’anello piscatorio debba subire DUE OPERAZIONI. Tramite uno scalpello d’argento, prima deve essere intaccato (“BIFFATO”) con un segno a X sul piatto e poi deve essere SPEZZATO a martellate.
QUI vedrete la scena di un famoso film che mostra la doppia procedura.
Tuttavia, le nuove norme per l’elezione del papa sono state codificate da Giovanni Paolo II nella Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis del 1996 dove si prescrive che alla morte del papa o alla sua “VALIDA rinuncia” (i cardinali) “devono provvedere a far annullare l'Anello del Pescatore e il Sigillo di piombo, con i quali sono spedite le Lettere Apostoliche”. Ma LE MODALITÀ CON CUI QUESTO ANELLO DEVE ESSERE ANNULLATO NON SONO SPECIFICATE, come nota perfino Wikipedia QUI .
Nonostante il fatto che la distruzione dell’anello formalmente non fosse più obbligatoria dal 1996, l’anello di Giovanni Paolo II, alla sua morte nel 2005, fu ugualmente spezzato come conferma questo articolo QUI su Il Post: “Dal pontificato di Giovanni Paolo II il rituale è cambiato e il Cardinale Camerlengo oggi ha il compito di “annullare” l’anello: cioè non è più obbligatorio distruggerlo fisicamente. L’USANZA PERÒ È FINO AD OGGI RIMASTA INVARIATA. L’anello di Giovanni Paolo II venne INFRANTO dal Camerlengo cardinale Eduardo Martinez Somalo”.
Così, mentre tutti gli anelli piscatorii dei papi precedenti sono stati spezzati - compreso quello di papa Wojtyla – come conferma La Repubblica QUI , l'anello piscatorio di papa Benedetto è stato SOLO BIFFATO, ovvero vi sono stati praticati due intagli a forma di croce, ma NON È STATO SPEZZATO.
L'“anello piscatorio impedito”
L’usanza di distruggere l’anello è stata dunque INTERROTTA con Benedetto XVI: l’annullamento tradizionale è stato interrotto a metà e questa eccezione NON PUÒ CHE ESSERE STATA RICHIESTA DA PAPA BENEDETTO STESSO. PERCHE’?
Di fatto, il suo anello ormai sfregiato non potrebbe più “sigillare” dei documenti, secondo l’uso antico, ma potrebbe ancora essere INDOSSATO dal Santo Padre (se i prelati si decidessero a convocare un sinodo provinciale per verificare la sede impedita e, quindi, a liberarlo).
La spiegazione di questa strana incompletezza è nel canone 335 del Diritto Canonico: “Mentre la Sede romana è vacante o TOTALMENTE IMPEDITA, non si modifichi nulla nel governo della Chiesa universale”.
Nella sede impedita, viene sospesa qualsiasi attività giurisdizionale, ma il papa resta papa.
Non avendo Benedetto XVI abdicato per i motivi canonici ben noti illustrati nel bestseller “Codice Ratzinger” (Byoblu ed. maggio 2022), ed essendo impedito, la sola biffatura è stata da lui disposta o consentita per significare che nessun altro, in sua assenza, ha il diritto di promulgare leggi o di modificare qualcosa nel governo della Chiesa, ma che il suo pontificato NON E’ FINITO.
Dato che non c’è, ovviamente, alcuna legge che prescriva qualcosa in merito all’anello del papa impedito, la biffatura NON È STATA UN ANNULLAMENTO PER LA FINE DEL SUO PONTIFICATO, ma uno sfregio privo di qualsiasi valore giuridico-rituale che, però, dal punto di vista simbolico, è perfettamente coerente con la sede impedita. Capite che rigore straordinario? Nella Chiesa tutti gli aspetti, canonici, liturgici, simbolici, formali, devono trovare perfetta coerenza.
La preparazione di Giovanni Paolo II
Ciò che appare, anche, evidentissimo, è che, come abbiamo già illustrato nell’articolo sulla modifica del diritto canonico del 1983 QUI, papa Giovanni Paolo II AVEVA PREPARATO CON DECENNI DI ANTICIPO, insieme al card. Ratzinger, il piano del ritiro in sede impedita (compresa la questione dell’anello piscatorio) tanto che ai primi anni ‘90 fece persino costruire il “fortino” nel quale il papa del futuro un giorno si sarebbe dovuto autoesiliare in sede impedita. Parliamo del Monastero DI CLAUSURA “Mater Ecclesiae” dove ancor oggi risiede il Santo Padre Benedetto XVI.
In sintesi, Giovanni Paolo II, con la Universi Dominici Gregis GETTÒ UN VELO sulle modalità dell’annullamento dell’anello piscatorio in modo che il suo successore, una volta costretto a defilarsi in sede impedita, potesse evitare di far spezzare l’anello, senza così fornire inevitabilmente al pubblico un segnale inequivocabile della fine del suo pontificato.
L’anello piscatorio di Benedetto XVI dovrà quindi essere definitivamente spezzato solo dopo la sua morte.
Siamo in presenza di operazioni di pre-mascheramento della sede impedita organizzate da decenni con sovrumana intelligenza: un po’ come quando il neoletto Benedetto XVI rinunciò alla tiara pontificia sul proprio stemma con una innocua mitria vescovile. In previsione del ritiro in sede impedita, una ingombrante tiara tradizionale sul blasone avrebbe dovuto per forza costringere Benedetto a cambiare il proprio stemma, come effettivamente gli propose il cardinale di Montezemolo QUI . Ovviamente, i tradizional-sedevacantisti non capirono niente (allora come oggi) e si scandalizzarono per la novità, ma l’innocua mitria pseudo-modernista diede modo al Papa “emerito” di mantenere il proprio stemma pontificio, coerentemente con la sede impedita.
L’anello piscatorio finto di Bergoglio
Viceversa, a confermare l’altra faccia della medaglia, ci ha pensato Bergoglio, con un anello piscatorio finto, dichiaratamente di argento dorato. QUI
Sotto la solita retorica pauperista, buona per imbambolare le masse, si nasconde un segnale ai sodali in grembiule e un significato esoterico. L’anello non è di vero oro, è solo una patacca, peraltro l’ argento, metallo lunare, (contrariamente all’oro, solare) “in tutto il mondo viene identificato con le manifestazioni lunari della "Grande Madre” come leggete QUI .
Torna la solita, estenuante Grande Madre, che Bergoglio vi rifila nella magica “Maria che scioglie i nodi”, nella Pachamama, o nella Nonna ragno dei nativi americani.
Peraltro, antipapa Francesco non usa quasi mai il suo pseudo anello piscatorio, ma indossa il suo anello da vescovo, sempre in argento, coerentemente in quanto egli è rimasto vescovo dato che non è il papa. Un vescovo vestito di bianco, per l’esattezza QUI
Il nuovo anello da “emerito”
E oggi? Quale anello indossa Benedetto XVI, il papa emerito, cioè colui che merita di essere papa? Un altro anello, ma sempre con San Pietro. Infatti, si tratta di una copia dell’anello dato ai padri conciliari negli anni ’60 QUI . Facendo, come al solito “contenti e canzonati” i modernisti, (e i sedevacantisti) papa Benedetto, indossa un anello in apparente omaggio al disastroso Concilio Vaticano II modernista che gli consente di mantenere all’anulare l’effigie di San Pietro, come il vero papa quale egli è.
Avete capito a cosa stiamo assistendo, nell’ignominiosa indifferenza del giornalismo mainstream ed una cum? Un piano antiusurpazione preparato da decenni, un luminoso abisso di genialità sacra e assoluta che lascia senza fiato e di cui scriveranno per i secoli a venire.