Elezioni: non è destra contro sinistra, ma “centrifughi” contro “centripeti”
Persino a sinistra, tutti hanno deriso la suicidiaria campagna elettorale di Enrico Letta, giunta al nonsense dadaista con il manifesto “Pancetta vs. Guanciale”. Ma un merito al Pd bisogna riconoscerlo, quello di aver inconsapevolmente evidenziato un netto confine di demarcazione: o di qua, o di là.
Queste non sono comuni elezioni, ma il confronto finale tra due modelli archetipici e contrari. Da tempo si considera superata la dicotomia destra-sinistra, anche a fronte di inedite consonanze trasversali, specie sulle questioni più bollenti. Così alcuni parlano, in sostituzione, di uno scontro fra “sopra” e “sotto”: la lotta di classe fra le elite neoliberiste (sopra) e le esigenze reali del popolo (sotto).
Ma questi schemi, a giudizio di chi scrive, risultano insufficienti, piatti, bidimensionali.
In un modello sferoidale, tridimensionale, invece, lo scontro sembra piuttosto configurarsi tra una Forza Centrifuga e una Forza Centripeta.
La Centrifuga è disgregatrice: dilata, esplode, diluisce, disidentifica, annulla il soggetto da cui si diparte.
La Centripeta mira, al contrario, verso il nucleo, ricompatta, costruisce, identifica, riorganizza, solidifica.
Abbiamo così partiti che, centrifugamente, puntano ad europeismo e globalismo facendo della disgregazione dell’identità italiana un obiettivo semidichiarato: immigrazionismo, accoglientismo, porti aperti, ius soli, ius scholae, corridoi umanitari, per annullare cultura, tradizione, lingua, costumi italiani ed europei. In economia, la tendenza è palese: svendita degli asset nazionali, tartassamento del ceto medio, persecuzione fiscale sulle imprese, non sono forse spremiture centrifughe della nostra polpa produttiva? E ancora, la subcultura dell’emergenza, che allontana dal nucleo democratico e costituzionale. Questa è spesso suffragata dall'ecologismo gretino, una fuga dalla realtà e dalla centralità dell'0uomo come amministratore del creato. Abbiamo, poi, il dirittismo centrifugo, in particolare omosessualista: una fuga dalla famiglia tradizionale e biologica, nucleo rigenerativo della società. A questo, spesso si associano anche le demenziali iniziative per la cancellazione della nostra storia e cultura, cambiando i nomi di strade intitolate a re e generali per intitolarle a personaggi semi-insignificanti, ma in linea con le ideologie politicamente corrette che, a loro volta, non sono che l'ennesima fuga dalla realtà e dal buon senso. Per non parlare dell”impiccionismo” in politica estera, evasione centrifuga dai nostri interessi nazionali. Quest’inverno, una doccia fredda, in tutti i sensi, ci farà riflettere sull’opportunità di aver messo il naso in un conflitto intraslavo che poco ci riguardava.
In bioetica, le forze centrifughe si rivelano forze di pura morte, proponendo aborto, eutanasia, ammiccando all’utero in affitto: l’allontanamento dal principio della vita, dall’embrione, dal feto, dai diritti essenziali dei bambini.
Insomma, i partiti centrifughi ci sparano via da noi stessi, dalla tradizione, dalle radici, dalla religione, dall’identità, dalla storia patria, dal bello oggettivo, in un nuovo Big Bang proiettato verso il nulla. Un tradimento programmato e diabolico: da “diàbolos”, il separatore.
Ebbene sì: è necessario recuperare la categoria archetipica del tradimento, senza non si capirà nulla di quello che sta succedendo. (Anche nella Chiesa cattolica).
Dall’altra parte, la tensione opposta, centripeta, che cerca di puntare di nuovo al centro: la famiglia, i confini, l’identità, la tutela dei ceti produttivi, i sani costumi, la formazione dei giovani, le libertà basilari. Germogli di un pensiero ricostruttivo che cercano faticosamente di spuntare fra i rovi cresciuti in decenni di nefandi governi di centro-sinistra ed esiziali esecutivi imposti dall’Unione europea.
Come riconoscere all’impronta queste forze? Facilissimo, dal loro carburante propulsore: i centrifughi viaggiano a sentimentalismo, buonismo, zucchero emozionale; i centripeti cercano di usare la razionalità, la “proteina” della logica. Pathos contro Logos, Menzogna contro Verità, Mondo contro Patria, Tradimento contro Lealtà, Morte contro Vita.
Scegliete il punto focale che più vi aggrada in questo modello tridimensionale, ma ricordate il saggio monito di Letta: o di qua, o di là.