Monsignor Paglia svela la messinscena di Bergoglio sull'aborto: il papa è Benedetto XVI
Le aberrazioni della “grande chiesa stravagante” di cui parlava nel 1820 la beata Katharina Emmerick si affastellano con tale frequenza e quantità che non si riesce a star loro dietro, e l’unico vero sdegno che ormai sortiscono si appunta sui cosiddetti “una cum”, i conservatori cattolici che si ostinano a legittimare Bergoglio, contro ogni plateale, marchiana evidenza e prova canonica.
Ecco come è andata: il 26 agosto, ad “Agorà”, su Rai Tre, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, interrogato dalla giornalista Rombolà su cosa pensasse dell’aborto, ha risposto così: “Io penso che la legge 194 sia ormai UN PILASTRO DELLA NOSTRA VITA SOCIALE, a mio avviso prevedrei un accentuazione di quella parte che non viene attuata cioè il diritto alla maternità…”.
Mentre il mainstream ha steso una coltre di piombo-cemento-amianto sull’uscita ambigua del vescovo, alcune testate e blog cattolici sono andati su tutte le furie, vedasi l’articolo (ineccepibile) di Tommaso Scandroglio sulla testata una cum La Nuova Bussola quotidiana QUI .
In risposta, Mons. Paglia si difende in un comunicato seguito a ruota che potrete leggere per intero QUI : “Mons. Paglia rispondeva che la legge costituiva ormai un “pilastro” della vita sociale italiana, tanto è incardinata nell’ordinamento giuridico italiano. E per di più nessuna forza politica al momento intende abolirla. L’intento dell’affermazione non riguardava un giudizio di valore sulla legge, quanto la constatazione che è praticamente impossibile abolire la 194 in quanto elemento ormai strutturale della legislazione in materia. Sulla qualità, poi, del pilastro c’è molto da dire”.
Ah sì, eh? Dunque, era una constatazione oggettiva, una mera valutazione su un piano completamente descrittivo, distaccato… Va bene. Diciamo che un vescovo cattolico avrebbe potuto-dovuto parlare in ben altri termini della 194, vista la posizione dottrinale della Chiesa sull’aborto, ma prendiamo per buona la spiegazione del vescovo.
A tutti però è sfuggito il senso reale dell’ultima affermazione di Paglia. Chiede la giornalista: “Ma allora non è in discussione la 194…”, e Paglia risponde, quasi sdegnato: “Ma no, no! Assolutamente!”.
Ah non è in discussione? Ancora una constatazione neutra, distaccata, meramente valutativa…
Allora vuol dire che la chiesa di “papa Francesco” non STA MINIMAMENTE METTENDO IN DISCUSSIONE LA LEGGE 194. Non sta facendo NIENTE per far ripensare una legge che fino ad oggi in Italia ha prodotto il genocidio di sei milioni di “grumi di cellule”-feti che, in ottica cattolica, sono persone tali e quali a voi che state leggendo.
Eppure, se, come affermato più volte in modo roboante da Bergoglio, “L’ABORTO È COME ASSUMERE UN SICARIO”, (QUI) ma come dice Paglia, nessuno mette in discussione la legge, ne segue che quella di Francesco è solo UNA FRASE A EFFETTO, priva di qualsiasi peso reale.
Ecco che Paglia ha involontariamente tradito il suo principale svelando un’ovvia verità, sotto gli occhi di tutti: l’opposizione all’aborto della chiesa antipapale, in realtà, è solo una sceneggiata per fare contenti e canzonati quei cattoconservatori che si ostinano a credere Bergoglio il vero papa. Ma, nei fatti, la falsa chiesa non ci pensa minimamente a mettersi contro la soppressione legale di milioni di vite umane allo stato iniziale.
Del resto che l’antiabortismo di Bergoglio sia solo una pezza a colore è ampiamente dimostrato dalle manifestazioni di stima che l’antipapa ha tributato a Pannella (amicone di Paglia) e alla Bonino, definita “una grande italiana”: la stessa che praticava aborti con la pompa da bicicletta ed è responsabile di quei sei milioni di aborti di cui sopra.
Allora, perdonateci se, ancora vetustamente ancorati al pensiero logico, ci chiediamo: ma se l’aborto “è come assoldare un sicario”, in base a quale ragionamento la Bonino, che ha legalizzato in Italia l’assunzione dei sicari può essere definita da Bergoglio “una grande italiana”? Forse per i suoi meriti occupazionali, vista la quantità di sicari cui ha dato lavoro?
Passando poi a un piano superiore, qualcuno ci può spiegare come è possibile che la Comunione (sebbene consacrata una cum papa Francisco) sia stata concessa da Bergoglio a Joe Biden, un oltranzista dell’aborto al nono mese, e alla Nancy Pelosi, anch’essa sulle medesime posizioni? L’Eucarestia a gente che propone leggi per assumere sicari e fare a pezzi praticamente dei neonati?
Vedete bene la triste realtà: vi stanno prendendo impudicamente per i fondelli. Per fortuna si tradiscono, a ogni pié sospinto, perché il Logos non è con loro. La falsa chiesa golpista, appiattita sull’agenda dei poteri forti anticristiani, dice di essere contro l’aborto, ma solo così, pro forma: NEI FATTI È DEL TUTTO FAVOREVOLE E NON FA PROPRIO NULLA PER OPPORVISI, né si azzarda minimamente a metterla in discussione, come conferma Paglia.
Ma tanto per farvi conoscere un po’ meglio la figura di questo particolarissimo arcivescovo, vi lasciamo con un video interessante di La Repubblica Tv QUI e un commento di Carlo Franza su Il Giornale QUI . Si tratta della spiegazione dell’enorme affresco realizzato da un pittore gay sulla facciata interna del Duomo di Terni.
Racconta l’autore – mai smentito - che Mons. Paglia e il parroco don Francesco Leonardis hanno seguito e diretto la realizzazione dell’opera con minuziosa attenzione. Nel dipinto figurano trans, prostitute e due uomini in dichiarato atteggiamento omoerotico. Del Cristo si intravede il pene, volutamente, e lo stesso Paglia e Leonardi sono fatti ritrarre nudi tra le varie figure. “L’unica cosa che non mi hanno consentito di inserire – spiega il pittore – era la copulazione di due persone” (bontà loro).
Ma non scandalizzatevi: non potrebbe essere altrimenti, dato che questa non è la vera Chiesa cattolica in quanto Bergoglio NON E’ IL PAPA perché il Santo Padre Benedetto XVI non ha mai abdicato, ma si è ritirato in sede impedita, come dimostrato in modo enciclopedico e ridondante nel volume “Codice Ratzinger (Byoblu ed.) mai smentito da nessuno, tanto meno da papa Benedetto.
E, soprattutto, coraggio, abbiate fiducia: con un po’ di pazienza, entro i prossimi 6-7 anni anche gli una cum lo capiranno.