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Scene dal Mondo alla rovescia: al "Righi" punita l'insegnante al posto della studentessa indisciplinata

I ricordi di un ex allievo del liceo romano

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Ormai la diagnosi è ufficiale: questo Paese si è completamente bevuto il cervello. La sintomatologia si era aggravata già durante l’ultimo Sanremo, quando tutti disquisivano sulla canzone di Checco Zalone, dimenticando che alle 21.00, in fascia stra-protetta e sulla tv di Stato, i nostri bambini si sono dovuti sorbire la storiella di un professore di greco sodomizzato da un trans. Educativo, no? Chi di noi non è cresciuto con questi esempi, tra un Carosello e un Mago Zurlì? (Poi se la prendono col Moige).

A proposito di ambito scolastico e di declino cognitivo nazionale, basta dare un’occhiata ai titoli dei nostri giornaloni di questi ultimi due giorni per verificare come il nuovo scandalo del Mondo alla Rovescia, sia il fatto che una professoressa abbia ripreso, con una battuta un po' ruvida, una sedicenne indisciplinata. 

Capite? Va bene che è Carnevale, ma i giornali fanno sul serio: lo “scandalo” è che la ragazza sia stata ripresa dalla docente, non che una studentessa si esibisca in performance da discoteca in orario scolastico. E adesso la professoressa rischia pure una sanzione disciplinare, comminata dalla solita preside-cuor di leone appronata al pensiero unico.

Continuate pure con questa “sotto-pubblica istruzione” in Alzheimer progressista terminale, che mette lo "schwa" alla fine delle parole. Continuate ad allevare piccoli vandali senza regole, senza disciplina, senza valori, senza nerbo, proseguite pure con questa antieducazione inversiva, priva di sanzioni “perché sennò, poverini, i bimbi si traumatizzano”: vedrete quando arriverà il conto. Sarà la guerra civile, giovani contro adulti e a rimanere traumatizzati sarete voi “educatori” ormai diventati vecchi.

L’episodio grottesco si è verificato due giorni fa al Liceo Scientifico Statale “Augusto Righi”, di Roma, del quale lo scrivente fu, pure, orgogliosamente allievo. Ancor oggi il liceo dovrebbe essere il miglior scientifico della Capitale, in ideale pendant con il classico Visconti.

Trent’anni fa, il Righi era una scuola decisamente“tosta”: fra le poche ad avere una sezione di tedesco, ottimi professori, giustamente severi ed esigenti.

Era considerata una scuola “di destra”, area alla quale appartenevano ben due rappresentanti di istituto, su uno di centro e uno di sinistra.

L’interesse politico era vivace e, durante le okkupazioni e le autogestioni, in cui si sproloquiava - con la normale saccenza dei ggiovani - di argomenti enormemente più grandi di noi, qualche “maschio” spintone ci scappava sempre.

Oggi, il panorama è cambiato: l’Italia–mamma chioccia col cervello in pappa sta solidarizzando in blocco con una studentessa sedicenne che, durante l’ora di “buco” danzava, in classe, con la pancia scoperta, per fare un video da postare – stando alle fonti più informate – su TikTok, la piattaforma cinese lobotomizzante dove si postano mini-video con giochini e scherzetti. 

Così, la supplente, entrando in classe, ha sbottato: “Ma che stai sulla Salaria?”, riferendosi a quelle signorine che, lungo l’antica via romana, mettono in mostra la loro mercanzia.

Ai tempi nostri, la professoressa avrebbe inviato per direttissima la fanciulla dalla temuta vicepreside, il cui solo nome faceva tremare i polsi.

E certo la stimata docente non avrebbe trasceso in apprezzamenti fuori luogo: nota a casa e/o sospensione. Semplice, pulito, burocratico: a scuola ci si veste come si deve per educazione verso i professori (che non vengono a insegnare con la pancia scoperta). Poi, in famiglia, si prendeva il resto.

E’ chiaro che il venir meno di strumenti disciplinari codificati e tradizionali - grazie al solito cancro sinistrorso che tutto divora -  oggi espone ad alcune goffaggini i docenti ormai disarmati. Come possono farsi rispettare professori ai quali si dà del tu, e con cui protestano gli stessi genitori quando arriva qualche loffio “credito formativo” in meno rispetto al preventivato?

E così, dopo la frase un po' pesantina sulla Salaria, apriti cielo. Per vendicare l’affronto, ieri mattina, buona parte degli studenti del Righi, animati dal collettivo “Ludus” (il nome tutto un programma), hanno saltato la prima ora di lezione  per protestare contro l’”insegnante bulla”.

Hanno poi appeso degli striscioni con scritto «Righi zona fucsia», «Benvenut* nel Medioevo» e altri significativi messaggi. Molti di loro, di genere maschile, femminile e neutro, si sono presentati a scuola vestiti in braghe corte, minigonne inguinali o leggins rosa per lottare contro l’imposizione del dress code. (“Più Qr code, meno dress code”?).

Una volta gli studenti del Righi okkupavano (a volte insieme, fra destra e sinistra) per protestare contro le riforme delinquenziali della Pubblica istruzione. (E avevano ragione, vista com’è finita).

Oggi invece il grido dei nuovi “righini” è «il sessismo non può avere spazio nelle scuole».

Un concetto oscuro, dato che l’apprezzamento proveniva da un docente donna e soprattutto, stando al dizionario, per sessismo si intende: “tendenza a valutare la capacità o l'attività delle persone in base al sesso o ad attuare una discriminazione sessuale”.

Questo episodio, semmai, configura una semplice questione di rispetto personale fra docente e discente.

L’impressione è che l’attuale popolazione studentesca del Righi sia mutata come tutti i ragazzi delle nuove generazioni: l’importante non è più lottare - “fasci contro zecche” - per una skuola libera, per lo stato sociale, ma tutti insieme, compatti e omologati, a favore dei diritti fucsia e arcobaleno per vestirsi come Achille Lauro e poi sbattere tutto su TikTok. Questo il livello.

Ciò che intristisce, insieme al declino di uno stimato Liceo, è la mancanza, fra gli studenti di qualsivoglia “militanza antagonista”, la quale, oltre a pretendere rispetto per gli studenti, sia anche disponibile ad autodisciplinarsi per DARE rispetto ai docenti e della Scuola. 

Una sfida certamente superiore alle forze di quest* ragazz*.

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