Insistono con la “visita a sorpresa” di Bergoglio: casuale allo 0,000000062%. Altro disastro del presunto papa Francesco
Che pena. Sua Eccellenza Bergoglio, smascherato nella finta “visita a sorpresa” propagandistica al negozio di dischi, QUI , ha tentato ieri una manovra di copertura che si rivela, però, una “toppa” peggiore della prima gaffe.
Richiamato in servizio all’uopo, il vaticanista Francesco Antonio Grana del Fatto Quotidiano che ha pubblicato ieri QUI una vera bomba emozional-deamicisiana.
Sentite che tenera vicenda da Libro Cuore: il reporter Javier Martìnez Brocal, quello che aveva scattato la foto all’uscita del negozio, ha scritto a Bergoglio esprimendogli “esprimendogli il proprio dispiacere perché il Papa è costretto a non poter girare liberamente per le strade di Roma come vorrebbe poiché ogni volta che lo fa viene fotografato e ripreso dalle telecamere”. Brocal però, si giustifica dicendo che lo ha fatto per noi: “Notizie simpatiche come quelle delle uscite a sorpresa del Pontefice riescono a far sorridere i lettori in un momento in cui le cronache purtroppo riportano solo tante tragedie”. Grazie davvero, collega.
Così, con questo carteggio - stranamente reso pubblico - Bergoglio può giustificarsi spiegando i dettagli della vicenda con una tragica excusatio non petita: “Non si può negare che è stata una sfortuna che, dopo aver preso tutte le precauzioni, c’era UN giornalista che aspettava una persona alla fermata del taxi a due passi dal negozio di dischi proprio in quel momento”.
Un giornalista "qualsiasi", non proprio, come vedremo, ma soprattutto, dov’è stata la sfortuna se queste uscite fuori programma sono sempre state un successo mediatico che fanno sorridere i lettori?
Vagamente storditi dal picco glicemico provocato dall’articolo, riprendiamo conoscenza solo per un dettaglio davvero irritante che il collega Grana ribadisce con insistenza: “Di questa fuga papale molto probabilmente non ci sarebbe stata alcuna traccia se Martínez-Brocal non si fosse trovato PER CASO proprio davanti al locale nel momento in cui il Papa vi usciva per salire sulla sua utilitaria”.
Ah sì? E allora vediamolo questo “CASO”, che probabilità aveva di verificarsi in modo fortuito.
Pedantemente ancorati al pensiero logico, abbiamo raccolto informazioni e le abbiamo organizzate con l’aiuto di un matematico*.
Dunque: i giornalisti accreditati alla sala stampa vaticana, quindi quelli che risiedono a Roma e bazzicano il Vaticano, sono circa 200. Non tutti sono vaticanisti, ma largheggiamo pure.
La possibilità che su 3 milioni di persone residenti nella Città Eterna (con i turisti) proprio uno di questi 200 vaticanisti incontri casualmente “papa Francesco” a Roma sono prossime allo 0,000012%.
Quanto si potrà aspettare, al massimo, una persona alla fermata del Taxi? Abbondiamo e consideriamo un ritardo di 30 minuti.
La possibilità che uno dei 200 vaticanisti “romani” di cui sopra incontri “papa Francesco” proprio nell’arco di mezzora, per intercettarlo durante una visita di 15’, su 8 ore lavorative del negozio, e che si possa trovare nel raggio di 10 metri utili per scattargli una fotografia del genere, fanno scendere le possibilità di un incontro CASUALE e NON PREPARATO allo 0,000000062%.
Ripetiamo: lo 0,000000062%.
Per non parlare del fatto che tra i 200 generici giornalisti accreditati, Brocal non è un giornalista qualsiasi, come dice Bergoglio, ma è un vaticanista a lui vicinissimo. Quindi la percentuale si riduce ancora. Leggiamo da LinkedIn: Brocal è direttore dell'agenzia di stampa televisiva ROMA REPORTS, corrispondente dal Vaticano per TV di Messico, Colombia, Spagna, e altri. Viaggia con Papa Francesco e informa il pubblico sulle notizie quotidiane del Vaticano; direttore del programma settimanale "Il mondo visto dal Vaticano"; ha scritto i documentari "Francesco: Il Papa del popolo" e una biografia su Papa Francesco, "El Papa de la misericordia" (Planeta, 2015) e "El Vaticano como nunca te lo habían contado" (Planeta, 2018).
Quindi, ci spiace, ma la matematica non è opinabile e possiamo affermare senza timore di essere smentiti che BERGOGLIO, al 99,999938%, STA MENTENDO e HA PREPARATO DI COMUNE ACCORDO col suo vaticanista-fotografo-biografo-reporter Javier Martìnez Brocal non solo lo scatto della finta visita a sorpresa al negozio di dischi, ma anche, per conseguenza, la messinscena del carteggio con la “lettera nobile e bellissima” del reporter, cosa che equivale a offendere ulteriormente l’intelligenza del pubblico.
Ma ora vediamo secondo quali astuti criteri psico-manipolatori è organizzata questa maldestra “toppa”.
Nel carteggio viene innanzitutto rispolverata la narrativa del “papa di strada, un po’ indisciplinato, un po’ ribelle”: “Io sono sempre stato di strada. [...] Mi manca uscire per strada, questo sì lo desidero, la tranquillità di camminare per strada, o andare in una pizzeria a mangiare una buona pizza. Io sempre sono stato di strada”. (Questo ammiccamento gastro-italofilo alla pizza ricorre continuamente, anche nel film “I due papi” QUI: un modesto espediente della strategia del consenso).
Poi c’è la sottile irrisione di Bergoglio verso chi solleva obiezioni: “Non dobbiamo perdere il senso dell’umorismo” e infine viene adoperato abilmente il senso di colpa + il peso dell’autorità: Bergoglio infatti, incoraggia solennemente il vaticanista ad “adempiere alla propria vocazione di giornalista anche se QUESTO SIGNIFICA METTERE IN DIFFICOLTÀ IL PAPA”.
Ma in difficoltà per cosa, se tutti i giornali erano lì a cantare le lodi sul “papa informale, semplice, alla mano, “uno di noi”, che va in 500, che fa le improvvisate” etc. ? Mica lo hanno scoperto in trattoria, era passato a visitare un negozio di amici.
Gli unici ad eccepire e a scoprire la manfrina siamo stati noi, qui su Cose dell’altro mondo. Possibile che Bergoglio sia stato urtato da questo umilissimo e minuscolo blog?
No di certo, ma in ogni caso non ci sentiremmo in colpa per aver messo in difficoltà “il papa”, in quanto Mons. Bergoglio non è il papa.
Infatti, il vero Santo Padre Benedetto XVI, nel 2013, si è ritirato in SEDE IMPEDITA, e non aveva rinunciato al trono, come abbiamo dimostrato in 60 capitoli di inchiesta QUI in fondo.
Il papa è solo lui. Tecnicamente, Mons. Bergoglio, è vescovo, dato che col papato o l’antipapato si perde lo status da cardinale.
Come vedete, nella lotta fra Logos e Pathos, di cui Bergoglio è padrone, il Pathos non la spunta mai. Quindi, ci permettiamo di suggerire: perché non la chiudiamo qui? Ma tutta la vicenda, non solo questo piccolo, triste episodio.
*Il calcolo delle probabilità completo:
Considerando 3.000.000 di persone a Roma (residenti + turisti), la probabilità che questa foto sia scattata da una persona comune (non un vaticanista) è di 0.0009 %.
Che si tratti di uno dei 200 vaticanisti è una possibilità che si ha allo 0,000012 %.
L’aerea attorno a Bergoglio da dove la foto può essere stata scattata è definita come un semicerchio di 10m di raggio (uscita dal negozio). La sua superficie è dunque di 157 m2.
La superficie del comune di Roma è di 1285 Km2, cioè 1285 000 000 m2.
La probabilità di trovarsi in questo semicerchio davanti al negozio (indipendentemente dall’aspetto temporale) è dunque di 100 X 157/1 285 000 000 = 0,000 012 %
Considerando che il negozio è aperto 8 ore al giorno, 300 giorni all’anno significa che sull’arco di tempo di 8 anni di “pontificato” bergogliano, il negozio è stato aperto 38.400 mezzore complessive.
La probabilità spazio-temporale che uno dei 200 vaticanisti residenti a Roma di trovarsi al luogo giusto al momento giusto è dunque di 0,000000062 %