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Jorge Bergoglio all'angolo: Logos contro Pathos, la sua astuta strategia di difesa mediatico-emozionale

Tre obiettivi nel tentativo di un'autolegittimazione

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Bisogna riconoscere che, se Sua Santità Benedetto XVI è il signore della Logica, Sua Eccellenza Bergoglio è il signore dell’emozionalità, del Pathos. Siamo però agli antipodi: Gesù è il Logos, il Verbo incarnato, la Ragione che conduce alla Verità, e non il Pathos incarnato. Infatti, coerentemente, uno è il papa legittimo e l’altro il papa illegittimo come spiegava Mons. Gaenswein QUI.

Adesso, però, c’è un grosso problema. Si è scoperto che la situazione canonica di Francesco è irrisolvibile: Benedetto XVI non ha abdicato, ma si è auto-esiliato in sede impedita, (canone 412) resta l’unico papa e Bergoglio si è antipapato e scismato da solo. Nulla potrà mai cambiare questa realtà e il suo antipapato verrà cancellato dalla storia come una scritta in gesso alla lavagna. Smontate tutte le assurdità canoniche che lo proteggevano QUI , la reazione di Francesco può essere quindi unicamente di tipo demagogico-mediatico-emozionale, puntando a una sorta di autolegittimazione per “acclamazione emotiva di massa”, potendo contare sull’appoggio incondizionato dei media, sia quelli direttamente al soldo dei poteri mondialisti, sia quelli in buona fede, ma con preparazione teologica prossima a quella di Fedez.

Così, l’antipapa sta ora dando fondo a tutte le sue risorse mediatico-emozionali, per ottenere tre obiettivi: consolidare la sua immagine-cliché ormai irrimediabilmente logora, facendo al contempo infuriare i cattolici ortodossi; riconquistare consensi nel pubblico conservatore, e lasciare il vero papa in pasto ai suoi detrattori.

E ve lo dimostriamo subito.

LA TECNICA DELLA PROVOCAZIONE 

Di pochi giorni fa, una sua lettera di congratulazioni con cui sdogana l’attività di una suora, Jeannine Gramick, che da decenni si adopera per far accogliere le istanze dei Lgbt  nella Chiesa. QUI

Secondo la dottrina cattolica, la pratica omosessuale (non l’inclinazione) è il secondo dei Quattro peccati che gridano vendetta al Cielo, ma se siete credenti, non scandalizzatevi, non fate questo errore: Bergoglio è del tutto giustificato a fare queste affermazioni dato che NON è il papa e NON è cattolico come abbiamo dimostrato in 60 capitoli di inchiesta QUI. Non è il papa perché Benedetto XVI non ha mai abdicato, e non è cattolico perché promana concetti che non fanno parte del deposito della fede, ma anzi, tendono a rovesciarla e ad annullarla in una sorta di inquietantissima, nuova religione mondialista.  

Ma cerchiamo piuttosto di capire il perché di questa provocazione sulla suora pro-Lgbt e l’astuzia di una simile mossa. Far infuriare i cattoconservatori che, pure, continuano a riconoscerlo come papa è esattamente quello che vuole Bergoglio. L’obiettivo è quello di farli passare agli occhi del mondo come i “bigotti duri di cuore”, intolleranti e omofobi, mentre l’”amore è amore” e bisogna accogliere tutti, gli ultimi, la misericordia etc. etc. etc.  In tal modo, l’antipapa si attirerà una serie di attacchi da parte dei conservatori, ma nessuno di questi oserà metterlo in discussione come legittimo papa. Bingo: “Loro sono i cattolici cattivi e bigotti, ma, come vedete, neanche i miei nemici mettono in discussione che io sia papa”. Purtroppo la grande maggioranza dei conservatori, vittime di una forma di sudditanza psicologica verso chiunque sia vestito di bianco, si ostina a non capire la questione del Piano B di Benedetto XVI, e fa il suo gioco.

 

CONSOLIDARE IL CLICHE'

Del resto, da sempre Bergoglio fonda il suo potere sui facili (apparenti) buoni sentimenti, in un modo così efficace che in tanti hanno ceduto al suo fascino, persino degli insospettabili. Lo ha sempre fatto, fin da quel super-demagogico “Buonasera” con cui si presentò subito dopo la pseudo-elezione, vestito di bianco, senza la mantelletta rossa perché lui è ”contro gli orpelli dei ricchi papi ingioiellati, la Chiesa deve essere povera, come san Francesco”… etc. etc. etc.  Il luogocomunismo pauperista è senza dubbio uno dei suoi cavalli di battaglia più efficaci per costruire il cliché, assolutamente irresistibile, del “papa rivoluzionario che svecchia la Chiesa, che solo lui, finalmente, ha compreso l’essenza del messaggio di Cristo, che poi è quello di un po’ tutte le religioni ed è molto più morbido di quanto si sospettava. Il papa buono che accoglie gli ultimi e promette il Paradiso, lottando contro i cardinaloni avidi, tradizionalisti e bigotti che esercitano il potere con la paura dell’inferno”.

E’ la favola zuccherosa perfettamente confezionata in quel polpettone impudicamente mistificatorio del film Netflix “I due papi” di cui abbiamo scritto QUI il quale è riuscito a sostenere come Bergoglio volesse dimettersi da arcivescovo (!) e che papa Benedetto “non sentiva più la voce di Dio, tranne quella volta in cui parlava con la voce di Bergoglio” e gli diceva di andarsene. Infatti, non è un caso che proprio Netflix, il megafono mondialista, stia per sparare in onda un programma agiografico su Bergoglio di DICIOTTO PUNTATE (“diciotto bobine!”, come nell’”immortale capolavoro di Sergej M. Eisenstein” di fantozziana memoria) .

Oltre al pauperismo, il misericordismo, anche detto il “sei politico escatologico”. Tutti in Paradiso, perfino Giuda QUI. Fantastico, magari fosse, ma purtroppo è una dottrina eretica, già cassata nel III secolo, chiamata Apocatastasi. Del resto è ovvio: se Dio è amore, lascia liberi anche di rifiutarlo in modo irreversibile. Ergo, mandare tutti, a forza, in paradiso sarebbe una violenza sulle anime. Con il suo “todos caballeros”, tuttavia, Bergoglio alleggerisce completamente i fedeli dal senso dell’errore, del peccato, ed è chiaro che guadagna un tremendo appeal: un po’ come un nutrizionista che promettesse il dimagrimento con la “Dieta della pastasciutta, della birra e del cioccolato”.

 

RECUPERO CONSENSI A DESTRA 

Per otto anni, Bergoglio non ha fatto che cavalcare quella pseudomoraletta sinistrorsa-massonico-mondano-mondialista che è l’esatta inversione della bimillenaria fede cattolica. Oltre a far infuriare i veri credenti, però, dato che persegue quegli obiettivi novomondialisti che si fondano sull’immigrazionismo come strumento per demolire le identità dei popoli QUI, si è alienato larga parte dell’”elettorato di destra”.

Ed ecco perché proprio in questo periodo sta procedendo a manovre abbastanza evidenti per riconquistare quei consensi perduti. Bergoglio è un grande tattico, ma un cattivo stratega. Infatti si adatta plasticamente a ogni situazione, è liquido, mobile e veloce, ma manca di una strategia logica di fondo e si espone ad essere inchiodato alle sue incoerenze. Infatti ieri è riuscito a fare un discorso contro la "Cancel culture", LUI, che con lo pseudo motu proprio Traditiones custodes ha ABOLITO la messa antica in latino, l’elemento identitario-cultural-religioso per eccellenza della Chiesa cattolica.  Ci rendiamo conto?

Perfino il bergogliano Messaggero si è accorto che, dopo aver raccomandato alle famiglie di non prolificare “come conigli”, adesso Bergoglio ha lanciato l’allarme sull’inverno demografico per “salvare la Patria”. Ma attenzione: la soluzione proposta? Mica far fare nuovi bambini alle famiglie italiane. No: adottare i bambini stranieri. Questa trappola era più sottile da cogliere e il conservatore medio ci è cascato ed ha applaudito, nonostante Bergoglio gli abbia fatto rientrare dalla finestra neomalthusianesimo mondialista e immigrazionismo.

Quindi: attenzione. Se sentite Bergoglio fare discorsi in controtendenza, “di destra”, ora sapete con quali fini.

 

LO SCREDITAMENTO DEL VERO PAPA

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Benedetto XVI sta per diventare la star del millennio, visto che la sua mossa geniale per salvare la Chiesa si sta diffondendo come un fuoco in tutto il mondo, tanto che il suo biografo tedesco Peter Seewald si è spinto a dichiarare che lo faranno santo, per qualcosa di “immaginabile, ma inaspettato” QUI.

Così, oltre agli obiettivi già citati, per Bergoglio è utile che il vero papa venga sbranato dai media ostili. E’, infatti, oggettivo che proprio dal quotidiano liberal Die Zeit, amico di Bergoglio, sia partita un’operazione - un boomerang totale – per tentare di screditare il vero papa Benedetto, con una storia di presunta copertura di un prete abusatore di – appena – 40 anni fa.

Ora, che Bergoglio lasci fare, è oggettivo, dato che non ha detto UNA SOLA PAROLA in difesa del “predecessore” mentre i media rovesciavano inutilmente questo fango preistorico addosso a Benedetto XVI.  Anzi, nello stesso discorso sulla cancel culture QUI, Bergoglio ha rincarato la dose sulla necessità “di fare chiarezza, vagliando i singoli casi, per accertare le responsabilità, rendere giustizia alle vittime e impedire che simili atrocità si ripetano in futuro”. Ma come? Il suo “nonno saggio” come lo definiva QUI viene attaccato, a 94 anni, in quel modo orrendo e “papa Francesco” non dichiara niente per difenderlo? Anzi, fa il contrario: dice pure che “bisogna fare chiarezza accertando le responsabilità”.  

 

IL FALLIMENTO MILLENARIO

Come vedete, stiamo parlando di un gesuita estremamente astuto, anche se non sempre abile. S. Ignazio sapeva bene quali fossero le armi manipolatore che, a fin di bene, aveva messo a disposizione dei suoi: per questo aveva imposto che nessun gesuita potesse mai diventare papa. In fin dei conti, il giuramento è stato rispettato da Bergoglio, anche se involontariamente. 

Ma ormai le sue tecniche gesuitiche, per quanto raffinate, non attaccano più. La gente, esasperata da questa crisi infinita, stanca delle sue uscite contraddittorie, ormai non lo segue e/o mal lo sopporta. Sempre più persone hanno capito che c’è qualcosa di grosso che non va, soprattutto le donne sono arrivate per prime, col loro infallibile intuito.  

Perfino Andrea Riccardi, l’ayatollah del cattocomunismo modernista di S. Egidio lo ha scaricato con un libro intitolato “La Chiesa brucia” QUI.

Arriverà, dunque, il momento in cui tutto sarà reso ufficiale: la sede impedita rivelerà che Bergoglio non è mai stato il papa.

Il suo fallimento avrà una portata storica, millenaria. Con lui, infatti, crollerà una forma di plagio emozionale delle masse che va avanti da almeno 300 anni, sbocciata con la Rivoluzione francese.

I buoni sentimenti, quegli aneliti adolescenziali a ”un mondo più giusto e solidale”, l’atroce ossimoro della “fratellanza universale” - che ci hanno regalato fiumi di sangue, le ghigliottine e i 60 milioni di morti del comunismo - lasceranno definitivamente il posto a una nuova forma di pensiero obiettivo, logico, razionale e, si spera, animato dal vero amore, che, per sua natura (i genitori lo sanno), non è mai zuccheroso e mai facile. Sarà la vittoria finale del Logos contro il Pathos

 

 

 

 

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