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Tutto quello che avreste voluto sapere sul “Piano B” di papa Ratzinger (e che avete osato chiedere)

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Molti di Voi lettori scrivete a [email protected] per sostenerci e mandare ulteriori, davvero interessantissimi spunti. Grazie. Qualcun altro pone invece delle domande in riferimento a motivazioni e gesti pubblici del vero papa Benedetto XVI che sembrerebbero contrastare con la sede impedita, il Piano B canonico e la sua rivelazione sottile in Codice Ratzinger.

A questo punto dell’inchiesta, che troverete riepilogata QUI nei suoi 60 capitoli, riteniamo utile fornire un prontuario di risposte alle più frequenti obiezioni.

 

“Ma papa Benedetto non avrebbe mai fatto una cosa del genere”.

Però l’ha fatta.

 

“Ma come avrebbe potuto permettere che tante anime si perdessero, lasciando il suo posto?”

Il papa non è il baby sitter dell’umanità e non è colpa sua se è stato impedito. Sarebbe come accusare Pio VII di “aver abbandonato il suo popolo” quando fu arrestato e deportato da Napoleone. In ogni caso, Benedetto XVI continua a segnare la via e, come il “Katechon”, a salvare la situazione quando l’antipapa compie eccessive fughe in avanti con il suo programma distruttivo e inversivo del Cattolicesimo. Teologicamente, Dio vede nei cuori e giudica secondo le responsabilità di ciascuno. Esiste, inoltre, per salvare la buona fede dei semplici e degli inconsapevoli, la dottrina del Supplet Ecclesia che non vale, ovviamente, per chi è a conoscenza della situazione.

 

“Ma Ratzinger ha detto che il papa è Francesco. Lo dichiarò in un’intervista al Corriere”.

No, mai successo. Nel giugno 2019, Vatican News,  l’agenzia di stampa vaticana, stranamente citando (il giorno prima dell’uscita) l’intervista di Massimo Franco a Benedetto XVI, sul Corriere, titolò: ”Benedetto XVI: il papa e' uno, Francesco". E nel testo: «La Chiesa è e deve restare unita. La sua unità è sempre stata più forte delle lotte e delle guerre interne». E’ la certezza di Benedetto XVI che a tutti ricorda: “Il Papa è uno, Francesco”.

Sicuri? Siamo andati a rileggere l’intervista ed ecco cosa scrive Massimo Franco:

“Gli avversari di Bergoglio, spesso conservatori alla ricerca disperata di una parola di Benedetto che suonasse di critica a Bergoglio, si sono sentiti rispondere immancabilmente che «il Papa è uno, è Francesco»”.

Massimo Franco era presente? Gliel’hanno raccontato i conservatori avversari di Bergoglio o lo ha dedotto lui? Perché quel virgolettato “Il Papa è uno, è Francesco”, non è di Benedetto XVI, ma è una personale interpretazione di Massimo Franco. Quindi Vatican News, con un’operazione giornalisticamente scorrettissima, ha messo in bocca a Benedetto XVI considerazioni di Massimo Franco spacciandole per quelle del papa.

 

“Eppure Benedetto XVI ha giurato obbedienza a Francesco…”.

No, mai successo. Tanto che in “Ultime conversazioni” (2016) Benedetto XVI risponde  così al giornalista Seewald : “Nel prendere congedo dalla curia, come poté allora giurare obbedienza assoluta al suo futuro successore? Risposta di Benedetto XVI: “Il papa è il papa, non importa chi sia”.

Lui, infatti, disse PRIMA del conclave invalido, congedandosi dai cardinali il 28 febbraio: “E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”. In questo modo sottintendeva che un suo successore legittimo avrebbe potuto essere scelto solo fra quei veri cardinali, nominati da lui o da Giovanni Paolo II e non da eventuali antipapi. Un successore che lui sta ancora aspettando, in vista, magari, di una sua futura abdicazione, ma più probabilmente ha accettato con ubbidienza il responso del prossimo futuro vero papa (che sarà scelto solo fra quei veri cardinali) sulla propria sede impedita. Con questa mossa preventiva – sottile e geniale – Ratzinger ha detto la verità, altri hanno ritenuto che avesse giurato obbedienza a Bergoglio, ma lui non lo ha mai fatto.

 

“Ma un vero papa si immola eroicamente per la verità”.

Se si fosse fatto avvelenare, come trapelato da Vatileaks I con il cosiddetto “Mordkomplott”, papa Ratzinger avrebbe sortito il semplice risultato di far convocare un legittimo conclave e di far eleggere validamente uno dei suoi nemici modernisti. Così, oggi avremmo un vero papa Francesco. Teologicamente parlando, lo Spirito Santo avrebbe forse evitato l’elezione proprio del non cattolico Bergoglio, ma sarebbe stato eletto un altro cardinale modernista più morbido, ma non meno dannoso per la Chiesa e il mondo.

 

“Se Ratzinger non poteva più esercitare il potere, avrebbe potuto gridarlo da Piazza San Pietro durante l’Angelus”.

Questa obiezione – perdonateci - certifica che in Italia abbiamo non solo i famosi 60 milioni di allenatori della Nazionale, ma anche 60 milioni di papi impediti. Quand’anche papa Benedetto avesse compiuto un gesto del genere, lo avrebbero censurato, o fatto passare per matto, considerato che i media di tutto il mondo gli erano ostili. Basti pensare alla risonanza infinitesimale che ha avuto la sua drammatica frase “Mi vogliono silenziare” pronunciata nel 2020, quando era già, di fatto, da anni in sede impedita col sospetto della prigionia consolidato da sette anni. Inoltre, dopo poco tempo, probabilmente lo avrebbero fatto fuori per ritorsione e in tal modo, come sopra, il successivo conclave sarebbe stato valido.

 

“Ma come spera il 94enne Ratzinger di riconquistare il potere?”

Non c’entra nulla quanto papa Ratzinger possa restare in vita. Benedetto, secondo il Piano B, ha consegnato alla storia e al diritto canonico una rinuncia invalida che ha separato per sempre le linee successorie: una papale la sua, e una antipapale, quella di Bergoglio, come due famiglie, due Dna diversi. Che la vera Chiesa recuperi la sede o debba risorgere nelle catacombe, come profetizzato dallo stesso Ratzinger, ancora non sappiamo. Ma a lui premeva salvare la Fede.  Il munus petrino, il titolo di papa conferito da Dio, a quanto pare, Benedetto se lo porterà nella tomba (il più tardi possibile, gli auguriamo) e quindi una Chiesa cattolica riorganizzata forse in modo clandestino, come annunciato da diverse profezie, dovrà eleggere autonomamente un nuovo vero papa, successore di Benedetto, (non di Bergoglio) come nei primi tempi del Cristianesimo. Quindi, il suo Piano B è fatto per resistere nei secoli, è progettato per separare il grano dal loglio sulla lunga distanza con un documento che ormai è scolpito nella storia, corredato dai suoi fantastici errori di sintassi.

 

“Ma con il Piano B Ratzinger, allora, è stato sleale e ingannatore”.

Qualche tempo fa, una donna sequestrata e picchiata dal convivente chiamò i Carabinieri ordinando la pizza per farsi soccorrere. Secondo il criterio di questa obiezione, la donna sarebbe stata sleale verso il proprio uomo e sarebbe anche colpevole di oltraggio a pubblico ufficiale. Peraltro, papa Benedetto è stato talmente intelligente e sottile da riuscire a non mentire mai, (pur avendone tutte le giustificazioni, in impedimento) come abbiamo visto nella candida Declaratio che i suoi nemici hanno voluto interpretare e forzare a tutti i costi come rinuncia al papato. Lui è stato evangelicamente “astuto come un serpente ma candido come una colomba”. I suoi nemici hanno fatto tutto da soli.

 

 “Ma come poteva pensare che il suo piano, così sottile e impercettibile, avrebbe funzionato?”

Beh, di fatto ha funzionato. Lui sa come funziona il Logos, la Logica. Ha seminato alcune incoerenze macroscopiche, tipo gli errori di latino o il fatto di ripetere sempre “il papa è uno” senza mai dire quale. Sotto lo scandalo delle demolizioni esplosive di Bergoglio era certo che tali semi sarebbero germogliati nella mente di chi ancora non aveva rinunciato del tutto al pensiero logico e non voleva che il Cattolicesimo andasse perduto, annichilito in un progetto massonico-sincretista-mondialista. Così, a un certo punto un Fra Bugnolo si è incuriosito degli errori di latino, così un Don Minutella si è ribellato alle aberrazioni dottrinali di Bergoglio, così qualche giornalista ha capito che c’era qualcosa che non andava nella comunicazione del “papa emerito”. Da lì in poi tutto ha cominciato a sbloccarsi, mattoncino per mattoncino.

Non temete: tutto troverà compiuta realizzazione.

 

In copertina foto di Stefano Spaziani 

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