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Papa Ratzinger, come doveva essere una vera rinuncia: la considerazione più ovvia

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Sarà capitato a molti di Voi, nella vita, di conoscere persone che erano talmente immerse in alcune situazioni assurde e inaccettabili che non si rendevano più conto di quello che stavano vivendo. Donne malmenate dai conviventi, lavoratori sfruttati, amici succubi di “vampiri energetici”, e così via. Tutti costoro erano così assuefatti non riuscire a concepire di vivere situazioni ANORMALI.

Ora, da un anno documentiamo inoppugnabilmente che c’è uno solo papa, Benedetto XVI, il quale non ha abdicato, ma si è ritirato in sede impedita QUI (canone 412). Non sono suggestioni, o fantasie: lo dicono il Diritto canonico e gli stessi messaggi logici di papa Ratzinger certificati QUI da studiosi di rango universitario. Nessuna smentita dal Vaticano, né dai canonisti bergogliani interpellati, nemmeno dallo stesso Santo Padre Benedetto XVI che ci ha scritto QUI. Vi sembra normale?

NO, NON LO È.

Per comprendere la questione del “Piano B” e del “Codice Ratzinger” (illustrata nell'inchiesta QUI ai capitoli 1,2,5,6-14) serve un attimo di concentrazione e di lettura, ma si può fare, a monte, una considerazione ovvia, intuitiva, immediata.

Secondo voi, se papa Benedetto XVI avesse voluto DAVVERO abdicare, avrebbe fatto tutti questi pasticci in modo che oggi, dopo otto anni, ancora si dibatta ferocemente sulla questione?

Vi sembra normale che un papa coltissimo e rigoroso che è diventato troppo anziano e vuole lasciare l’incarico, faccia una dichiarazione in un latino dozzinale pieno di errori, che poi resti in Vaticano, con il suo nome da pontefice, vestito di bianco, conservando lo stemma, con un titolo (“emerito”) che non ha alcuna giurisprudenza, con delle dimissioni a tempo, che poi non vengono confermate? Vi sembra normale che poi continui a intervenire nell’attività del suo successore, a rilasciare interviste, a scrivere libri che vanno in esatta controtendenza rispetto alla direzione presa dal pontefice in carica? Vi sembra normale che parli con un linguaggio sibillino, ripetendo da otto anni “il papa è uno solo” senza mai dire quale, nemmeno se glielo estorcessero con le tenaglie?

E’ OVVIO CHE C’E’ QUALCOSA CHE NON TORNA, che dite?

Leggete qui la (vera) abdicazione di papa Celestino V, del 1294 (con la quale, pure, Ratzinger scrive in “Ein Leben” di non aver nulla a che spartire):

 «Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.»

Punto, basta, fine della discussione. Vi sembra che ci possano essere dei margini di incertezza? Vi pare che Celestino V avesse contemplato papati emeriti, ministeri allargati, membri attivi, contemplativi, cardinali in bianco, scomposizioni ipnotiche fra titolo e funzioni, differimenti, scadenze a tempo, ambiguità di sorta?

NO. Chiaro, semplice, pulito, come deve essere un papa che ha la possibilità di dire evangelicamente, sì sì, no no. Pietro da Morrone, poco dopo quel 13 dicembre 1294, prese il suo vecchio, ruvido saio da eremita e se la svignò, tentando quantomeno di tornarsene sulla sua montagna.

Allo stesso modo, il teutonico teologo Ratzinger, se avesse deciso di buon grado di abdicare solo per il peso dell’età, avrebbe fatto le cose per bene.

La sua Renuntiatio, (così si sarebbe dovuta chiamare a norma della Universi dominici gregis) sarebbe stata redatta in un latino perfetto e avrebbe comportato una rinuncia SIMULTANEA al MUNUS PETRINO come previsto dal canone 332 § 2. Il card. Sodano avrebbe subito dopo chiarito in italiano che il Santo Padre aveva appena rinunciato definitivamente al papato e tutti i titoli, diritti, dignità e funzioni che esso comporta.

Ratzinger sarebbe tornato cardinale, o ancora più probabilmente, conoscendo la sua umiltà, solo vescovo, proprio per non interferire col successore.

Certamente, dopo aver giurato pubblicamente fedeltà e obbedienza a papa Francesco, si sarebbe tolto di torno, probabilmente se ne sarebbe tornato nella sua amata Baviera, per finire i suoi giorni insieme al caro fratello Georg e non si sarebbe minimamente azzardato a intervenire nel pontificato del suo legittimo successore.

Al massimo, l’anziano vescovo Ratzinger avrebbe scritto le proprie memorie. Fine.

Tutto questo non è mai avvenuto, ma così sarebbe dovuta certamente andare SE, in un’altra dimensione spazio-tempo, in un’altra vita, Benedetto XVI avesse davvero abdicato per i motivi che sono stati addotti, come il fatto di non poter più affrontare fisicamente i viaggi pastorali.

Se volessimo credere che Benedetto ha davvero abdicato dovremmo accettare il fatto che quell’austero, umile, sapiente, mite, saggio teologo si sia trasformato d’un tratto in un anziano stravagante e folle, tanto da scrivere totali incoerenze; impreparato al punto da commettere madornali errori di latino, storia ecclesiastica, diritto canonico; vanesio e nostalgico fino a non voler rinunciare ad alcuni orpelli della propria antica dignità papale; dispettoso tanto da gettare nello sgomento, nell’incertezza e nell’angoscia milioni di fedeli; odiosamente invasivo e geloso al punto di sabotare il pontificato del proprio legittimo successore con interventi continui e non richiesti.

Una pazzia malevola, ma a corrente alternata, interrotta da pubblicazioni di luminosa profondità e lucidità, pieni di sapienza e dottrina.

Ma stiamo scherzando? E allora se la questione non vi fila, dedicate 1,8 minuti di lettura QUI a comprendere come è andata.

Se poi volete spiegarvi tutto, come fanno i tradizional-sedevacantisti, col fatto che “Ratzinger è modernista” e quindi, di default, svanito e dispettoso, va bene. Ci arrendiamo.

Anzi, no.

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