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Il video di papa Ratzinger umiliato dai prelati tedeschi: i dettagli-chiave finora sfuggiti

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Mentre assistiamo allo spettacolino mediatico della macchina del fango scatenatasi per ritorsione su papa Ratzinger, in attesa di trarre le fila sulla goffa operazione del giornale liberal Die Zeit (che va a rispolverare una questione di appena 45 anni fa), vi vogliamo parlare di quanto sia amato in Germania Benedetto XVI, il vero papa in sede impedita. Riprendiamo in esame un filmato del 22 settembre 2011 sul quale si è molto dibattuto: Benedetto XVI è in visita apostolica in Germania, a Berlino, e passa in rassegna i vescovi e cardinali tedeschi insieme al presidente tedesco Wulff.

QUI IL VIDEO   su Youtube, intitolato "Papa Benedetto XVI umiliato da cardinali che non gli danno la mano"

Si vede il papa che passa, con la mano stesa e, su 16 porporati, appena in 5 gli stringono la mano.

“Papa Benedetto umiliato dai vescovi tedeschi!”, hanno denunciato tanti cattolici, scandalizzati.

Ma la mano, i prelati dovevano stringergliela o no? Come diceva Pascal “Dio ha messo nel mondo abbastanza luce per chi vuole credere, ma ha anche lasciato abbastanza ombre per chi non vuole credere”. Infatti su questo video sono state fornite spiegazioni “antidietrologiche” convincenti.  

Ma nooo – hanno scritto gli sbufalatori di professione - Benedetto stava solo presentando i prelati al Presidente Wulff e qualcuno di loro si è sbagliato, pensando che lui volesse tendere la mano per stringerla". E ancora: “Ma siiiì, Benedetto aveva già salutato poco prima i suoi vescovi quindi non era necessario un nuovo saluto”.

Argomentazioni razionali: insomma, la questione sembrava essere finita con grande scorno dei pro-Ratzinger.

Ma guardiamo meglio e scopriremo cose interessanti.

Innanzitutto, Benedetto XVI è a una distanza di almeno un metro e mezzo-due da Wulff e, fra i convenevoli che si scambiano i presenti, molto difficilmente lui può far sentire la sua flebile voce al presidente tedesco.

Per giunta, se i pochi porporati che stringono la mano al papa avessero fatto una gaffe, Benedetto XVI, da quel gran signore che è, avrebbe certamente avuto il buon gusto di indirizzare meglio la mano per scoraggiarli da quella piccola goffaggine, evitando di esporli al ridicolo. E invece, addirittura, lui stende leggermente la mano verso alcuni di loro, li "induce in tentazione" per usare una citazione autorevole, ovvero, LI METTE ALLA PROVA.

Infatti, c’è un dettaglio che è sfuggito a tutti. Fra i cinque porporati che stringono la mano a Benedetto XVI ... C’E’ MONS. GAENSWEIN!

E’ il 13° nella fila, lo vedete?

Allora, dato che l’arcivescovo di Urbisaglia è il SEGRETARIO di papa Benedetto, come è possibile 1) che il suo segretario commetta una simile gaffe 2) che saluti il papa di nuovo se, come ovvio, lo ha accompagnato lui stesso?

E soprattutto c’è un altro dettaglio da notare, al di là delle strette di mano.

Su 16 prelati, ben 10 NON CONSIDERANO NEANCHE BENEDETTO XVI: non lo guardano nemmeno, come se passasse un cameriere intento a raccogliere i bicchieri. Solo uno si degna – bontà sua - di fare al Sommo Pontefice un piccolo gesto di reverenza, un leggero inchino col capo. Anche dando per buono il fatto che gli altri prelati non diano la mano a Benedetto per motivi di protocollo, essi non lo calcolano, ANZI SI SCANSANO. Nemmeno un sorriso, nemmeno un ammiccamento deferente AL LORO PAPA. 

Appare quindi del tutto plausibile che con quel piccolo scherzo della mano, probabilmente concordato con Mons. Gaenswein, papa Benedetto abbia voluto mostrare al mondo quanti nemici aveva nella Chiesa tedesca, ormai  passata pressoché in blocco al più tetragono modernismo, tanto che cento preti germanici hanno recentemente benedetto delle coppie gay, (benedicendo il secondo dei "4 peccati che gridano vendetta al Cielo") senza che, ovviamente dalla Chiesa bergogliana sia provenuta la minima sanzione.

E quindi, oggi, si spiega anche l’attacco del Die Zeit, guarda caso, giunto proprio adesso che è venuta fuori la questione della sede impedita che ha reso Bergoglio antipapa e usurpatore.

E in Germania conoscono la questione perché della nostra inchiesta si è occupato anche il Die Tagespost. QUI  il più importante giornale cattolico tedesco. 

Giusto in terra tedesca questa maldestra operazione poteva attecchire, dato che qui in Italia siamo cresciuti a pane e avvisi di garanzia ad hoc, provvedimenti giudiziari a 18 ore dalle elezioni e altre maramaldate del genere: le “macchine del fango” noi le conosciamo come il Bimbi e la Panda.

Ma a breve, quando sarà rivelata ufficialmente la questione del golpe antipapale, con il vero pontefice in sede impedita, (QUI in fondo l'intera inchiesta) quella Chiesa tedesca infedele e antiromana probabilmente si scismerà, andando a nullificarsi insieme a tutte le altre chiese protestanti che si sono diluite, snaturate, diventando come quel “sale senza più sapore” di cui parlava Gesù Cristo. 

Sono scese a compromessi col mondo, e il mondo se le è mangiate.

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