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L'imbarazzo di Bergoglio alla domanda su papa Ratzinger: “Ci sono due papi?”. Lo storico equivoco

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Oggi che la Magna Quaestio è finalmente chiarita, fa una certa impressione rivedere il video del 2016 in cui Bergoglio, durate una conferenza stampa in aereo, di ritorno dall’Armenia QUI IL VIDEO rispondeva a una domanda della giornalista Elisabetta Piqué del giornale argentino La Naciòn: “Sappiamo che Lei è il papa, ma c’è anche il papa Benedetto, il papa emerito. Ultimamente una dichiarazione del Prefetto della Casa Pontificia, Mons. Gaenswein, ha detto che ci sarebbe un ministero petrino condiviso con un papa attivo e uno contemplativo. Ci sono due papi?”.

Come dare torto alla collega di fronte a quello sconvolgente discorso di Mons. Gaenswein che abbiamo compreso solo pochi giorni fa, dandone spiegazione QUI?

Nella risposta che darà l’antipapa Francesco traspare tutto l’imbarazzo e l’incertezza di un uomo che ancora non ha capito, come, del resto, non aveva capito tutto il mondo per otto anni. 

“In un tempo nella Chiesa ce ne sono stati tre di papi”, prende tempo, con una battuta, l’intervistato. Infatti si riferisce al 1046, epoca del Sinodo di Sutri, o al Grande Scisma d'Occidente (1378-1418) fra vari pretendenti al soglio pontificio. Ma tali questioni furono alla base di aspri conflitti proprio perché per la Chiesa il papa può essere UNO SOLO, non due e non tre.

“Non ho avuto tempo di leggere queste dichiarazioni, perché non ho tempo per queste cose”, prosegue Bergoglio con una certa affettata noncuranza... Eppure avrebbe fatto bene a prestare molta attenzione.

“Benedetto è-Papa-emerito – prosegue scandendo bene le parole, ma si vede dal suo sguardo che anche per lui il concetto è abbastanza oscuro - Lui ha detto chiaramente, quell’11 febbraio, che dava le sue dimissioni a partire dal 28 febbraio, che si sarebbe ritirato per aiutare la Chiesa con la preghiera. E Benedetto è nel monastero, e prega”.

Qui il grosso equivoco, Eccellenza: Benedetto è emerito non in termini giuridici, come ex papa, ma è emerito in quanto si è ritirato in SEDE IMPEDITA e resta l’unico che ha il diritto di essere papa, dal verbo latino “emereo”. Questo per differenziarsi di fronte a qualsiasi altro presunto papa. Infatti, Benedetto resta nella SEDE, cioè il Vaticano, ma impedito. Per quello continua a vestire di bianco, da papa, con una veste menomata di due accessori: la mantelletta (pellegrina) e la fascia, simbolo delle due funzioni di governo papale alle quali ha dovuto rinunciare (annunciare il Vangelo e governare la barca di Pietro. Cfr. Declaratio QUI)

Benedetto XVI ha infatti dichiarato esplicitamente che avrebbe dato le sue dimissioni dal ministerium, dall’esercizio pratico del potere. Lo ha fatto in modo differito, esclusivamente fattuale e non giuridico. Non avrebbe MAI potuto ratificare un documento in cui separava il ministerium dal munus petrino, perché essi sono inseparabili. QUI  E’ stato sempre perfettamente sincero e coerente come leggerete QUI. Vi siete fatti ingannare dal fatto che in italiano munus e ministerium si traducono con la sessa parola “ministero”.

Purtroppo avete voluto illudervi che avesse abdicato, ma è una Vostra responsabilità, non di papa Benedetto. Avete fatto tutto da soli, e vi siete scismati.

Funziona così: abdicazione e sede impedita sono due situazioni contigue, ma molto diverse, prova ne sia il titolo del recente studio della canonista Boni: “Una proposta di legge sulla sede romana totalmente impedita e la rinuncia del papa“.

Per l’abdicazione (canone 332 § 2) si deve rinunciare al munus petrino in modo simultaneo, e allora si decade anche dal ministerium. Se si rinuncia solo fattualmente e in modo differito al ministerium, senza ratificare nulla, c’è un autoesilio in sede impedita, il munus non decade e il papa resta l’unico papa in circolazione. Ecco perché Benedetto resa l’EMERITO, l’unico che ha diritto di essere papa, a scanso di qualsiasi confusione con altri bianco-vestiti. QUI in fondo tutti i dettagli, agli articoli 1,2,5,6-14.

Prosegue Bergoglio: “Io sono andato a trovarlo tante volte, o al telefono… L’altro giorno mi ha scritto una letterina – ancora firma con quella firma sua – facendomi gli auguri per questo viaggio”.

Già: “firma ancora con quella firma sua Benedetto XVI”, (forse anche con il P.P. Pater Patrum?). Firma ancora con il nome pontificale perché è ancora il papa, Eccellenza.

“E una volta non una volta, parecchie volte – ho detto che è una grazia avere a casa il “nonno” saggio. Anche davanti a lui l’ho detto, e lui ride. Ma lui per me è il Papa emerito, è il “nonno” saggio, è l’uomo che mi custodisce le spalle e la schiena con la sua preghiera”.

Non vorremmo risultare irrispettosi, ma qui il passaggio si fa umoristico: un 80enne che considera “nonno saggio” un 89enne.  Infatti, “il nonno saggio” Benedetto si fa una risata (povero Bergoglio). Altro che nonno: è lui il vero papa. Ma certamente il Santo Padre Benedetto XVI prega per lui, questo è vero, prega anche per il suo Pontifikat, come scrisse al teologo tedesco super-modernista filomassone Hans Küng , visto che Pontifikat in tedesco significa anche episcopato. E Bergoglio ha lasciato il suo episcopato di Buenos Aires abbandonato, per essere assurto ad altri incarichi (l’antipapato). QUI

Più avanti Bergoglio dà prova di aver clamorosamente mal interpretato uno dei discorsi chiave di Benedetto XVI: “Mai dimentico quel discorso che ci ha fatto, ai Cardinali, il 28 febbraio: “Uno di voi sicuramente sarà il mio successore. Prometto obbedienza”. E lo ha fatto”.

No Eccellenza. Papa Benedetto XVI non ha mai giurato obbedienza a Lei, tanto che in “Ultime conversazioni” (del 2016!) il Santo Padre risponde così al giornalista Seewald: “Nel prendere congedo dalla curia, come poté allora giurare obbedienza assoluta al suo futuro successore?" Risposta di papa Benedetto XVI: “Il papa è il papa, non importa chi sia”.

Ratzinger, infatti, dichiarò PRIMA del conclave invalido, congedandosi dai cardinali il 28 febbraio 2013: “E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza”. QUI

In questo modo sottintendeva che un suo successore legittimo avrebbe potuto esserci SOLO fra quegli stessi VERI cardinali, nominati da lui o da Giovanni Paolo II e non da eventuali antipapi.

"Coloro a cui compete", come scriveva nella Declaratio. Parlava, dunque, di un successore che LUI STA ANCORA ASPETTANDO, in vista di una sua futura abdicazione, oppure di un prossimo vero papa che, dopo la sua morte, si pronuncerà sulla sua sede impedita e il cui responso, Ratzinger, fin da allora, era disponibile ad accettare docilmente. Con questa straordinaria mossa preventiva, papa Benedetto ha fatto ritenere a tutti di aver giurato obbedienza a “papa Francesco” senza averlo mai fatto … e ci è cascato anche Bergoglio.

Prosegue l’argentino: “Poi ho sentito – ma non so se è vero questo – sottolineo: ho sentito, forse saranno dicerie, ma concordano con il suo carattere, che alcuni sono andati lì a lamentarsi perché “questo nuovo Papa…”, e lui li ha cacciati via! Con il migliore stile bavarese: educato, ma li ha cacciati via. E se non è vero, è ben trovato, perché quest’uomo è così: è un uomo di parola, un uomo retto, retto, retto!”.

Plausibilissimo: Benedetto certo non avrebbe preso in considerazione lamentele da parte di chi considera Bergoglio papa, perché non lo è. Peraltro, lo status di sede impedita non può essere dichiarato perché il papa è confinato, prigioniero, sotto possibile minaccia. Per questo ha mandato via chi si lamentava.

Poi, non so se Lei si ricorda, che io ho ringraziato pubblicamente – non so quando, ma credo durante un volo – Benedetto per aver aperto la porta ai Papi emeriti. 70 anni fa i vescovi emeriti non esistevano; oggi ce ne sono. Ma con questo allungamento della vita, si può reggere una Chiesa a una certa età, con acciacchi, o no? E lui, con coraggio – con coraggio! – e con preghiera, e anche con scienza, con teologia, ha deciso di aprire questa porta”.

No Eccellenza, non l’ha fatto perché se così fosse stato, Benedetto XVI avrebbe istituito giuridicamente il papato emerito. E non l'ha fatto. Sappiamo benissimo che se un vescovo può essere giuridicamente emerito, e andare in pensione, un papa non potrebbe mai esserlo. Lo dicono tutti i canonisti, persino il suo vescovo Mons. Sciacca QUI

Tanto che il Vaticano ADESSO si sta arrabattando per cercare di trovare una giurisprudenza per l’emeritato QUI che resta un unicum storico, irripetibile, un aggettivo meramente qualificativo solo per differenziare un vero papa autoesiliatosi in sede impedita da un falso papa attivo che ha in mano il potere.

Per concludere, Francesco dice però un’assoluta verità: “E dirò qualche cosa a questo grande uomo di preghiera, di coraggio che è il Papa emerito - non il secondo Papa - che è fedele alla sua parola e che è un uomo di Dio. E’ molto intelligente, e per me è il nonno saggio a casa”.

Sì, è un grande uomo di coraggio e di preghiera: è il papa emerito, cioè il papa, il Sommo Pontefice, come giusto due giorni fa abbiamo visto QUI

Non è infatti il secondo papa, è l’unico papa. E’ fedele alla sua parola come abbiamo visto QUI non ha mai mentito.

E, sicuramente, è molto intelligente.

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