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Vittorio Messori: non rivelerò mai cosa mi ha detto papa Ratzinger. Sappiate che è tenuto all'oscuro

Parla il più grande giornalista cattolico

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Come abbiamo già detto, questa sul golpe antipapale subìto da Benedetto XVI è la prima, straordinaria “inchiesta partecipata” della storia del giornalismo. Cominciano a essere davvero tanti gli input, le segnalazioni, le informazioni, i documenti giunti da semplici lettori, buoni cattolici che non accettano di vedere distrutta la loro fede e la loro Chiesa sotto l’agenda globalista, senza fare niente. A questo proposito, chiunque abbia suggerimenti o informazioni può scrivere a [email protected] : esamineremo con cura tutto il materiale pervenuto, verificandolo attentamente.

Un lettore ci ha inviato ieri la registrazione completa, effettuata da uno spettatore, di un incontro pubblico avvenuto nel giugno 2016 presso il Centro Francescano Rosetum di Milano. Protagonista, il più autorevole e famoso dei giornalisti cattolici, Vittorio Messori, che presentava il suo ultimo libro “Ipotesi su Maria”. QUI troverete la registrazione ufficiale dell’evento da cui però è stata tagliata la parte finale, con le domande del pubblico, durante la quale lo scrittore torinese ha rilasciato dichiarazioni sconvolgenti che solo ora trovano una collocazione ben precisa. Mettiamo a disposizione dei colleghi interessati il materiale  e intanto riportiamo le esatte parole di Vittorio Messori:

“In settembre ebbi un incontro privato con il “papa emerito”, come ha voluto essere chiamato. Con Ratzinger era nata un’amicizia davvero forte con quel libro “Rapporto sulla fede” (1984) che facemmo assieme. Lui, con la sua tipica generosità, ha voluto ripagarmi con la sua amicizia tanto che, a volte, andavamo a cenare insieme in una trattoria a Trastevere. Questo rapporto personale è andato avanti, ma da quell’11 febbraio 2013 (data delle presunte dimissioni n.d.r.) non mi sono fatto più vivo perché volevo rispettare il suo ritiro. E’ stato il suo segretario (Mons. Gaenswein n.d.r.) che mi ha telefonato dicendo: “Sua Santità sarebbe lieto di rivederLa in nome dei vecchi trascorsi, venga a trovarlo nel suo ritiro, però resta inteso che Sua Santità la aspetta come amico e non come giornalista. Il vostro sarà un incontro privato e quindi non ci saranno cose pubbliche da propalare”.

Io mi sono attenuto rigorosamente a questo anche se, certo, da vecchio giornalista, se avessi detto al Corriere alcune delle cose che Ratzinger mi ha detto, beh … avrei riempito le cronache per parecchio tempo.  Però mi sono violentato, e nessuno, neanche con le tenaglie, mi tirerà mai fuori quello che Ratzinger mi ha davvero detto.  La sola cosa che ho potuto dire - che però è significativa - è che quando Ratzinger mi ha chiesto il mio parere sulla situazione attuale della Chiesa, io gli ho espresso, con sincerità, questo clima di perplessità (per usare un eufemismo), di inquieta curiosità su come andrà a finire, di fronte a certi esperimenti. Comunque, gli ho detto come la pensavo ed è abbastanza significativo come, dopo avermi ascoltato, lui abbia aperto le mani, alzato gli occhi al cielo e abbia detto: “Io posso solo pregare”. Sappiate però che a lui arrivano soltanto le notizie che decidono gli altri. Ho scoperto, ad esempio, che lui riceve soltanto due giornali: il Corriere della Sera e la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Cioè, quando vengono a dire: “…ma c’è Ratzinger che è entusiasta del suo successore!”, non vedo di cosa potrebbe essere entusiasta, o indignato, visto che a lui le notizie non arrivano. Lui non vede la tv, non ascolta la radio, gli arriva solo il Corriere che è schierato pro-papa (Bergoglio n.d.r.). PAPA RATZINGER È COMPLETAMENTE DISINFORMATO. Comunque, chi vivrà vedrà”.

Anche se siamo immersi in una realtà distopica, riuscite per un attimo a rendervi conto? Un papa, sebbene “emerito”, che riceve soltanto due giornali ed è completamente disinformato. Normale, no? Soprattutto, i giornalisti amici che vengono a visitarlo non devono pubblicare nulla, mentre possono farlo i giornalisti pro-“papa Francesco” come Massimo Franco, del bergoglianissimo Corriere della Sera. Il più grande giornalista cattolico che dice: “Non mi toglierete nemmeno con le pinze quello che Ratzinger mi ha detto, altrimenti avrei riempito le cronache per settimane”.

Ora, cerchiamo di essere onesti: vogliamo dire che anche Vittorio Messori è un complottista?

Avete capito perché diciamo la pura verità scrivendo ogni giorno che il vero papa è solo Benedetto XVI, e si trova in una situazione di SEDE IMPEDITA?

Come ripetiamo per l’ennesima volta, egli, l’11 febbraio 2013 ha pronunciato una Declaratio che solo a chi era in malafede e voleva toglierlo di mezzo poteva sembrare una rinuncia. Infatti, nonostante le manipolazioni operate sulle traduzioni, la Declaratio come rinuncia è canonicamente invalida e implosiva, mentre è del tutto coerente come dichiarazione - non giuridica - di auto-esilio in Sede impedita (canone 412). Per questo “il papa è uno solo”, come ripete Benedetto XVI da otto anni, senza mai specificare quale, e per questo ci invia tutti i messaggi nell’ormai noto “Codice Ratzinger” QUI che configurano esattamente, costantemente questa situazione canonica grazie alla quale il vescovo Bergoglio si è autoscismato ed è divenuto un antipapa usurpatore. Troverete tutta l’inchiesta riordinata dall’inizio, per capitoli, in fondo a questo articolo QUI .

Ora, lo diciamo con affettuosa premura agli altri colleghi e ai membri del clero che continuano a evitare accuratamente queste macroscopiche, inaudite evidenze canoniche, indiziarie, teologiche, storiche, documentali, testimoniali, rifiutandosi perfino di discuterle: quanto pensate che si possa tenere ancora in piedi la favoletta dell’abdicazione, “del vecchio papa retrogrado che, troppo vecchio e con un piede nella fossa (da otto anni), accetta di farsi da parte per lasciare spazio al buon papa Francesco, misericordioso e rivoluzionario”? La storia insegna che, darwinianamente, le imposture non resistono al tempo, ed è nella logica del Piano B  QUI che si arrivi senz’altro a un momento rivelatore. Allora, molte carriere saranno combuste in un lampo.

Per giunta, in un’epoca come questa dove tutto è controllato, ripreso, registrato, trascritto e a portata di click, è del tutto folle e anacronistico ritenere che si possa mantenere un qualsiasi segreto, a maggior ragione uno del genere, peraltro con un’inchiesta in corso, conosciutissima, portata avanti su Libero e ByoBlu, alla quale possono potenzialmente partecipare migliaia di lettori in tutto il mondo.

Ricordate cosa disse qualcuno: “Se quelli taceranno, grideranno le pietre”.

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