Cerca
Cerca
+

BlogGiornLN ci dà degli "idioti", ma non sa nulla degli oggetti liturgici massonici e/o satanici

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

Vai al blog
  • a
  • a
  • a

Era dal lontano giugno 2020 che non ci prendevamo un bell’insulto. All’epoca fu il bergoglianissimo Avvenire a dare dell’imbecille allo scrivente, perché aveva sottolineato QUI come non fosse tanto normale che un eccellente latinista come Joseph Ratzinger avesse inserito due enormi errori di sintassi nella sua Declaratio di dimissioni che, poi come si è visto qui, non è affatto un’abdicazione, ma un messaggio sulla propria sede impedita QUI . Comunque, quell'epiteto portò un’enorme fortuna all’inchiesta che ora sta facendo il giro del mondo, tradotta in inglese, spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo  e polacco.

Ieri abbiamo scritto QUI del fatto altrettanto “insolito”  per cui Francesco porta al collo una croce d’argento con un’iconografia inequivocabilmente riconducibile all’ordine massonico dei ROSACROCE che propugnano ecologia, sincretismo religioso, fratellanza universale a iosa, ma di cattolico proprio nulla.

Così un collega, probabilmente vaticanista, che si cela sotto il nickname non proprio indecifrabile di blogGiornLN, col quale avevamo avuto già qualche confronto in passato, ci dà cortesemente degli idioti scrivendo nei commenti quanto segue.

"blogGiornLN • un giorno fa

Il collega poco esimio che ha scritto questo articolo, oltre a non avere nemmeno le basi della tecnica giornalistica secondo la quale "le fonti vanno SEMPRE verificate", rasenta l'idiozia.
Nell'antichità, l'idiota era colui che, privo di intelletto e cultura, era relegato a svolgere compiti di mero esecutore materiale di qualsiasi ordine impartito, in genere, sempre di bassa manovalanza.
Quella croce pettorale vescovile è un regalo, acquistato in un negozio di articoli religiosi di Roma, fatto all'allora card. Jorge Mario Bergoglio da un suo amico, il prof. m° Matteo Calisi, pianista di Bari e Professore Docente di Educazione Musicale nella Scuola Pubblica Statale Secondaria di I Grado, fondatore e Presidente dell'associazione cattolica di "carismatici", la "Comunità di Gesù", istituita con il benestare dell'allora papa Benedetto XVI.
Difatti, sin da prima dell'ordinazione papale di Francesco, il prof. Calisi ha un suo ufficio proprio nell'ufficio attiguo a quello dello studio del Papa nel palazzo apostolico dalla cui finestra si affaccia il mezzogiorno della domenica per la preghiera dell'Angelus/Regina Coeli.
Quel regalo deriva dal fatto che il prof. Calisi era in viaggio in Sudamerica per delle riunioni dei "carismatici" e avrebbe voluto passare a salutare l'amico card. Bergoglio, ma questi era partito per l'Italia.
Al suo ritorno in Italia, allora, Calisi, ritornato a Roma, in vista del suo incontro con Bergoglio, volendo portargli un presente, ma indeciso su cosa regalargli, entrò nel primo negozio di articoli religiosi che si trovò davanti e, dopo aver spiegato che si trattava di un regalo per un Cardinale, consultandosi con il commerciante, la scelta ricadde proprio su quel pettorale.
Quindi, tutte quelle elucubrazioni (per non definirle delle vere e proprie seg*e mentali) sul significato di quella croce pettorale dovrebbero essere fatte non in relazione al Papa che la indossa, ma, semmai, all'artista-artigiano che disegnò il bozzetto originario che è Antonio Vedele, ex Titolare datore di lavoro dell'artista-artigiano che l'ha realizzata e commercializata, Giuseppe Albrizi.

Al che, riteniamo doveroso, anche a beneficio dei lettori, rendere pubblica questa risposta.

Gentile Collega,

i suoi toni, oltre che poco urbani, sono del tutto ingiustificati  e Le dirò perché. Se non lo sa, fin dai tempi del Concilio, almeno, esiste una particolare produzione di arte sacra, opera di artisti compiacenti, venata da ispirazioni decisamente poco ortodosse, se non addirittura filomassoniche o radicalmente eversive rispetto al Cattolicesimo.

Ad esempio, una puntata di “Vade Retro”, ottima trasmissione di Tv 2000, la tv dei vescovi, si intitola: “Chi fabbrica i rosari massonici e satanici?”. La veda, è molto interessante ed è una trasmissione ancora cattolica visto che è del 2012. QUI

Un esempio balzato agli onori delle cronache ancor più di recente  è quello del criticatissimo presepe in ceramica di Castelli esposto in Piazza San Pietro nel Natale scorso, di epoca schiettamente conciliare.

Ne abbiamo trattato QUI  e QUI

Se a Lei sembra normale che in un presepe in San Pietro figuri un guerriero cornuto con un teschio sulla fronte, va bene, ma non siamo certo anormali noi a stupircene.

E  veniamo al merito della sua contestazione. Nessuno ha mai scritto che Francesco si sia fatto fare su misura questa croce, ci era notissimo il progetto di Vedela e la realizzazione di Albrizzi successiva tanto che, come leggerà, ne abbiamo scritto ieri sera anche su ByoBlu, prima del suo commento QUI .

Quindi il fatto che Bergoglio indossi una croce come quella descritta perché regalatagli da qualcun altro, non significa assolutamente nulla. Allora, secondo la sua logica, sarebbe autorizzato a indossare sulla talare un pentacolo con un caprone perché regalatogli da un amico? E questo non dovrebbe destare alcuna perplessità, in quanto regalo? Ci faccia capire come funziona la sua logica.

Non sono pochi i laici e i religiosi con aderenze massoniche, tra loro si conoscono e comunicano come piace a loro, con questi simboli che, con una certa ingenuità, ritengono assolutamente criptici.

Quindi, a Bergoglio potrebbe avergliela regalata l'amico pianista che era magari massone, che la acquistò nell’ambito di quella particolare produzione di oggetti liturgici, ben consigliato dal commerciante. E il destinatario è stato molto felice del regalo. Lei c’era? Sa come è andata? 

Il solo fatto INDISCUTIBILE è che Bergoglio indossa da molti anni una croce che ha un’iconografia inequivocabilmente riconducibile al Buon Pastore dei ROSACROCE, CHE NON SONO CATTOLICI. PUNTO. Magari, adesso che lo sa, se la toglierà, vediamo?

L’oggetto appartiene con ogni probabilità a quella produzione di oggetti sacri destinati a una clientela diciamo, con delle concezioni spirituali un po’ personali.

Sul perché Bergoglio lo faccia lasciamo ai lettori farsi un'idea, forse non lo sapeva, ed era solo una questione di estetica.

Così come i lettori si faranno un’idea sul perché il culto della Novena sull’insignificante ex voto tedesco di “Maria che scioglie i nodi” – esportato da Bergoglio in tutto il mondo -  sia stato fatto dipingere da un proto-massone e ricordi da vicino la magia dei nove nodi QUI , o perché l’analogo culto bergogliano del  San Giuseppe dormiente QUI possa essere facilmente ricondotto al Mutus liber alchemico, o perché è stata inserita nel messale l’obsoleta metafora della RUGIADA che, guarda caso, è il “Nettare dei Rosacroce”. QUI

Oppure, caro Collega, potremmo andare insieme a fare due chiacchiere con l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi, per chiedergli come mai ha dichiarato QUI che con Francesco  (appena eletto): “Forse nella Chiesa nulla sarà più come prima. La semplice CROCE che ha indossato sulla veste bianca  lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l’esperienza dell’America Latina, lavora per il bene e il progresso dell’umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E’ questa la ‘fumata bianca’ che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo”.

Ah, Allende era rosacrociano. Comunque coglieremo il suo input per un'indagine ancora più approfondita sulla produzione di questi strani oggetti liturgici.

Per restare in tema, La lasciamo con un detto alchemico: "Come in alto, così in basso"; ovvero, dall'arroganza alla figuraccia è un attimo.

Cari saluti, 

Andrea Cionci

Dai blog