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Il concerto per basso-baritono nel giardino romantico del Palazzo Reale di Napoli

Un interessante esperimento per la divulgazione dell'Opera

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Basta con gli Zoom, i webinar, le dirette e i momenti di socialità virtuale imposti dal Covid. Al centro di Napoli si recupera il contatto umano, il contatto fra gli artisti e gli spettatori grazie all’iniziativa del regista d’opera Michele Mangini che ha preso in gestione il Giardino romantico di Palazzo Reale, in Piazza Plebiscito, per una serie di serate all’insegna della musica, del teatro e della cultura in generale.

Un luogo magico che è sempre stato zona verde sin dal periodo angioino; quando nel ‘600 fu costruito l’attuale palazzo barocco dal grande architetto Domenico Fontana, il sito fu arricchito con il maneggio e la fabbrica di porcellane.

L’aspetto attuale del giardino romantico risale al 1840 ai restauri voluti da Ferdinando II Borbone ed effettuati dall’architetto Gaetano Genovese, che sistemò il giardino “all’inglese” e la cancellata in ferro con lance a punta dorata, realizzata nell’opificio borbonico di Pietrarsa, l’industria siderurgica del Regno delle Due Sicilie che produceva locomotive, binari e cannoni.

Il giardino fu poi modificato nel 1924 per realizzare il viale rettilineo di accesso da via San Carlo alla Biblioteca Nazionale, trasferita in Palazzo Reale negli anni Venti e poi nel 2010 quando fu realizzata la nuova sala interrata per le prove del Teatro San Carlo al posto dell’antica falegnameria.

Palazzo Reale Summer Fest”, così si chiama la kermesse iniziata il 17 giugno che terminerà il 5 settembre: dal giovedi alla domenica, sono tanti gli appuntamenti di spettacolo dal vivo e all'aperto, all'insegna della cultura: concerti musicali, live performance, stand up comedy, dibattiti culturali e giornalistici, letture ed eventi speciali, che vedranno la partecipazione dei maggiori rappresentanti del panorama culturale, artistico e musicale del Paese e anche le presentazioni dei due candidati a sindaco di Napoli per le prossime elezioni di ottobre.

Mentre in Piazza Plebiscito questa estate andranno in scena le opere del teatro San Carlo, Carmen di Bizet e Trovatore di Verdi, segnaliamo il 27 sera un piccolo concerto, “A ciascuno il Duo”, con il pianista e compositore Ivan Dalia, pianista e compositore, e il basso-baritono Luca De Lorenzo.  Lo show ripercorre la storia della musica classica attraverso il linguaggio, musicale, teatrale e comico. Canto e piano inscenano, infatti, un dialogo tra la lectio leggera e vivace e lo spettacolo comico e colto.

L’intento dello spettacolo è incuriosire le persone comuni ad una musica che – solo oggi – è poco comune. Lo scopo è ludico e formativo al contempo: la storia della musica e dei grandi compositori del passato viene raccontata attraverso il linguaggio comico dei due artisti, il cui scambio è teatrale ed a volte surreale.

«Cercheremo di dimostrare che la musica classica è e sarà sempre alla base di ogni invenzione musicale moderna -  spiegano gli artisti -  vorremmo abbattere ogni barriera tra artisti e pubblico, sdoganando la classica, creduta un macigno polveroso ed incomprensibile, donando suggestioni, emozioni e tanto divertimento».

Il Duo racconterà le vite dei grandi compositori come Rossini, Pergolesi, Rota, Cimarosa, Mascagni, Mozart valorizzando un registro vocale come quello basso-baritonale al quale si dedicano, in genere, pochi concerti solistici.

Un interessante esperimento sulla strada di riavvicinare il pubblico anche giovanile a un repertorio musicale che è stato pressoché completamente abbandonato dalla scuola e dalla televisione pubblica.

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