Don Enrico Bernasconi: un altro sacerdote scomunicato perché fedele a Benedetto XVI
I media mainstream ignorano questi sacerdoti che perdono tutto per la loro convinzione
La situazione sta passando i limiti del surreale, oppure è solo una nostra impressione? Si accettano riscontri.
Riepilogando: abbiamo due papi, ma tutti dicono che ce ne può essere solo uno.
Benedetto XVI - che secondo molti non si è mai dimesso - ripete da otto anni che il papa è uno, ma non spiega quale. QUI
I media mainstream manipolano i suoi virgolettati per fargli dire che è Francesco, ma lui non lo ha mai detto. QUI
Poi ci sono dei preti - fedeli al più ortodosso magistero cattolico - che si fanno scomunicare, perdendo tutto, reputazione, parrocchia, stipendio, NON per aver elaborato dottrine teorie ereticali, o per comportamenti immorali, bensì per aver dichiarato che l’unico papa è Benedetto XVI. Stranamente, però, non vengono processati dalle autorità ecclesiastiche e non viene mai dato loro modo di difendersi. Perché? Cosa c’è da temere?
Ma forse la cosa più folle di tutte è che, in tutto questo, nessun quotidiano nazionale, a parte Libero, cerca di capire il perché del “suicidio” di questi preti, peraltro lisciando quello che è probabilmente il caso giornalistico più straordinario e interessante degli ultimi 700 anni. Eppure, per decenni, gli stessi media sono stati coi fucili puntati verso tutto quello che riguardava i fatti della Chiesa. Come mai adesso le voci critiche si sono così affievolite? Peraltro Francesco è una figura molto divisiva, quindi neanche a dire che sia un incontrastato “beniamino del pubblico”.
Comunque, qui su “Cose dell’altro mondo” continuiamo a fare il nostro dovere proponendovi l’intervista all’ultimo sacerdote scomunicato, Don Enrico Bernasconi, pubblicata dal collega Samuel Colombo sul suo sito Rivelazione QUI
Bisogna ricordare che il primo ad essere “misericordiosamente” falciato da Bergoglio fu, nel 2018, don Alessandro Minutella, due volte teologo, apprezzato studioso già recensito dall’Osservatore romano, autore del recente libro “Pietro dove sei?” che viene venduto perfino nelle librerie di Via della Conciliazione. Dopo essere stato sottoposto a un maciullamento mediatico di Rai (Sabato italiano) e Mediaset (Le Iene), Don Minutella ne è uscito indenne e più vitale che mai. Il suo è un record storico: due scomuniche, (una in più di Lutero) per eresia e scisma, comminate dall’ottantenne cardinale Beniamino Stella, nominato da Francesco, nel 2013, Prefetto della Congregazione per il clero. In realtà le scomuniche – cui non è mai seguito il regolare processo canonico - sono state un vero autogol per la chiesa bergogliana dato che ora Don Minutella non ha più vincoli di sorta e tutti i giorni parla molto chiaro dal suo canale Youtube Radio Domina Nostra, seguitissimo, dove ribadisce – argomentando - come l’unico papa sia Benedetto XVI. L’embargo mediatico da parte dei media mainstream su questo sacerdote – pur giornalisticamente interessantissimo - sta sfiorando il ridicolo: è come se nelle redazioni fosse circolata una velina del tipo ”non nominate don Minutella, per carità!”. Infatti lo invitano - con successo di ascolti - solo canali di informazione indipendente come Vox Italia Tv (la cui intervista al teologo palermitano ha fatto 180.000 visualizzazioni QUI e ByoBlu QUI
(Le visualizzazioni di quest’ultima si sono perse quando il canale, con mezzo milione di iscritti, è stato da poco cancellato da Youtube. Forse era troppo scomodo?).
Il paradosso è che nel catechismo di don Minutella non si ravvisa alcuna eresia, anzi, nel suo insegnamento si riscopre un Cattolicesimo chiaro, ortodosso, razionale e fedele alla Tradizione che mette in luce le discusse innovazioni del nuovo corso bergogliano, con un trend di ascolti in costante crescita.
Per approfondire la sua storia: QUI , QUI e QUI
Chiaramente, se fosse accertato che quello di Francesco è un antipapato QUI , le scomuniche per questi sacerdoti sarebbero del tutto invalide e, anzi, enormi titoli di merito.
Ecco, dunque, i passaggi principali dell’intervista di Rivelazione a don Enrico Bernasconi, un altro sacerdote che ha affrontato le conseguenze della sua testimonianza.
D. Caro don Enrico Bernasconi, alla fine hanno scomunicato anche lei. C’era da aspettarselo. Nella prima intervista infatti parlammo proprio di questo. Le chiedemmo: “Ha paura di condanne, sanzioni? Ha paura di essere scomunicato?” E lei rispose: “Non bisogna avere paura di questo. L’unica paura che dobbiamo avere è quella di offendere il Signore con il peccato, con l’eresia o con la diffusione di false dottrine. Se siamo mossi da questo spirito non dobbiamo temere nulla, soprattutto il giudizio degli uomini.” Ci spieghi come e quando è avvenuto il tutto.
R. Ricordo bene queste parole che scrissi nella mia prima intervista per “Rivelazione” del 29 aprile 2020. A seguito di questa, ho ricevuto da subito un ammonimento canonico. In questo ammonimento mi si diceva che sarei stato scomunicato per scisma se non avessi ritrattato al più presto le mie posizioni pubbliche. E così, la scomunica mi è stata consegnata a fine ottobre, poco prima del mio quarto anniversario di ordinazione sacerdotale. Successivamente la scomunica è stata resa pubblica, non saprei dire con precisione da quale giorno.
Da parte mia avevo messo in conto che sarei stato “scomunicato” dalla chiesa ufficiale. Ma grazie a Dio, la chiesa che mi ha scomunicato non è la Chiesa cattolica come ha affermato, per esempio, mons. Gracida dicendo pubblicamente: “Bergoglio non è mai stato il capo della Chiesa cattolica”. Egli è infatti il capo della chiesa contraffatta, corpo mistico dell’anticristo, di cui parlano le profezie autentiche che riguardano i nostri giorni.
Don Alessandro Minutella è stato il primo sacerdote che ha pagato, con la “scomunica” e il discredito mediatico, per la difesa della verità cattolica. Egli ha il merito, invece, riconosciuto da molti fedeli, di essersi esposto pubblicamente, in prima persona e a voce alta per affermare, in tutti in modi possibili, opportuni e importuni – direbbe san Paolo – l’impostura attuale e mettere in guardia il gregge di Dio. Eppure nel mondo ci sono diversi sacerdoti, scomunicati, sospesi a divinis oppure solamente emarginati, che pubblicamente, in modo più o meno esplicito, affermano che il papa è ancora Benedetto XVI, senza aver nessun contatto con don Minutella. Come mai? Non dovrebbero dire anche questo dai pulpiti delle chiese? Perché affermano invece che chi riconosce ancora papa Benedetto come Vicario di Cristo sarebbe un seguace di don Minutella come hanno fatto con me? Perché sarebbe solo don Minutella il problema?
Nello studio recentissimo della dott.sa Acosta dal titolo: Benedetto XVI: papa «emerito»?, nell’appendice del libro, è riportata una lista di chierici, laici, associazioni e siti web, che riconoscono ancora papa Benedetto XVI come il Vicario di Cristo in terra e quindi, riconoscono essere ancora lui, il garante della comunione ecclesiale.
Ma l’elenco è più lungo. Io personalmente conosco altri sacerdoti e religiosi che ritengono essere ancora Benedetto XVI il papa.
D. Come l’ha presa? È dispiaciuto oppure ha incorniciato la scomunica e la esibisce come una medaglia al valore?
R. Per quel che mi riguarda sono sereno in coscienza: sono scomunicato davanti alla falsa chiesa guidata dal card. Bergoglio e davanti agli uomini che appartengono a questa struttura ma non sono scomunicato davanti a Dio perché la Chiesa cattolica ha come Vicario di Cristo in terra il papa ovvero Benedetto XVI. Il valore di questa scomunica lo lascio al Signore: è Lui che abbassa ed è Lui che innalza! Se questa scomunica servirà per la gloria del Suo Ss.mo Nome – profanato in tutti i modi dalla massoneria ecclesiastica che guida questa nuova chiesa – ne sarò fiero! Se questa scomunica servirà a mettere ancora più in luce che la neochiesa bergogliana non è la Chiesa cattolica, sarà tutto per la maggior gloria di Dio! Io non posso agire contro la mia coscienza e celebrare messa in unione con “papa” Francesco, il quale non ha nemmeno la fede cattolica! Io resto fedele alla mia coscienza. Al resto ci penserà il Signore!
Non mi resta che appellarmi a papa Benedetto XVI per un vero giudizio. Se papa Benedetto mi dirà personalmente che sono scismatico, perché riconosco nella sua persona il Vicario di Cristo in terra, solo allora mi convincerò! Ma Papa Benedetto XVI non ha mai detto: Io non sono papa!
D. Ma questa chiesa di Bergoglio non diceva di essere “della misericordia”?
R. La chiesa di Bergoglio è sì la chiesa della misericordia, ma a senso unico ovvero secondo il programma ideologico che porta avanti: chi non si allinea all’ideologia perché fedele alla Tradizione, al Magistero autentico e alla Parola di Dio viene perseguitato, emarginato e sanzionato. Chi invece compie tutte le stravaganze possibili e immaginabili, predica il relativismo morale e dogmatico e parla di misericordia divina senza alcun riferimento alla giustizia divina fa molta strada. Direi una misericordia che può scoprire, nella sua vera essenza, solamente chi vuole rimanere veramente cattolico!
D. Cosa ne pensa dell’intervista rilasciata da Benedetto XVI al Corriere della Sera dove ribadisce che “Il Papa è uno solo”?
R. Dalle parole riportate dai giornali, Benedetto XVI sembra prendersi gioco dei suoi intervistatori: egli infatti ha affermato che il papa è uno solo! Che grande scoperta alla sua età! Come mai papa Benedetto XVI non fa il nome di Francesco per dire chiaramente che è solo Francesco il papa? Forse papa Benedetto XVI vuole confondere i cattolici, proprio lui che ha ricevuto da Cristo il compito di confermarli nella fede? Forse sarà per i limiti che contraddistinguono la sua età avanzata? E allora perché rilasciare un’intervista? O non è piuttosto questa falsa chiesa bergogliana e tutto ciò che si muove intorno ad essa che confonde e raggira i fedeli in buona fede o sprovveduti che siano?
Sembra, inoltre, abbastanza chiaro che questa intervista sia stato un tentativo di strumentalizzazione della persona del papa, l’unico papa, Benedetto XVI, allo scopo di normalizzare una situazione che oramai è insostenibile. Ovvero la presenza simultanea di due papi, i quali ‘sembrano’ legittimarsi l’un l’altro. E sembra abbastanza chiaro che papa Benedetto è nella condizione di prigioniero in Vaticano; egli, infatti, ha deciso di rimanere “nel recinto di Pietro” per non darla vinta a coloro che hanno esercitato forti pressioni per farlo dimettere con lo scopo di trasformare per sempre la vera Chiesa di Cristo in una impalcatura fatta dalle mani dell’uomo che scimmiotta la vera Chiesa cattolica. Quelle immagini di animali (scimmie, felini, rettili, etc..) proiettate sulla facciata della Basilica Vaticana l’8 dicembre del 2015 rendono bene l’idea di ciò che affermo.
Ai posteri l’ ‘ardua’ sentenza.
Per coloro che usano ancora la ragione e hanno un minimo di fede cattolica si fa sempre più chiaro, a distanza di otto anni, che papa Benedetto XVI abbia agito in modo strategico per tenere con sé il munus petrino. Il munus petrino, infatti, non può essere condiviso o trasferito. Il papa che lo detiene, per mandato divino, lo detiene sempre e tutto intero fino alla morte, a meno che egli non rinunci in modo valido – nella forma prevista dal diritto canonico – e liberamente – quindi senza pressioni esterne – secondo quanto previsto dal can. 332§2.
Possibile che un papa della levatura di Benedetto XVI non sappia queste semplici cose e trattenga la ‘dimensione spirituale’ del munus? È mai possibile che il papa, in un atto così importante come lo è quello della Declaratio dell’ 11 febbraio 2013, abbia composto un testo latino che è corrotto nella forma e quindi invalido per il diritto stesso? È mai possibile, inoltre, che nessuno se ne sia accorto prima del 28 febbraio 2013, giorno in cui sembra, ai più, essere divenuta effettiva la rinuncia di Papa Benedetto XVI e, allo stesso tempo, nessuno abbia chiesto chiarimenti o mostrato l’esigenza di far rettificare un testo corrotto e perciò invalido?
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Questo si chiede Don Bernasconi, e noi abbiamo tentato di formulare qualche ipotesi QUI
*Qui la lista dei chierici che si sono esposti in modo pubblico dichiarando che il papa è solo Benedetto XVI:
• Arcivescovo Jean Paul Lenga
• Vescovo Renè Henry Gracida
• Sac. Alessandro Minutella
• Sac. David R. Belland
• Sac. Eduardo Achata Vargas
• Sac. Enrico Bernasconi
• Sac. Enrico Roncaglia
• Sac. Francesco D’Erasmo
• Sac. Jeremy Leatherby
• Sac. Josè Isabel Macias
• Sac. Nicholas Gruner
• Sac. Paul Kramer
• Sac. Ruben-Eduardo Martinez-Cordero
• Sac. Walter Covens
• Diac. Perm. Jorge Sonnante