La Comunità di Bose come la Torre di Babele: ecco come finisce il sincretismo religioso
L'esperimento in vitro di Bose segna il destino per il sincretismo interreligioso massonico-mondialista
Da diversi mesi ormai, la Comunità pseudo-monastica e pseudo-cattolica di Bose è lacerata al suo interno da dissidi, correnti, fazioni che vedono il suo fondatore, il commercialista Enzo Bianchi, opporsi ai suoi successori e soprattutto a Bergoglio che gli ha ingiunto più volte – e duramente - di andarsene, ma finora senza successo.
Una lotta che si sta facendo sempre più acida e grottesca, portando quella che doveva essere l’iperuranica oasi di suprema spiritualità interreligiosa a livello dello scandalismo ecclesiastico più grossolano.
Una prima cosa che colpisce è che Enzo Bianchi sia stato rimosso dal suo incarico, l’anno scorso, per beghe amministrative (quindi questioni di soldi) e non certo per aver ammannito nel corso di 30 anni di predicazione concetti di natura spaventosamente eretica del tipo che Maria non fu davvero vergine e madre (come da dogma cattolico).
Secondo Bianchi, siccome già altre divinità come la assiro-babilonese Astarte, o la greca Artemide erano considerate tali, i cristiano-cattolici avrebbero mutuato il mito dai culti pagani. Tutta una leggenda, dunque. (Mica ha letto, da cattolico, in quelle antiche religioni una prefigurazione di ciò che sarebbe stato).
Oppure, vale la pena ricordare quando, intervistato dal diversamente cristiano Gad Lerner, Bianchi dichiarò: «Gesù è nato uomo, completamente uomo. Chi lo deifica sulla terra sbaglia, lo deifica troppo presto». Buonanotte Cattolicesimo.
L’autoproclamato priore di Bose è, da tempo, a favore delle unioni civili, posizione che, in modo inaudito (per la dottrina cattolica), è stata sposata anche dal suo massimo superiore in tempi recenti.
Eppure, nonostante le sue proposizioni, questo intellettuale laico - dato che non ha mai preso i voti - nel 2018 ha addirittura presieduto il ritiro spirituale mondiale dei sacerdoti cattolici ad Ars, i suoi libri sono stati proposti per anni come testi base nei seminari e nelle università pontificie dove lui stesso veniva invitato a tenere conferenze. Si parlava anche di una berretta cardinalizia …
Nessuno però ha colto nella Notte di San Bartolomeo che sta lacerando la comunità di Bose l’aspetto più interessante, ovvero il risultato finale di quello che è stato il più raffinato ESPERIMENTO “IN VITRO” del sincretismo religioso modernista.
La comunità nacque proprio il giorno della chiusura del Concilio vaticano II, come sua ideale emanazione, raccogliendo religiosi delle più varie confessioni cristiane, di ambo i sessi.
Quello che si è voluto ricercare a Bose è stato un ideale minimo comun denominatore che potesse accomunare le varie chiese cristiane, lasciando quindi da parte l’Eucaristia, il culto mariano, il Rosario, la Tradizione, i sette sacramenti e tutto ciò che poteva essere considerato cattolico-identitario e, quindi, inevitabilmente “divisivo”. A Bose si festeggia perfino un calendario tutto particolare, con personaggi di altre fedi mai canonizzati dalla Chiesa di Roma: c’è l’induista Gandhi, il luterano Charles Spurgeon, contrario al Battesimo per i bambini, l’eretico protestante Schmiedlein, nemico di S. ignazio, ”e moltissimi altri che non conobbero l’onore degli altari, ma che furono vittime della convinzione che l’intera verità fosse appannaggio di un solo gruppo sociale o ecclesiale“.
Quindi, la Comunità, che da un lato tende a dirsi cattolica, ma dall’altro vuole essere ecumenica, alla fin fine ha poco a che spartire con il Cattolicesimo che, per definizione, è graniticamente identitario e tradizionale.
ED ECCO COME E’ FINITO L’ESPERIMENTO: con il fitto volo di stracci, veleni, colpi bassi, disubbidienze, commissariamenti, scandali pubblici, dure reprimende, divisioni interne.
Un destino amarissimo per chi si è voluto ritenere più sapiente della Tradizione cattolica, più consapevole delle verità di fede, superiore a tutti i dogmi. UN TRAGICO VOLO DI ICARO per chi ha pensato di poter unire ciò che Dio aveva lasciato che si dividesse. Una sorte anche crudele, umanamente parlando, per il fondatore, ormai 77enne, cacciato dalla comunità da lui stesso fondata con quella “misericordia” improvvisa e imprevedibile tipica di Bergoglio . Adesso lo hanno mollato tutti: nessun vescovo si affanna più a cercarlo, men che mai il suo grande estimatore Mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo.
“E tutto un sol giorno, cangiare poté”, come canta Rigoletto.
A chi è credente, non può non tornare in mente la TORRE DI BABELE che Dio, nell’Antico Testamento, fece crollare miseramente per punire la superbia degli uomini, poi irrimediabilmente divisi dall’incapacità di comprendersi l’un l’altro, proprio come accade a Bose.
Ma oltre la visione religiosa, la questione può essere compresa anche da un punto di vista del tutto laico. Come avevamo già scritto qui, il Cattolicesimo romano tradizionale è una costruzione - al proprio interno - perfettamente LOGICA. Provate a dare un’occhiata al suo “Bignamino”, il Catechismo di San Pio X. Tutto è chiaro, consequenziale, semplice e diretto, ispirato alla frase evangelica: “Il vostro parlare sia sì sì , no no, tutto il resto viene dal Maligno”.
Attenzione, non vogliamo affermare che il Cattolicesimo sia per forza VERO, dato che questo riguarda l’apertura emotiva (la fede) di ognuno, ma confermare come la sua dottrina sia costruita secondo un impianto razionale delicatissimo messo a punto per duemila anni. Se si sregola una rotellina di questo grande orologio si avviano dei meccanismi causa-effetto, dei corollari che in breve tempo inceppano tutto il macchinario portandolo all’implosione. Non per niente, durante i secoli la Chiesa ha combattuto gli eretici su questioni apparentemente di secondo piano, ma che, dal punto di vista di questo effetto-domino, avrebbero avuto un potere dirompente.Un esempio? Se non si crede che Maria ebbe un parto virginale e miracoloso (ne abbiamo scritto qui): chi può affermare che Cristo fosse realmente il Figlio di Dio? E se la cosa è dubbia, magari poteva essere un profeta, solo un uomo, come dice Enzo Bianchi: in tal caso, gli si può far dire quello che si vuole, dato che “all’epoca non c’erano registratori” come affermato dal generale dei Gesuiti, Padre Arturo Sosa. In nome di Cristo si potrebbero anche benedire le unioni gay, il cambiamento di sesso per i bambini, l’aborto al nono mese, l’immigrazionismo mondialista e tutte quelle contingenze che ci propone la modernità, dato che “la Chiesa si deve aprire al mondo”. (Non è un caso che i luterani, increduli rispetto alla verginità di Maria, siano già un pezzo avanti su questi temi).
E così, ci si ritrova con una nuova religione che, alla fine, propone l’esatto contrario di quanto diceva Gesù Cristo. E sappiamo chi è che mette al rovescio l’insegnamento di Cristo, no?
Ebbene, se il fallimento del sincretismo modernista si è verificato nel giro di pochi anni nella “provetta sterile” di Bose, dove sono stati mescolati elementi super raffinati e appartenenti più o meno all’orbita cristiana, figuriamoci quello che potrà succedere nel tentativo di creare una nuova religione mondialista – che Bergoglio ha messo in cantiere dopo Abu Dabi - la quale accorpi, nel terreno di coltura contaminatissimo del mondo, in una fratellanza massonica e posticcia, reagenti diversi ed effervescenti come i vari monoteismi, lacerati da millenari dissidi, diversità teologiche insanabili, culture totalmente antitetiche le une con le altre.
Altro che i bisticci e i le patetiche beghe che squassano Bose: sarà “l’esplosione del laboratorio dello scienziato pazzo” e gli effetti si faranno sentire ben oltre le antiche mura di chiese, moschee, sinagoghe.
Fermatevi ora, finché siete in tempo.
* foto di testata tratta dalla fiction Il Nome della Rosa (Rai)