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Quasi “oscurata” la pagina in italiano del Catechismo sul sito vaticano. Perché?

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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Il webmaster fa le pentole, ma non i coperchi? Il Vaticano ha inspiegabilmente rimaneggiato la sola pagina italiana del sito con il Catechismo rendendolo molto meno fruibile.

Fino a poco tempo fa, cliccando su qualsiasi articolo dell’indice, subito si apriva il testo desiderato che poteva essere liberamente copiato-incollato. Facile, pratico e veloce, così come avviene ancora per le versioni nelle lingue più importanti per i cristiani, dall’inglese, al francese, allo spagnolo, fino al lettone e al malgascio.

Per la pagina italiana non succede più. Abbiamo chiesto conferma a giornalisti cattolici  come Riccardo Cascioli, Costanza Miriano, Andrea Zambrano, Aurelio Porfiri che, meravigliati, confermano il cambiamento: sulla pagina italiana,  i paragrafi sono ora inattivi e non cliccabili.

Provare per credere

E’ stato però inserito all'inizio un link evidente che porta alle modifiche introdotte da Bergoglio all’art. 2267 (pena di morte).

Dopo lunga ricerca, si scoprono otto piccoli collegamenti (su un totale di 2865 articoli) per scaricare quattro pdf dal contenuto enorme. Se poi si copia il pdf, quasi sempre esce uno scritto illeggibile e non trasferibile, ad esempio: “Grandi figure delle × nazioni Ø, come × Abele il giusto Ø, il re-sacerdote Melchisedek,16 figura di Cristo,17 i giusti × No½, Daniele e Giobbe Ø “.

Aggiunge il vaticanista Marco Tosatti: “Sono cambiate le cose anche per i motori di ricerca. Se uno, oggi, cerca su Google “Catechismo aborto” la pagina vaticana dà «Not Found»”.

Al di là dei legittimi interrogativi, una cosa è certa: qualcuno ha lavorato sul sito per cambiarlo (non è un malfunzionamento), rendendo di fatto meno facile la fruizione e la divulgazione della dottrina cattolica.

Per il direttore de La Nuova Bussola quotidiana Riccardo Cascioli: “Una simile manipolazione è grave: dovrebbero rendere conto del perché è stato reso più difficile divulgare le verità che la Chiesa è chiamata a testimoniare. Senza una spiegazione, il pubblico potrebbe pensare male”.

A tal proposito, sono diversi, ormai, gli intellettuali e i teologi che sostengono come Bergoglio (il quale, secondo alcuni, per le dimissioni forzate di Benedetto XVI non sarebbe nemmeno il vero papa) stia riscrivendo una nuova religione, lontana dal Cattolicesimo, secondo dettami  eco-massonico-mondialisti e pericolosamente anti-cristici.

In tale ottica, rendere difficile confrontare le esternazioni di Francesco con la dottrina immutabile del Catechismo faciliterebbe questa “mutazione”. Chissà.

Certo non aiuta l’annuncio che è stato fatto dal Vaticano sulla prossima trasmissione tv di Bergoglio per Canale 9 dedicata a “i sette vizi” che però non sono affatto quelli capitali, (Superbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidia), ma altri.

Ne avevamo parlato più diffusamente qui:

A presentarli ambiguamente è lo stesso sito Vatican News: “È proprio il delicato rapporto – scrive il sito - che intercorre tra i 7 vizi (Ira, Disperazione, Incostanza, Gelosia, Infedeltà, Ingiustizia, Stoltezza) e le 7 virtù (Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza, Fede, Speranza e Carità) il motivo conduttore del dialogo tra Papa Francesco e il sacerdote don Marco Pozza”.

Non sono, dunque, i canonici Sette vizi capitali - tranne l’Ira - ma sette vizi opposti alle vere Virtù teologali e cardinali che Giotto, dietro suggerimento del committente, il ricco usuraio Enrico degli Scrovegni, figlio di Riccardo - messo all’inferno da Dante - aveva scelto come pendant per le virtù del suo ciclo di affreschi nella famosa Cappella padovana.

Il fatto che Vaticannews, pure citando  il capolavoro giottesco, non abbia specificato come non si trattasse dei Sette vizi capitali, ha prodotto disinformazione e confusione tanto che agenzie, giornali e persino siti cattolici hanno riportato la notizia citando “i sette vizi capitali”.

Peraltro, non si è capito a che scopo sia stata presentata come “Gelosia” quella che sull’affresco è esplicitamente indicata come “Invidia” dallo stesso Giotto.

La storica e scrittrice Elisabetta Sala, ha commentato sul giornale americano Church militant: "Molti cattolici sono stati privati ​​dell'autentico insegnamento cattolico e dimenticheranno una tradizione che conoscono a malapena in favore di ciò che vedranno in questa serie televisiva. I media lo stanno già facendo e cancelleranno la tradizione cattolica dei vizi capitali. Certo, sarà un loro errore, perché il papa non ha mai detto loro di farlo. Come sempre, si tratta di non predicare direttamente l'errore ma di promuoverlo dietro le quinte ".

Su questo, ognuno si farà la propria idea. Un dato certo è, però, che il riferimento al ciclo di affreschi Cappella degli Scrovegni consentirà a Bergoglio di non trattare il “politicamente scorrettissimo” vizio della Lussuria: un tema che, pure, sarebbe di strettissima attualità considerando come la degradazione della sessualità umana nelle forme più fantasiose, la pornografia, la pedofilia e lo sfruttamento sessuale siano tra le più gravi aberrazioni dei nostri tempi.  

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