Birre e fast food applaudono le rivoluzioni di Bergoglio
Siamo sicuri che sia una buona pubblicità per l'inquilino di Santa Marta?
“Francesco sta aprendo la Chiesa al mondo” è il ritornello della stampa più convenzionale che alcuni nobilitano col termine “mainstream”.
Sembrerebbe uno slogan efficace se non fosse che la stessa Chiesa, da sempre, ripete che il Principe di questo mondo è … Satana. Quindi, diciamo che una frase del genere sembra un po’ un boomerang.
Come non è il massimo che ad accogliere entusiasticamente le rivoluzioni bergogliane - in particolare l’ultima uscita sulle unioni civili - siano multinazionali di un certo peso, le quali non somministrano esattamente tisane medicamentose da abbazia cistercense.
Ad esempio, la Burger King, una delle più grandi catene di fast food del mondo, ha appena diffuso sui social un meme in cui si vede la mitra da vescovo di Roma con la scritta “Francesco sei un king” e il commento: “Quando c’è posto per tutti, la vita ha un altro sapore”.
Vediamo un attimo cosa produce Burger King, cosa rappresenti e quale sia il suo contributo in questo mondo.
Copiando da varie enciclopedie: “Il fast food è spesso considerato sinonimo di cattiva alimentazione, sia perché costituito da pasti consumati in fretta, sia per la ridotta varietà degli ingredienti e per l'abbondanza di elementi fritti, grassi, salati e zuccheri. Burger, patatine e pollo fritto, vengono classificati tra quelli ad elevato contenuto di grassi e/o zuccheri raffinati e/o con basso contenuto di fibre ed in quanto tali, specialmente se consumati frequentemente o in porzioni abbondanti, aumentano il rischio di obesità e conseguentemente di cancro. Elevati consumi di fast food sono predittori di elevati livelli di colesterolo, importante fattore di rischio per infarto e ictus”.
Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “The Lancet” spiega come il cosiddetto “cibo spazzatura”, tra cui viene fatto rientrare il fast food, sia responsabile ogni anno di 11 milioni di morti al mondo, rispetto agli 8 milioni causati dal fumo.
Magari le patatine della Burger King sono eccellenti, genuine e fritte in olio extravergine di oliva, chi lo sa? Non ci permettiamo di giudicare il prodotto, però la categoria del cibo che vende è quella.
Le prime simpatie tra il megamarchio globalista e Bergoglio risalgono al 2015, quando, durante il suo viaggio in Bolivia – sì proprio quello in cui ricevette in dono un crocifisso costruito su una falce e martello - Francesco fece sosta proprio in un Burger King per cambiarsi d’abito.
La scelta sollevò alcune polemiche essendo considerata uno spot involontario alla catena.
Ma non finisce qui. Alle patate fritte si aggiunge anche un noto marchio di birra, che su un trionfante vessillo arcobaleno motteggia: “Ora, Francesco, dicci come comportarci con gli astemi”.
La battuta è simpatica, ma anche in questo caso, il supporto alle innovazioni del “papa venuto dalla fine del mondo” (e, secondo alcuni, venuto anche per accelerarla), proviene da un produttore di birra. Alcol dunque e, secondo il Ministero della Salute “il consumo di bevande alcoliche è responsabile o aumenta il rischio dell’insorgenza di numerose patologie: cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni e benigni (per esempio quello del seno), epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione”.
Secondo il Rapporto dell’Osservatorio Enpam-Eurispes, “l’alcool è una delle principali sostanze che dà dipendenza e, in Europa rappresenta addirittura il primo fattore di rischio per la salute e l’Italia supera la media mondiale con un consumatore di alcool su tre”. In crescita il consumo di alcolici da parte dei giovani che eccedono nel bere per puro sballo. Una tendenza, questa, legata alla diffusione dei social network, che in alcuni casi portano gli adolescenti a spingersi oltre il limite per essere accettati dalla loro comunità di amici e conoscenti”.
Insomma, le stesse “campagne dirittiste” di cui si fa promotore Bergoglio sono curiosamente condivise con entusiasmo da multinazionali che offrono alcol e fast food a ragazzi e adulti di tutto il mondo.