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Don Minutella a Roma: le sue accuse contro la “falsa chiesa”

Il teologo palermitano porta in giro per l'Italia i sacramenti “validi” in comunione con papa Benedetto

Andrea Cionci
Andrea Cionci

Storico dell'arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall'Afghanistan e dall'Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo "Eugénie" (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi - vive una relazione complicata con l'Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore

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“Cardinale Bergoglio, lascia il trono di Pietro e restituiscilo a Benedetto!”. Con queste parole – non proprio "diplomatiche" - ieri pomeriggio Don Alessandro Minutella ha iniziato il suo incontro di predicazione e preghiera proprio a Roma, nell'aula magna di un albergo situato in una via che, casualmente, porta il nome di uno dei primi papi.

A quanto pare, la consegna per le redazioni dei grandi media nazionali è: “NON PARLATE DI DON MINUTELLA”. Non si spiega, infatti, come questo sacerdote, unico al mondo ad aver organizzato un piccolo esercito di “resistenza cattolica”, come ama definirla, seguito ormai da decine di migliaia di fedeli, non solo in Italia, ma anche all’estero, venga del tutto ignorato. Eppure, l’interesse giornalistico del caso è indubbio.

Già tempo fa, Libero era stato l’unico giornale a tentare di inquadrare la sua figura in modo equilibrato. Qui l’approfondimento.

Che si sia o meno d’accordo con lui, le questioni che solleva sono ben circostanziate e già in gran parte condivise da altri autorevoli prelati, (come Mons. Viganò), teologi e vaticanisti. Don Minutella è però passato all’azione sul campo, da prete, subendo severe sanzioni, ma diventando, al contempo, il punto di riferimento per migliaia di credenti, molti dei quali hanno ritrovato la fede grazie alle sue video-catechesi.

Siamo andati, così, a conoscerlo di persona per restituirvi la cronaca dell’incontro romano al quale hanno partecipato centinaia di persone di tutte le età e ceti sociali, rigorosamente distanziate e dotate di mascherina. Persone normali, che si definiscono cattoliche e non certo “minutelliane”. Non sono né settari, né esaltati, semplicemente si dicono stanchi degli stravolgimenti nella fede, della confusione e delle trovate moderniste della chiesa ufficiale.

Lui è un sacerdote dalla corporatura massiccia e dai modi bonari, nonostante durante le predicazioni si possa infiammare come un Savonarola. Veste sempre in talare, d’estate quella bianca con la fascia nera; durante la messa utilizza i paramenti antichi, preconciliari, guardandosi  bene dalle pianete arcobalenate, con ghirigori massonicheggianti, che si vedono circolare attualmente. Ciò che colpisce è la sua energia: per 4 ore e mezza ha predicato, pregato, salmodiato, cantato senza dare minimi cenni di stanchezza. Anche i fedeli hanno seguito senza sforzo il tour de force spirituale, partecipando a catechesi, messa vetus ordo, adorazione eucaristica e unzione con olio santo, tutto in una volta.

Del resto, per loro l’occasione andava colta al volo: Roma è la quinta tappa del tour che Don Alessandro sta compiendo in tutta Italia, dopo Veneto, Piemonte, Marche, Toscana, per portare “i veri sacramenti” ai credenti. Infatti, secondo lui e il "Piccolo resto", Bergoglio è una figura anti-cristica, autore di un falso Vangelo, che sembra quello cristiano, ma che de facto nega la sua base, ovvero l’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo. In tale ottica, Don Minutella ricorda che l’avvento di un falso profeta e di una falsa chiesa apostata siano stati ampiamente preannunciati nell’Apocalisse, nel Catechismo (art. 675), nelle profezie della Madonna di Fatima, nelle visioni della Beata Caterina Emmerick e di vari altri mistici.

“Come può un papa essere eretico se la promessa di Cristo è che le porte degli inferi non prevarranno?”, così si tormentava il defunto teologo Mons. Antonio Livi. Semplicemente, Bergoglio non  è il papa, risponde Don Minutella,  sia per motivi di diritto canonico che per eresia conclamata.

Ergo, i sacramenti amministrati in comunione con lui, sono acqua fresca. E’ la spinosa questione dell’Eucaristia celebrata “una cum papa Francisco” (ovvero in comunione con Bergoglio) che secondo il sacerdote non è valida: non c’è lo Spirito santo e non avviene la Transustanziazione. Anche per questo, Don Minutella viene duramente attaccato, soprattutto da alcuni confratelli che lo hanno insultato pesantemente e definito persino schizofrenico, ma se il teologo siciliano non fosse lucido, non avrebbe potuto formalmente ricevere ben due scomuniche, una in più di Lutero.

Egli non è però l’unico a celebrare la messa “una cum papa Benedicto”, ma insieme a lui ci sono due vescovi (Gracida e Lenga) e diversi altri sacerdoti che fanno lo stesso, sostenendo le sue medesime tesi.

Qui l’approfondimento.

Don Minutella cita infatti San Tommaso d’Aquino, padre e dottore della Chiesa: “"PECCAT quicumque audit Missam haereticorum" – “Chiunque va a messa con gli eretici commette peccato”.

La cosa che più lo indigna, non è tanto Bergoglio, quanto i credenti che, per quieto vivere, per non perdere poltrone e stipendi, o per non rinunciare alla messa domenicale, sostengono un eresiarca partecipando alle attività di una chiesa apostata.

“La Messa è importantissima – ripete - ma più importante è conservare la fede nella sua integrità”. Contenuti esplosivi, insomma, che lui argomenta sul suo canale Youtube “Radio Domina Nostra”.

Riguardo alle scomuniche ricevute, una è per scisma e l’altra per eresia. Quanto alla prima, egli sostiene che, ad essere scismatica, sia piuttosto la neo-chiesa bergogliana, che si discosta dal magistero bimillenario della Chiesa cattolica. Lui si dichiara, infatti, fedele fino alla morte di papa Benedetto.

Bisogna ammettere che la narrativa mainstream vuole che Bergoglio stia “svecchiando” la Chiesa da alcune concrezioni antiquate e clericali, ma la realtà è che la sua rivoluzione coinvolge nodi centrali della fede, che a detta di molti studiosi, sta decisamente virando verso un’altra, nuova religione, una sorta di neoluteranesimo-arianesimo modernista, ecologista e sincretista. Si spiega così la reazione furibonda di una parte di cattolici che vengono sprezzantemente definiti “tradizionalisti”, ma che invece, generalmente, sono di alto livello culturale e di eccellente preparazione.

Basti pensare al fatto che Enzo Bianchi, un monaco laico, teologo prediletto di Bergoglio, era già contestatissimo anche da molte testate cattoliche.

Qui l’approfondimento

Bianchi era, non a caso, uno dei bersagli preferiti da Don Minutella che, nei suoi video su Radio Domina Nostra lo accusava pubblicamente di essere un neo-ariano puro e di devastare la Chiesa propalando le sue eresie. Qui il video.

Il priore di Bose è stato da poco silurato, formalmente per incomprensioni con la sua comunità, ma non per ciò che ha predicato per 30 anni.

Quanto alla seconda scomunica subita da Don Minutella, ad un'attenta analisi, non sembra che il teologo palermitano sparga farina del proprio sacco, bensì, grazie a una vasta cultura teologica, riconosciutagli già dall’Osservatore Romano che recensì una sua pubblicazione, egli cita dottori e padri della Chiesa, santi, beati, mistici riconosciuti, ma soprattutto il Catechismo.

Stupisce come non gli sia stato chiesto alcun conto nel merito delle sue eventuali proposizioni ereticali.  Viceversa, risulta paradossale che, a comminargli le scomuniche, sia stato quello stesso arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, che è noto per i giri in bicicletta in cattedrale, per aver modificato, piegandole al politicamente corretto, le parole della Madonna di Fatima, per essersi pronunciato a favore del ddl Zan-Scalfarotto-Boldrini sull’omotransfobia e infine, per aver recentemente pronunciato un’omelia inneggiante ai migranti e alla Madre Terra durante la Festa di S. Rosalia, (poche ore dopo subissata, oltre che dalla bomba d’acqua, anche da una pioggia di commenti negativi sui social, presto rimossi).

Il grosso problema è che a Don Minutella nessuno risponde nel merito delle questioni. O lo ignorano, o lo attaccano sul personale, magari per i suoi toni infervorati (o perfino perché è siciliano) e questo non fa che dargli forza e sempre maggior séguito. Tale forma di “evitamento” nel clero è riscontrata anche da fra Alexis Bugnolo, un francescano latinista sulla stessa linea di Dpn Minutella, che aveva sollevato una questione, ripresa da Libero e poi tradotta in quattro lingue da vari siti stranieri, circa l’invalidità canonica della rinuncia di Ratzinger e dell’elezione di Bergoglio.

Qui l’approfondimento.

Fra Bugnolo ha invitato tutto il clero di Roma a un confronto sulla sua quaestio scolastica, condividendola con 500 studenti di teologia, ma ha ricevuto pochissime risposte, peraltro  offensive, o del tutto emotive.

A tali domande, che recano dati oggettivi sui quali cui sarebbe necessario un chiarimento, nessuno risponde.

Qui l’approfondimento.

Oltre alle diatribe sull’invalidità canonica della rinuncia di Ratzinger, per quali motivi teologici Don Minutella sostiene che Bergoglio sia un eretico, usurpatore del trono di Pietro?

“Io sono solo uno strumento, un ciuchino di Maria - dichiara Don Alessandro - non temo l’affronto bergogliano e lo svergogno come merita, per tenere le anime che vogliono salvarsi consapevoli dell’impostura anticristica di questo assurdo neo-messianismo”. Per riassumere, Don Minutella ha stilato una sorta di breve decalogo circa quelle che individua come responsabilità di Francesco:

1) La pubblicazione dell’enciclica “Amoris Laetitia”, sulla comunione ai divorziati. Riguardo a questo, ben quattro cardinali espressero formalmente dei “Dubia” a Bergoglio, il quale però non ha mai risposto. Regna la confusione sul tema, tanto che oggi in Germania si dà la comunione ai divorziati e in Polonia no.

2) Le “tonterias” (sciocchezze, in spagnolo) mariane. Così Francesco ha definito i dogmi sulla Madonna, il cui ruolo di Vergine e Madre di Dio viene continuamente minimizzato e ridotto.

3) Il “misericordismo”, secondo il quale l’inferno non esiste e, prima o poi, si andrà tutti in paradiso. Eresia dell’apocatastasi, già condannata dalla Chiesa che invece si rifà a esplicite parole di Gesù sul giudizio, per le quali i giusti saranno salvati e gli empi definitivamente dannati.

4) Il documento di Abu Dabi, che apre al sincretismo religioso, condannato dalla Chiesa.

5) Il tema delle missioni, del tutto trascurato perché Bergoglio detesta il proselitismo, mentre Gesù ha esplicitamente invitato i credenti ad annunciare a tutti la sua Parola.

6) Il Neo-arianesimo: Bergoglio non crede alla divinità di Cristo e ne fa solo un profeta.

7) La riabilitazione di Lutero e di Giuda Iscariota.

8) L’escatologia nebulosa, ovvero la confusione sui destini delle anime dannate, che per Bergoglio si annienterebbero, così come lasciò scrivere a Scalfari durante un’intervista, senza mai smentire con decisione.

9) La pubblicazione dell’enciclica “Querida Amazzonia”, che apre sottilmente alla revisione del celibato ecclesiastico.

10) Infine, l’intronizzazione e l’idolatria della divinità pagana e satanica Pachamama in Vaticano.

Qui l’ approfondimento

Per discutere di queste e altre gravi questioni, anche Don Minutella lancia un invito a teologi, studiosi e prelati per una tavola rotonda, un dialogo, un “ponte”, usando la parola cara a Bergoglio, a condizione che vi sia un moderatore super partes.

Ma la domanda è: verrà raccolta la "sfida"?

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