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Anime di... storia: i militari italiani nei fumetti del Sol Levante

Marco Petrelli
Marco Petrelli

Nato a Terni 37 anni fa, viaggiatore per vocazione, è giornalista e fotoreporter. Nel corso della sua attività di "penna" si è occupato un po' di tutto, anche del Burlesque. Poi l'approdo al mondo militare narrato seguendo gli addestramenti in prima persona. Porterà sempre con sé il ricordo del reportage dal Libano, un Natale trascorso con i militari italiani della Missione UNIFIL. Ha due lauree in Storia, una Moto Guzzi ed una grande passione per la fotografia. Di recente ha pubblicato il suo primo libro "importante": I partigiani di Tito nella Resistenza Italiana (Mursia, 2020). È Ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito Italiano.

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Cercare un autore preciso, risalire alla fonte della prolifica produzione di anime (in lingua originale: アニメ) dedicata alla storia della guerra non è affatto facile. Sorvolando (è il caso di dirlo!) su Hayao Miyazaki ed il suo epico Porco Rosso, tavole, fumetti e meme affollano gli spazi interattivi. 

 

 

 

Pinterest, Instagram, Facebook, addirittura Twitter propongono versioni, molto made in Japan, del soldato italiano dalla Prima Guerra Mondiale ai giorni nostri. 

 

 

 

Complice Girls und Panzer, la passione dei disegnatori e del pubblico del Sol Levante per la storia militare è molto più forte e radicata che in Occidente. Un esempio? Sapevate che in Giappone le coppie si sposano in uniforme? Ma non perché siano soldati delle Forze di Autodifesa: quella delle Waffen SS e della Gestapo sono fra le più gettonate. 

 

 

 

Orribile, se riflettiamo sulla leggerezza con la quale rune e svastiche sono indossate, specie in un momento sacro quale il matrimonio. Diverso è l’approccio mostrato agli eserciti Alleati e dell’Asse, del Patto di Varsavia e dell’Alleanza Atlantica raccontati mostrano un’attenzione al dettaglio che impressiona nel raffigurare contesti, equipaggiamento, addirittura mostrine. 

 

 

 

Fra le immagini che vi proponiamo quella del bersagliere anni 2020: solo lo scudetto tricolore appare più scuro, per il resto la somiglianza è incredibile. Anche per l’ARX 160 appoggiato alla spalla mentre il giovane soldato è impegnato a scrivere su un’agenda  elettronica. 

 

 

 

I volti dei soldati italiani sono soprattutto adolescenti, in particolare modo ragazze come da tradizione anime: espressione innocente, talvolta imbarazzata, occhi grandi e gambe perennemente in bella vista. 

 

 

 

“Buon sangue non mente” accompagna la tavola raffigurante un(a) marò della Decima MAS; c’è una mitragliatrice mod. Breda appoggiata accanto ad una sorridente moretta, con calato in testa il basco delle B.N. 

E ancora, carabiniere in tenuta da campagna con tanto di lanterna grigioverde in capo nel deserto africano. Alle sue spalle una bersagliera ed una alpina sorridenti. Campeggia la scritta “Regio Esercito”. 

 

 

 

In Europa solo Romain Hugaulth è riuscito a declinare sensualità e divise in chiave comic. “Pin up and Wings” rappresenta un’opera riuscita che, anche in questo caso, fonde una profonda conoscenza della storia militare alla storia del costume e della moda. Le pin up di Romain, ritratte accanto a B52, F86, Dakota, B29, P-51, PBY sono veri e propri capolavori. L’Italia figura in una sola tavola: giunonica pilota accompagnata a riva dopo aver ammarato con il suo idrocorsa Macchi-Castoldi M.C.72, dal caratteristico rosso fuoco. 

 

 

 

Nel nostro Paese la produzione di opere simili è molto di nicchia e dunque meno nota. Per i fumetti vale la pena ricordare l’ottimo illustratore Marco Trecalli che ha raccontato episodi importantissimi e talvolta dimenticati del coinvolgimento italiano nella Seconda Guerra Mondiale: Operazione Herring, 4 Eroi, Noi siamo quelli di Selenyj Jar tanto per citare i più noti. 

 

 

 

E’ opinione di alcuni che il Bel Paese non sia ancora pronto per questo genere fumettistico-cinematografico. Beh, quegli alcuni sbagliano. Sì, perché in passato, soprattutto fra gli anni Cinquanta ed i primi Settanta, sia il cinema sia le riviste per ragazzi hanno dato spazio a produzioni dedicate ai nostri soldati: Uomini sul fondo, L’Affondamento della Valiant, La Battaglia di El Alamein, I quattro del Getto Tonante. Nel 1975 il Corriere dei Piccoli dedica un’intera striscia al ricordo, eroico e commosso, dei paracadutisti, dei fanti, dei carristi che si sacrificarono nella 2° Battaglia di El Alamein. In tempi più recenti il regista marchigiano Alessandro Valori ha provato, a suo modo, a narrare vicende militari ed umane dei nostri soldati impegnati nel delicato contesto balcanico con Radio West. 

 

 

 

La verità è che la memoria storica, insieme alla curiosità ed allo slancio della ricerca, si sono progressivamente esauriti un po’ a tutti i livelli della società. Sembra quasi che si sappia solo ciò che si sa o che sia considerato lecito sapere… 

 

 

 

Un vero peccato, un’occasione mancata di diffondere - anche a mezzo fumetto -  la conoscenza, chiara e senza orpelli, di pagine passate fatte di sacrificio e di onore. 

 

 

(Fonte immagini della gallery: web)

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