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Italo Balbo, l'ANA e quel raduno extra nazionale a Tripoli

Marco Petrelli
Marco Petrelli

Nato a Terni 37 anni fa, viaggiatore per vocazione, è giornalista e fotoreporter. Nel corso della sua attività di "penna" si è occupato un po' di tutto, anche del Burlesque. Poi l'approdo al mondo militare narrato seguendo gli addestramenti in prima persona. Porterà sempre con sé il ricordo del reportage dal Libano, un Natale trascorso con i militari italiani della Missione UNIFIL. Ha due lauree in Storia, una Moto Guzzi ed una grande passione per la fotografia. Di recente ha pubblicato il suo primo libro "importante": I partigiani di Tito nella Resistenza Italiana (Mursia, 2020). È Ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito Italiano.

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Ormai ci siamo. Mancano pochi mesi all’attesissimo Raduno Nazionale degli Alpini di Rimini, che si sarebbe dovuto tenere prima nel 2020 e poi nel 2021, ed in entrambi gli anni rinviato causa Covid. 

Difficile quantificare le presenze ma, dopo due anni di “astinenza”, è plausibile che i numeri possano sfiorare cifre record. Se prima della pandemia, infatti, non era difficile raggiungere quota 800 mila ora si potrebbe addirittura superare il milione. 

Già perché il 2022, oltreché l’anno del primo Raduno post pandemico, è il 150° Anniversario della Fondazione del Corpo degli Alpini (15 ottobre 1872-2022), la fanteria da montagna dell’Esercito Italiano. 

Battesimo del fuoco in Africa nella Battaglia di Adua, gli Alpini diventano icona dapprima della Grande Guerra combattuta sull’arco alpino, poi dell’eroismo e del sacrificio mostrati durante nella Seconda Guerra Mondiale con la Campagna di Russia e la tragica e dolorosa ritirata del Don. 

Età, esperienze, professioni a parte, da cento anni veci di ieri e di oggi non mancano di ritrovarsi ai raduni annuali. Sì, visto che il primo raduno risale al 1920 ed ebbe, fra i suoi animatori, Italo Balbo. 

Originario di Quartesana (FE), tenente comandante del Battaglione di alpini “Pieve di Cadore”, liberatore della città di Feltre, Balbo è inquadrato nel 7° Reggimento alpini. E proprio nel reparto fonda L’Alpino quale testata per il Corpo. 

Poi, nel 1919, il mensile è ceduto alla neo costituita Associazione Nazionale Alpini, di cui è ancor oggi organo ufficiale con oltre 300 mila copie di tiratura. 

Malgrado la passione per il volo maturata sin dai tempi di servizio nell’Esercito e la futura, brillante carriera nell’Arma Aerea, Balbo non riesce proprio a separarsi dal suo cappello alpino. Un amore che reca con sé anche lontano da casa, nella remota provincia libica. Tanto che, nel 1935, organizza il XVI Raduno nazionale degli alpini a Tripoli, ove ricopre l’incarico di Governatore Generale della Libia. 

E a Tripoli, fra alpini e minareti, alla stampa nazionale che gli si rivolge

chiamandolo “Eccellenza”, il sorridente Maresciallo dell’Aria, con la penna in testa,  risponde: 

“Ma quale eccellenza! Qui sono alpino fra alpini!”

Per alcuni Rimini sarà la prima volta, per molti altri un raduno nel quale rincontrare vecchi amici e commilitoni dopo una pausa decisamente lunga. Sarà anche il primo raduno, in qualità di Comandante delle Truppe Alpine, per il Generale di Corpo d'Armata Ignazio Gamba che, proprio oggi, ha assunto il comando delle penne nere. 

Sarà uno spettacolo, con quello spirito di amicizia e di fratellanza rimasto immutato per 150 anni.

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