Assedio a casa di Patroni Griffi Ex ministro sotto la finestra
Cori e gli attivisti di Actioni protestano davanti al portone di via Monte Oppio. E spunta un nuovo caso-appartamento
Un centinaio di manifestanti di Action ieri ha protestato sotto la casa comprata a un prezzo stracciato da Filippo Patroni Griffi. Alle 15.30 si sono riuniti con gli striscioni davanti al portone di via Monte Oppio 12, dove (nel 2008) il ministro della Funzione pubblica comprò un appartamento di 109 metri quadrati con vista sul Colosseo per soli 170mila euro. Un affare ottenuto grazie alle cartolarizzazioni degli immobili degli Enti. In questo caso dell'Inps. Ed è da lì che parte la reazione di sdegno di Unioneinquilini, Action, Comitato Inquilini senza titolo X e IV Municipio e Point break. Perché, secondo loro, come «vip» Patroni Griffi non avrebbe dovuto avere diritto di prendere casa in affitto attraverso un Ente. Quindi, di conseguenza, l'allora presidente di sezione del Consiglio di Stato non avrebbe dovuto avere la possibilità di accedere alle svendite immobiliari decise nel 2001. La nuova grana di Patroni Griffi: in affitto dall'ex collega Anche su questo la procura di Roma ha già deciso di indagare. L'aggiunto Alberto Caperna ha delegato il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza del Lazio di svolgere i primi accertamenti sulla base dei quali si deciderà se approfondire l'inchiesta. Per ora, però, il fascicolo sulla compravendita della casa è ancora vuoto. Non ci sono né indagati né ipotesi di reato, ma gli investigatori stanno lavorando per scoprire se l'affare immobiliare del ministro sia lecito. E anche per capire se i legami con la Cricca del G8 vadano oltre la conoscenza comune di Carlo Malinconico, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dimesso una settimana fa dopo il clamore per le vacanze che gli furono pagate da Francesco Piscicelli, imprenditore dei Mondiali di nuoto, intercettato al telefono con il cognato che rideva del terremoto in Abruzzo. Il sospetto è che la pratica di via Monte Oppio, rimbalzata dal Tar del Lazio al Consiglio di Stato (perché l'Inps considerava quel palazzo un immobile di pregio e non intendeva svenderlo), sia stata velocizzata. A questo punto, però, almeno secondo il centinaio di persone riunite ieri in protesta, non questo l'unico problema. A parte i tempi brevi, che hanno insospettito anche gli addetti ai lavori, per Patroni Griffi si parlerebbe di privilegi inspiegabilmente ottenuti a monte. Cioè negli anni '80, quando entrò nell'immobile come inquilino. Secondo Action e gli altri «la vicenda del ministro Patroni Griffi, simile a quella di altri inquilini vip dell'Inps e di altri enti previdenziali, va indagata fino in fondo per gettare un cono di luce su uno scandalo colossale». Non solo, dalla protesta a due passi dal Colosseo, dove campeggiava lo striscione «Inps, case svendute ai ricchi; diritti negati ai cittadini», denunciano quello che secondo loro è «uno scandalo rappresentato dalla gestione degli immobili da parte degli Enti previdenziali e sulla vicenda della loro dismissione». «Mentre a Patroni Griffi e altri venivano svendute a quei prezzi le case al centro di Roma», si legge anche in una nota, «in periferia sono ancora circa 10 mila le famiglie, inquilini dei medesimi enti previdenziali, che attendono invano il rispetto del propri diritti di prelazione (malgrado ci sia una legge che lo prevede esplicitamente). A queste si aggiungono almeno altre mille famiglie, con redditi bassissimi, formalmente senza titolo, che aspettano una regolarizzazione da anni e che sono a rischio di sgombero». Roberta Catania