L'editoriale
di Maurizio Belpietro
Che il governo di Mario Monti sia nato fuori dal Parlamento e senza che l'organo politico in grado di rappresentare la volontà degli italiani potesse preventivamente esprimersi è un fatto ormai acclarato. Noi stessi abbiamo più volte sottolineato come il nuovo esecutivo sia stato imposto alle Camere a cose ormai fatte, dopo che i partiti erano stati esautorati di ogni decisione e le istituzioni piegate alle ragioni dell'emergenza. Non fosse stato per il ricatto di una crisi che minacciava di portare il Paese al fallimento, nessun deputato o senatore della Repubblica avrebbe mai accettato che a condurre il governo fosse un tecnico non legittimato dal voto. In condizioni di normalità, nessun parlamentare avrebbe cioè delegato la guida della nazione a un professore che, per quanto stimato e apprezzato da economisti ed esperti, era sconosciuto ai più. Nonostante la scarsa popolarità in patria, Monti aveva però dalla sua la forza delle cancellerie che contano. Francia e Germania, a quanto riferiscono le cronache, avrebbero tifato per lui, giungendo addirittura a promuoverne la nomina come elemento capace di tranquillizzare i mercati. Per essere certo che l'incarico gli venisse conferito, Sarkozy ha perfino fatto sapere di essere pronto a venire in Italia a sostegno della candidatura. Mentre Van Rompuy, il presidente dell'Europarlamen - to, le vacanze romane le ha fatte davvero e per l'occasione non ha mancato di comunicarci che a Monti e alle sue misure non c'erano alternative. Come sia andata è noto. L'ex rettore della Bocconi è diventato presidente del Consiglio e il suo governo di secchioni ha ottenuto la fiducia delle Camere con una maggioranza schiacciante, mai avuta da nessun esecutivo prima. Tuttavia, al di là dei numeri, il problema rimane. A chi rispondono Monti e i suoi ministri? Al Parlamento italiano come prevede la Costituzione o a qualcun altro? La domanda non è frutto solo delle anomalie che hanno preceduto la nascita del gabinetto di crisi, ma pure di un evento accaduto ieri. Come è noto il premier a Strasburgo ha incontrato il presidente francese e la sua omologa tedesca. Un vertice per fare il punto della situazione. In realtà, a quanto riferiscono le cronache, Monti ieri avrebbe comunicato a Sarkozy e Merkel quali provvedimenti intende prendere. Il racconto sarebbe stato così esaustivo da consentire alla cancelliera di definire «molto impressionanti » le misure, anche strutturali, che il governo italiano è intenzionato ad adottare. In pratica, mentre da noi tutto tace e siamo completamente al buio su quali saranno le decisioni che verranno prese (oggi il Consiglio dei ministri si occupa di questioni di fondamentale importanza come gli accordi con le Isole Cook e il controllo dei «sistemi antivegetativi nocivi sulle navi») nella cittadina francese il premier informava i suoi colleghi su cosa farà a breve. Se non fosse chiaro cosa è accaduto, lo spieghiamo meglio: a nostra insaputa, e all'insaputa dell'intero Parlamento, Monti ha spifferato a Sarkozy e Merkel le tasse e le riforme che intende varare. Mentre noi e i nostri rappresentanti siamo all'oscuro di quanto si sta per decidere sulla nostra testa, altri che non hanno titolo né ruolo per essere informati già sanno come verranno stangati i contribuenti italiani e come cambieranno il nostro mercato del lavoro o le nostre pensioni. Dal vertice il premier è uscito con l'approvazione delle sue scelte e per questo ha promesso di fare i compiti a casa. Nonostante l'incenso che i turiboli della libera stampa spandono nell'aria, a questo punto è di tutta evidenza che la nascita del governo tecnico per il nostro Paese rappresenta una perdita di sovranità nazionale. Non è a noi, non è al nostro Parlamento, che Mario Monti e i suoi ministri rispondono. In altri tempi avremmo detto che siamo soggetti a una potenza straniera. O addirittura che ne siamo stati conquistati. Qualche giorno fa un importante industriale, riferendo il colloquio con un giornalista inglese, mi diceva: com'è possibile che gli italiani abbiano ceduto il controllo del loro governo a un'enti - tà astratta come l'Europa, anzi a quella mezza Europa rappresentata da Francia e Germania? Già, com'è possibile? Qualcuno ha intenzione di spiegarlo?