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L'editoriale

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di Maurizio Belpietro

Giulio Bucchi
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Bisogna riconoscere che in questa legislatura non ci viene fatto mancare nulla. Per un anno intero abbiamo dovuto registrare i botta e risposta fra Fini e Berlusconi. Poi, liquidato il presidente della Camera, è iniziato il balletto con la Lega, partito di governo ma sempre più spesso di lotta. Ora è il turno dei Responsabili, i quali pur essendo nati da pochi mesi già stanno contraddicendo il nome che portano dimostrando di essere irresponsabili. Ieri, ad esempio, alcuni parlamentari del nuovo gruppo hanno disertato le votazioni e alla Camera il governo è andato sotto. Intendiamoci: nulla di grave. Si trattava di faccende di secondaria importanza che non hanno arrecato alcun danno ai provvedimenti in discussione. Ma il problema non consiste in ciò che è stato bocciato o approvato all'insaputa dell'esecutivo. La questione è che per cinque volte la maggioranza si è ridotta a una minoranza. L'esperienza suggerisce che in genere queste cose non avvengono per caso. I deputati assenti non lo erano per improrogabili esigenze fisiologiche né per alti e nobili motivi istituzionali. Non erano in aula semplicemente perché avevano deciso di non esserci. Si tratta cioè di un segnale, non di un errore. In pratica da quando sono state fatte le nomine dei nuovi sottosegretari, alcuni Responsabili che sono rimasti esclusi dagli incarichi iniziano a sentirsi un po' meno responsabili. In questo modo gli onorevoli sollecitano il rispetto di impegni che ritengono disattesi o temono non essere più rispettati. È un grido di dolore, il loro. Alcuni già si vedevano seduti su scranni prestigiosi e ora soffrono all'idea che l'ambizione possa essere frustrata. Così c'è chi si prepara all'ennesima capriola. Basta Responsabili, meglio una Federazione del Sud, cioè un gruppo nuovo di zecca, che si aggiunga a quelli usciti dalle elezioni, diventando la quarta gamba della maggioranza. Non conta che l'arto appaia corto ed esile. L'importante è tenersi le mani libere, soprattutto cercar di liberare qualche poltrona per poterla poi occupare. Tutto ciò ovviamente non ci scandalizza: sappiamo che la politica è l'arte del possibile, e soprattutto dell'incredibile oltre che dell'impudenza. Ma se non ci stupiscono, le acrobazie dei Responsabili ci preoccupano. A forza di tirar la corda c'è il rischio che si spezzi e in questo caso, a spezzarsi, o sarebbe più corretto dire a rompersi, rischiano di essere gli elettori, i quali da tempo vedono passare sulle proprie teste giochi di potere che non capiscono e prima o poi potrebbero dire basta.  Noi non sappiamo cosa reclamino questi Responsabili né se le loro richieste siano legittime. Sappiamo solo che fra due settimane si torna a votare a Milano e a Napoli e se il centrodestra riesce a farsi sfuggire l'una e l'altra città, non ci sarà più nulla da reclamare né incarico da conquistare. Ci sarà solo da far le valigie. Naturalmente con responsabilità. Vale a dire: in fretta.

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