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La bomba di Silvio in otto punti

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Berlusconi torna all'attacco: "Gli altri perdono tempo, ecco le nostre proposte di legge". C'è l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, il rimborso dell'Imu e il presidenzialismo

Lucia Esposito
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Sono quaranta giorni che Bersani perde tempo inseguendo strategie impossibili o suicide. Adesso basta! Ora dettiamo noi l'agenda». Silvio Berlusconi rompe gli indugi. Proprio adesso che i dem stanno iniziando a metabolizzare l'idea del dialogo con il Cavaliere (orrore!), lui scatta in avanti: «Siamo gli unici che hanno un programma. Ed è stato votato da milioni di italiani. Abbiamo il dovere morale di approvarlo».   Berlusconi ha letto e apprezzato l'intervista di Dario Franceschini al Corriere: la legittimazione che l'esponente democratico fa dell'avversario e la disponibilità al dialogo. «Meglio tardi che mai», ha ironizzato Silvio. Che ha rilanciato subito. Finora era lui che aveva inseguito il Pd ipotizzando le larghe intese. Adesso sono i democratici, dopo il due di picche ricevuto da Beppe Grillo, che, per scongiurare il ritorno al voto,  bussano alla porta di Arcore chiedendo di fare pace. Berlusconi? Non rifiuta la mano. Ma alza la posta. Dice che cosa vuole: l'opzione sul Quirinale in cambio dell'ascesa di Pier Luigi Bersani a Palazzo Chigi. Ma anche una piattaforma programmatica precisa.  Basta attese: «Mentre altre forze politiche sembrano impegnate a perdere tempo, il Pdl dal 15 aprile presenterà in Parlamento quelle “8 proposte choc” che hanno portato la coalizione a un soffio dalla vittoria». Il Cavaliere mette in fila le priorità del Pdl. Che sono, a un tempo, il programma di governo e anche i temi della prossima campagna elettorale, se si torna alle urne a breve: «L'abrogazione dell'Imu sulla prima casa e la restituzione degli importi versati nel 2012». Poi, «la revisione dei poteri di Equitalia, con particolare riferimento alle sanzioni, alle maggiorazioni degli interessi e ai meccanismi di rateizzazione». È già in partenza una nuova ondata di cartelle che produrrà la chiusura di molte imprese e il Pdl vuole fare in fretta su questo punto. Terza priorità: «Il riconoscimento alle imprese di detrazioni per le nuove assunzioni a tempo indeterminato». Ancora: «Il passaggio dalle autorizzazioni burocratiche ex ante ai controlli ex post per ogni attività di impresa». Altro totem berlusconiano: «L'abolizione dei contributi pubblici ai partiti». E infine: «La riforma fiscale», «l'elezione diretta del Presidente della Repubblica», «il rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio» e «la riforma della giustizia».   Berlusconi è sicuro che  queste «otto proposte»  avranno un «immediato impatto positivo» sull'economia reale e sulla società, «soprattutto per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro». Il menù berlusconiano, dice Silvio, «ha in sé la forza di un cambio di passo, di uno shock istituzionale ed economico, che tende da un lato, allo sviluppo e al rilancio della nostra economia e, dall'altro, al ritorno della fiducia nello Stato, il cui compito resta quello di creare le condizioni adatte perché i cittadini possano realizzare le proprie ambizioni e i propri progetti».    Berlusconi è pronto a sedersi al tavolo con queste carte in mano. Ed è anche pronto a mettere sul piatto la sua «definitiva uscita di scena dalla politica» se vedrà approvato il suo programma di priorità. La sinistra? Ci sono alcuni punti molto indigesti, come la deregulation per le imprese o materie delicate come Equitalia e la giustizia. Ma, in assenza di alternative, il Pd non chiude la porta. In serata è di nuovo Franceschini a parlare. Stavolta al Tg1: «Sono idee da mettere sul piano del confronto, anche se c'è molta propaganda». Insomma: avanti con il dialogo. Anche perché i dem non hanno alternative.

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