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Ecco come i fidi bancaristrozzano le piccole imprese

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Gli istituti, legittimati dalla legge del governo, applicano commissioni sui fondi che le aziende non utilizzano. E ora si teme che chiedano loro di rientrare

Andrea Tempestini
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  "Tanto per usare la formula da titolo: emergenza fidi per artigiani e piccole e medie imprese. O meglio, se si preferisce la battuta: li stanno prendendo per i fidi. Allora, vediamo di chiarirci e spiegare: l'imprenditore con cui parliamo ha due ditte nel Nordest, lavora nel campo degli impianti elettrici, è un associato di Confartigianato Treviso. E ci illustra quel che sta accadendo, per la verità non risparmiando stoccate al sistema bancario: «In sostanza, visto il periodo di crisi, le banche non prestano più denaro alle imprese, sia perché considerato troppo rischioso e sia perché le stesse imprese non sono attualmente nelle condizioni di poter chiedere prestiti. E però in questo modo gli istituti di credito non possono più contare sugli utili legati per l'appunto a prestiti e mutui. Ragion per cui operano per recuperarli in altro modo, aumentando il costo delle commissioni e dunque facendoli ugualmente sborsare alle aziende. Soprattutto alle piccole, che non hanno potere contrattuale e dunque non possono rifiutare»", spiega l'imprenditore intervistato da Andrea Scaglia (il testo integrale dell'intervista lo trovate su Libero in edicola oggi). L'intervistato ci spiega come i fidi bancari strozzano le piccole imprese. Gli istituti, legittimati dalla legge del governo, applicano commissioni anche sui fondi che le aziende non utilizzano. E ora si teme che comincino a chiedere loro di rientrare. E l'imprenditore spiega: "Anche i funzionari delle banche si vergognano...". Leggi l'intervista su Libero in edicola oggi, martedì 18 settembre  

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