Berlusconi, il libro verità: la vera storia d'Italia
Berlusconi invia agli italiani un pamphlet in cui ricostruisce "l'aggressione giudiziaria" e i "quattro golpe contro il nostro Paese"
Difficile da dimenticare. Anche per chi non ha un'agenda particolarmente aggiornata o si scorda facilmente di anniversari e ricorrenze varie. Comprese quelle di mogli e amanti. Perché il 26 gennaio del 1994, cioè venti anni fa, accadeva qualcosa che ha cambiato, per sempre, la faccia un po' rugosa della politica italiana. Silvio Berlusconi scendeva in campo, fondando Forza Italia. «La data che ha cambiato in meglio», sostiene Il Mattinale di ieri, realizzato dal gruppo di Forza Italia alla Camera, «l'Italia e il futuro degli italiani». Difficile dar torto al Mattinale. Come è difficile non concordare con alcuni passaggi de “La verità”, il pamphlet (o, più semplicemente, saggio breve, per chi predilige il vocabolario italiano) che Silvio Berlusconi sta per mandare agli italiani, bissando l'esperienza dell'autobiografico “Una storia italiana”, recapitato nelle cassette postali degli italiani. Allora c'era la necessità di raccontare la storia di chi aveva cambiato il corso della politica italiana. Stavolta, invece, gli italiani devono sapere tutta la verità sulle aggressioni giudiziarie che «sto subendo da vent'anni» e sui «quattro colpi di Stato, perché «questo è quanto è successo per quattro volte negli ultimi venti anni nel nostro Paese». Il Cavaliere, e Libero ne è entrato in possesso, ha inviato una bozza del libro “La verità” a deputati e senatori, in modo da renderli partecipi dell'iniziativa. L'obiettivo è quello di spiegare agli italiani tutta la verità sui suoi processi, a cominciare da quello Mediaset, dopo la sentenza di condanna in Cassazione e su come sia stato ribaltato il giudizio degli italiani: «Come sostenere che c'è ancora democrazia», sostiene l'ex presidente del Consiglio nell'incipit del pamphlet. «in un Paese in cui il governo eletto dai cittadini viene sostituito con un altro governo che gli elettorli nessuno conoscono?». Chiaro il riferimento a quanto avvenuto nel novembre del 2011 con l'arrivo a Pazzo Chigi di Mario Monti e dei sui ministri tecnici. Tre capitoli Qualcuno l'ha già definita “operazione verità”, che avrà anche un risvolto editoriale, magari con una edizione curata dalla Mondadori o con un E-book realizzato direttamente dallo staff di Berlusconi. Ciò che conta è che nella bozza del libro, che porta la data del 21 gennaio, ci sono passaggi che faranno discutere. E non poco. La bozza, infatti, è composta da tre capitoli e il paragrafo più sostanzioso riguarda la «storia di quattro colpi di Stato». Il primo «si è consumato nel 1992-93, con l'operazione Mani Pulite», afferma Berlusconi, «un operazione venuta da lontano, le cui basi erano state poste addirittura quasi trent'anni prima». E qui il Cavaliere colloca le radici di quell'operazione nella storia del Partito comunista, richiamando la teoria di Gramsci sull'occupazione delle «casematte del potere». Un passaggio, quello riservato al Pci, che apre la strada al paragrafo dedicato a Magistratura democratica, al quale Berlusconi riserva il ruolo di esecutori del «golpe in guanti di velluto». «Mani pulite», scrive il Cavaliere nel libro-dossier “La verità”, «è stata la prima volta in cui la democrazia è stata sospesa nel nostro Paese. «I magistrati milanesi», afferma ancora Berlusconi, «diversi dei quali hanno fatto carriera politica nel campo della sinistra, hanno selettivamente e scientificamente decapitato i partiti di governo, risparmiando la sinistra Dc e il Pci». Ma il golpe in «guanti di velluto» portato a termine da Mani pulite, non è stato solo quella scopa giudiziaria che ha spazzato via un'intera classe politica, è stato anche il mezzo per introdurre in Italia la «gogna mediatico-giudiziaria». Una modalità di persecuzione, secondo Berlusconi «che ancora oggi avvelena la vita pubblica italiana». Il secondo colpo di Stato avviene nel 1994, quando il Corriere della Sera «mi recapita in prima pagina (senza che il sottoscritto avesse avuto alcuna comunicazione preventiva da parte dei magistrati, come invece sarebbe stato mio diritto) un avviso di garanzia», ricorda Berlusconi, «guarda caso proprio mentre sto presiedendo a Napoli il vertice mondiale delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata». Da lì a poco ci fu l'uscita della Lega dalla maggioranza e la fine del governo scelto dagli elettori con il voto. «Un colpo di mano senza precedenti», sostiene il Cavaliere, «basato su una falsa accusa, rispetto alla quale sette anni dopo fui dichiarato innocente». Il terzo colpo di Stato avviene nel 2011 quando l'esecutivo guidato dal leader di Forza Italia si ritrova a dover fare i conti con «una pressione incredibile dell'opposizione, con un assedio incredibile della Magistratura, con una pressione incredibile dei giornali, di tutti i giornaloni italiani. Ricordo che Rocco Buttiglione arrivò a dire che la mia presenza al governo, da sola, valeva, in negativo, 200 punti di spread. E in quei giorni, con un'altra rapina a mano armata», si legge nella bozza del libro, «altri nostri otto deputati furono convinti a lasciare il Popolo della Libertà e a passare dall'altra parte, lasciandoci con solo due deputati di maggioranza». «Il presidente Napolitano insistette che lasciassimo prima di essere sfiduciati. «Non avevamo altra scelta. Fummo costretti a dimetterci, pur nella consapevolezza che nulla avevamo sbagliato e che i conti pubblici erano assolutamente a posto». L'ultimo atto La quarta manovra «contro la democrazia è stata attuata nel corso dell'ultimo anno». E qui la cronaca prende il sopravvento sulla memorialistica, con il tentativo di Pier Luigi Bersani e la nascita del governo delle larghe intese. Ma è proprio dal via libera a Enrico Letta da parte di Berlusconi che la magistratura coglie la palla al balzo per rianimare la «persecuzione» nei confronti del Cav. «In primo luogo è stato perfezionato il metodo giudiziario. Visto che i pubblici ministeri di Magistratura Democratica non bastavano a garantire la mia condanna, si è pensato di comporre anche i colleghi giudicanti con magistrati tutti di estrema sinistra, tre su tre». E questa la storia del processo Mediaset. Il secondo capitolo del libro “verità” è dedicato al «generoso tentativo riformatore». E qui Berlusconi elenca le cose fatte nel corso degli anni, sia come attività di governo che politica. «Anche questa è una verità che non viene raccontata». sostiene Berlusconi, «una verità che viene negata e annegata in un mare di bugie, di silenzi, di manomissioni della realtà». Il volume del Cavaliere mira proprio a ristabilire l'ordine dei fattori. Infine l'invito a non mollare. L'ultimo capitolo della bozza ha un titolo esplicativo: «E andiamo avanti!». «Non voglio concludere la mia avventura umana, di uomo d'impresa, di uomo di sport e e di uomo di Stato, come sconfitto, anche se sconfitto scorrettamente». E proprio perché Berlusconi è nel pieno di questa consapevolezza il libro “La verità” servirà a veicolare le idee, mentre gli uomini di Forza Italia scelti dal Cav dovranno concentrarsi sulla prossima campagna mediatica per ristabilire l'ordine dei fattori. Ed evitare che ci siano altri colpi di Stato. «Questo mio scritto», dice Berlusconi in chiusura del dossier, «è parte della follia alla quale sto dedicando il mio impegno politico: portare a occuparsi della cosa pubblica milioni di persone che la vivono con fastidio e indifferenza». La verità, alla fine di questa Verità, è che Berlusconi è tornato. Ammesso che se ne sia mai andato... di Enrico Paoli