"Repubblica" elogia Renzi ed è calo delle vendite
Il quotidiano di Ezio Mauro ormai è la "Pravda" del rottamatore. Ma la "virata" sul sindaco spaventa il pubblico "rosso" che molla Scalfari&Co.
Repubblica sbatte sul muro di Renzi. Il rottamatore in edicola non tira più. Secondo alcune indiscrezioni raccontate da Dagospia.com il quotidiano di Ezio Mauro e di Eugenio Scalfari da quando ha virato verso Renzi, diventando di fatto "La Pravda" del sindaco di Firenze, sarebbe sceso sotto le 300 mila copie vendute. Un dato che di certo non fa dormire sonni tranquilli all'editore Carlo De Bendetti, pure lui super sponsor di Renzi e dei suoi amici come Farinetti (il regalo di Natale ai giornalisti di Repubblica da parte della proprietà è stato un buono da 100 euro da spendere presso i ristoranti di Eataly). Insomma a quanto pare la sbandata renziana non pare che riesca a premiare tanto le casse di De Benedetti. L'unico che ha alzato la voce tra le pagine del quotidiano è stato Francesco Merlo subito dopo le dimissioni del vice-ministro dell'Economia che di fatto ha bastonato il rottamatore per quel "Fassina chi?". Ma subito dopo Mauro e Scalfari sono tornati ad osannare il sindaco. E così i lettori scappano. Ma il presunto tonfo delle copie potrebbe avere anche un'altra causa: Repubblica ha di fatto diminuito gli attacchi anti-Cav dopo la decdenza per dedicarsi anima e corpo all'ascesa del sindaco. Ha insomma cambiato il cavallo su cui correre nella sfida in edicola. Come Santoro - Ma a quanto pare il nuovo corso non ha dato frutti in termini di vendite. Chi molla il Cav rischia di affondare. Ne sa qualcosa anche Michele Santoro che quando non ha le deliranti confessioni della Bonev in studio e nessuna intervista a Ruby per infangare Silvio puntualmente precipita negli ascolti. L'ultima puntata dedicata alla crisi, andata in onda giovedì scorso, ha fatto registrare il 7,8 per cento di share. Il punto più basso degli utlimi 12 mesi. Insomma Santoro e De Bendetti forse presto rimpiangeranno Silvio. Solo lui è capace di tenere in piedi i suoi nemici, vincendo poi alle urne.