Berlusconi: "Dimissioni scelta dura e impopolare, lotto con chi ci vuole in ginocchio"
Una scelta impopolare, ma da prendere. Perché il suo storico legale di fiducia, Niccolò Ghedini, è stato tranchant sulle prossime mosse della magistratura una volta venuta meno l'immunità parlamentare in conseguenza del voto della giunta del Senato venerdì prossimo: "Verranno ad arrestarti" ha detto Ghedini ad Arcore. E Berlusconi, a quel punto, ha deciso di rompere gli indugi. L'occasione è stato il rinvio dello stop all'Iva. Così Silvio Berlusconi, sul sito web di Forza Italia, spiega agli elettori e agli italiani perché ha deciso di staccare la spina al governo Letta. "La stabilità di governo è un bene se si nutre di due cose: un governo capace di lavorare bene e una maggioranza unita sulle cose da fare e fondata sul rispetto reciproco - spiega il Cavaliere -. Invece nelle ultime settimane abbiamo avuto un governo capace solo di rinviare, di proporre il blocco dell'Iva aumentando altre tasse, di tagliare l'Imu solo a metà per ricattare il Pdl e costringerlo a stare al governo, un governo prono rispetto ai diktat dei burocrati dell'Unione europea". "Pdl disponibile a votare sì" - "Abbiamo pazientemente offerto soluzioni a ogni livello istituzionale per evitare di fare precipitare la situazione. Non ci hanno voluto ascoltare", accusa Berlusconi. Secondo l'ex premier il nodo è quello dell'Iva e dell'Imu, punti troppo importanti per essere elusi dietro l'alibi dei conti in regola imposti dall'Unione europea. "So e sappiamo distinguere il reale interesse dei cittadini. Per questo motivo, se il governo proporrà una legge di stabilità realmente utile all'Italia, noi la voteremo - è l'apertura, inaspettata, del leader del Pdl/Forza Italia -. Se bloccheranno l'aumento dell'Iva senza aumentare altre tasse noi lo voteremo. Se, come si sono impegnati a fare, taglieranno anche la seconda rata Imu, noi voteremo favorevolmente. Noi ci siamo e ci saremo su tutte le altre misure utili, come il rifinanziamento della cassa integrazione, delle missioni internazionali, il taglio del cuneo fiscale". "In campo contro forze antidemocratiche" - "Non sono sceso in campo, non ho messo a repentaglio una vita di lavoro, di successi e di sacrifici per lasciare in queste condizioni il mio Paese - prosegue Berlusconi -. Per questo ritengo mio dovere continuare a restare in campo, per offrire una alternativa ai poteri non democratici, perché non eletti dal popolo, che loro sì irresponsabilmente vogliono mettere in ginocchio il nostro Paese". L'affondo contro il Pd - "Abbiamo avuto il nostro maggior alleato, il Pd, che si vergogna di stare in un governo contro natura e che per bocca di tutti i suoi esponenti di vertice annuncia l'intenzione di buttare fuori dal Parlamento il leader del partito alleato, violando la Costituzione - attacca Berlusconi -. In questo modo assecondano gli istinti della loro base, nutrita da venti anni nell'odio contro di me e pensano di chiudere una partita che dura dal 1994". Eppure, rivendica, "abbiamo pazientemente offerto soluzioni a ogni livello istituzionale per evitare di fare precipitare la situazione. Non ci hanno voluto ascoltare". "Per questo - sottolinea Berlusconi - ho deciso di chiedere ai ministri Pdl di dare le proprie dimissioni. So bene che è una scelta dura e impopolare. Ho previsto tutte le accuse che mi stanno rovesciando addosso in queste ore e anche lo sconcerto di parte del nostro elettorato, preoccupato giustamente della situazione economica e sociale". "A loro - è l'appello che arriva da Berlusconi - dico di non credere a coloro che da vent'anni hanno bloccato le nostre riforme per cercare di eliminarmi dalla scena politica. Sono gli stessi che oggi mi dicono di non anteporre me stesso al bene dell'Italia. Ciò non è mai stato in discussione per me e per la mia forza politica, in tutti questi anni. Noi siamo quelli che negli anni Novanta hanno salvato i governi della sinistra quando non avevano maggioranza sulla politica estera. Noi siamo quelli che hanno voluto Monti, Bonino, Prodi in posizioni di vertice in Europa, perché italiani". "Noi - ricorda ancora il leader Pdl - siamo quelli che non abbiamo mai lavorato all'estero contro il governo italiano quando eravamo all'opposizione. Noi siamo quelli che due anni fa hanno votato contro l'arresto di un senatore del Pd, nello stesso giorno in cui loro votavano per far arrestare un nostro deputato, che fu peraltro scarcerato dopo alcune settimane". "Noi - dice ancora - siamo quelli che hanno voluto il governo Monti e il governo Letta, sperando potesse essere un governo di riforme e di pacificazione".