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Forza Italia, Quagliariello e Lorenzin si tirano fuori. Rebus dimissioni

Giulio Bucchi
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La rivolta delle colombe Pdl è servita. Silenziosa, senza sgarbi eclatanti, ma c'è. Il giorno dopo le dimissioni imposte da Silvio Belusconi in persona, sono giù due i ministri azzurri che alzano la loro voce di protesta. E da Napoli Francesco Nitto Palma li gela. "Forse per loro la politica non era amore, ma solo un calesse". Quagliariello: "No a Forza Italia come LC" - Da Piacenza Gaetano Quagliariello tuona: "Avrei voluto dire la mia sulla questione dimissioni, ma non c'è stato il tempo". Il ministro per le Riforme ha deciso di non rassegnare le proprie dimissioni, sostenendo che "un governo serve" e che le elezioni anticipate sarebbero "un grave errore". "C'è un problema di carattere istituzionale difficile da ignorare" ed è quello del Porcellum: "La legge elettorale sarà sottoposta a giudizio di costituzionalita' e la Corte si riunisce il 3 dicembre. Così avremo uan sentenza che potrebbe considerare incostituzionale questa legge". Poi considera: "Siamo ai primi di ottobre e ci vogliono 55 giorni per votare. Eventuali elezioni anticipate arriverebbero dopo il giudizio della Corte". Per Guagliariello dunque "serve assolutamente un governo anche per fare elezioni anticipate, magari a febbraio o marzo". Quindi, aggiunge, "quel che mi preoccupa è che avremo un governo peggiore per il Paese, per il centrodestra e anche per la vicenda di Silvio Berlusconi che è vicenda politica e non solo personale". E sul futuro stesso del centrodestra è caustico: "Se ci sarà solo una riedizione di Lotta Continua del centrodestra ne prenderò atto e mi dedicherò, magari, a creare il Napoli Club del Salario".  Lorenzin: "Addio Forza Italia" - Una Forza Italia 2 in mano ai falchi, che con il pressing sul Cavaliere per far cadere Letta hanno effettivamente preso in mano il partito, non va giù neanche a un altro ministro, quello della Salute Beatrice Lorenzin, che ha detto sì alle proprie dimissioni "per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo Governo", ma che ha già annunciato la propria fuoriuscit dal partito erede de Pdl. "Continuerò a esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia". "Ho vissuto questi mesi con spirito di servizio - spiega -, consapevole dell'eccezionalità del momento storico che sta attraversando il mio Paese. Grata a Berlusconi di avermi scelto come ministro, sono orgogliosa di quello che il governo Letta ha fatto nonostante le grandi differenze che contraddistinguono i suoi componenti. Rivendico il ruolo centrale che i ministri del Pdl hanno giocato nelle scelte di politica economica e sociale nell'interesse degli italiani". Dove andrà, ora, non è ancora chiaro ma la battaglia è aperta: c'è spazio, al centro, per prendersi i delusi del Pdl che probabilmente usciranno allo scoperto prima di quanto Berluscono pensasse. Lupi: "Così non va" - E anche un'altra colomba, come previsto, alza la voce. E' Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture e ciellino di ferro colto di sorpresa dalla mossa dei falchi: "Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti". "Vogliamo stare con Berlusconi - è la dichiarazione di guerra di Lupi - ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per bene del Paese essendo alternativi alla sinistra rifiutando gli estremisti. Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia". E Mario Monti, Luca Montezemolo e Mario Mauro sono all'erta.

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