Pdl, Cicchitto, Lupi, Quagliariello: chi può non seguire Berlusconi
La scelta di ritirare i ministri mette in crisi le colombe. Cicchitto non ci sta: "Sono stati fatti fuori i dirigenti di partito"
Silvio Berlusconi ha parlato, Angelino Alfano ha seguito il leader. I falchi del Pdl hanno vinto. Ma, come era già capitato per le dimissioni in bianco in attesa del voto della giunta sulla decadenza di Berlusconi, il partito si spacca. Minuto per minuto l'esercito degli scontenti si rimpolpa e crescono le possibilità di vedere un Letta-bis magari già dalla prossima settimana. In occasione della richiesta di dimissioni erano arrivati gli "alt" di Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi, ma nel pomeriggio, dopo l'annuncio di Berlusconi, è stato Frabrizio Cicchitto quello che più fortemente ha criticato la scelta del leader azzurro di far uscire i suoi dal governo larghe intese. E anche Maurizio Lupi pare insofferente alla decisione presa ad Arcore. "Alfano e gli altri non seguano la deriva berlusconiana", li incalza Luca Cordero di Montezemolo. Che sia la chiamata dei centristi? Riflessione - Le dimissioni dei ministri azzurri, secondo Cicchitto, sono un segnale forte perché dimostrano che nessuno tra gli azzurri è attaccato alla poltrona, tuttavia la scelta andava ponderata maggiormente. "Una decisione di così rilevante spessore politico - ha detto Cicchitto - avrebbe richiesto una discussione approfondita e quindi avrebbe dovuto essere presa dall'ufficio di presidenza del Pdl e dai gruppi parlamentari il cui ruolo in questa cosi difficile situazione politica andrebbe esaltato sia sul piano delle scelte politiche da prendere sia su quello dell'iniziativa politica". Parole forti che, anche se non lasciano pensare ad un 'tradimento' dell'ex capogruppo azzurro alla Camera, fanno sorgere consistenti dubbi sulla compettezza degli azzurri. Arrivano, infatti, quando non si può più andare indietro. La crisi è aperta e non è così sicuro che martedì, quando il premier Letta andrà al senato a chiedere la fiducia, i pidielle possano muoversi compatti. Il vertice a casa Alfano - Per la verità, fonti Pdl riferiscono che il ritiro dei ministri Pdl dal governo è stato anticipato, nel pomeriggio dalle 15 alle 18, da un vertice a casa Alfano, dove il segretario azzurro ha riunito capigruppo e ministri in vista dello scontro finale scatenato da Berlusconi. Un confronto molto duro, spiegano fonti del partito, con i ministri perplessi di fronte alla nuova, brusca accelerazione. E, particolare tutt'altro che secondario, con lo stesso Alfano, riferiscono le stesse fonti, che avrebbe esplicitato al Cavaliere il rischio che un passo così forte finisca per rivelarsi un errore. La notte consiglia - "Dirò come la penso domani mattina" dice via Twitter il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, che dà appuntamento ad un convegno che previsto "da tempo" per oggi, domenica 29 settembre, a Piacenza. Le parole di Quagliariello sono, ad ora, le più attese perché il ministro ieri aveva detto che non si sarebbe dimesso da senatore proprio perché era - ed è, ancora - ministro della Repubblica. Lui è sempre stato uno dei leader delle colombe Pdl e dopo che Berlusconi ha celebrato la vittoria della linea dei falchi bisogna capire quale sia la posizione dei più morbidi dirigenti Pdl. Dirò come la penso domani mattina al Festival del Diritto di Piacenza dove sarò presente con Stefano Folli, come programmato da tempo— GaetanoQuagliariello (@QuagliarielloG) September 28, 2013