Sondaggio di Libero:ecco quanto durerà Lettanelle previsioni degli onorevoli
Cento parlamentari rispondono alle domande di «Libero»: anche dopo lo strappo del Cavaliere solo il 12% crede alle urne entro Natale
Enrico Letta resterà in carica fino al termine del semestre europeo a guida italiana, e le nuove elezioni arriveranno nella primavera del 2015. Ad esserne convinta è la parte più rilevante della maggioranza che sostiene l'esecutivo. Almeno così hanno risposto 100 deputati e senatori di Pd, Pdl, Scelta civica, Gal, Psi e Cd a cui Libero ha chiesto di fare una previsione sulla durata dell'attuale esecutivo. La domanda è arrivata nella casella postale dei 685 parlamentari che sulla carta sostengono la maggioranza fra lunedì 23 e mercoledì 25 settembre. Le risposte sono arrivate fra mercoledì 25 e venerdì 27: la maggiore parte è giunta in redazione dunque dopo l'assemblea dei parlamentari Pdl in cui si è deciso di mettere a disposizione le dimissioni in caso di decadenza parlamentare di Silvio Berlusconi. Nonostante questo choc (nessuno degli interpellati però ha cambiato opinione e rettificato la propria risposta) la previsione è restata quella di un governo in carica fino alla primavera 2015. Così ha sostenuto il 55% del campione, mentre una parte consistente (37%) resta convinta che la crisi sia questione di giorni o al massimo di settimane, e che perciò si voterà nella primavera 2014 (25%) o addirittura prima di Natale (12%). Qualcuno è invece convinto dell'esatto contrario: cane che abbaia non morde, per cui Letta resterà in sella fino al termine naturale della legislatura nel 2018 (8%). Le risposte variano naturalmente a seconda della provenienza politica del campione di parlamentari votanti. A cambiare però non è la risposta principale, ma l'ordine delle alternative. Per i parlamentari del Pd la risposta preferita è quella di un Letta in carica fino alla primavera 2015 : così la pensa il 58,6% dei parlamentari democratici. Questa risposta però è la più gettonata anche da deputati e senatori del Pdl: 2015 è la data indicata per il voto dal 53,6% del loro campione. Nell'uno e nell'altro partito di maggioranza è consistente comunque il gruppo di chi crede la crisi assai vicina. La differenza è che nel Pdl il 35,7% pensa che la situazione sia ormai precipitata e si voti fra fine novembre e inizio dicembre, e solo il 10,7% crede che si possa arrivare a primavera 2014 cambiando prima la legge elettorale in vigore. Nel Pd invece quasi nessuno immagina di votare prima di Natale (1,7%), un gruppo consistente (29,4%) crede che comunque si voterà nella primavera 2014, ma non sono pochissimi nemmeno quelli che pensano si possa andare al 2018, fino alla fine della legislatura (10,3%). Non troppo dissimili da quelle del Pd le previsioni dei parlamentari di Scelta civica: per il 50% il governo resterà in carica fino alla primavera 2015, per il 30% invece porterà a votare già nella primavera 2014, mentre le altre due ipotesi (voto prima di Natale e fine regolare della legislatura) raccolgono ciascuna il 10%. Qualche dato può sorprendere, ma ai parlamentari è stata chiesta più che una propria opinione politica, una previsione «tecnica» sulla durata dell'attuale esecutivo. Nella mail a loro inviata si spiegava infatti: «Non chiediamo una opinione, ma una previsione da addetto ai lavori, quale Ella certamente è, e che resterà del tutto anonima con la sola indicazione del panel di votanti». Molti dei partecipanti hanno sottolineato la promessa di anonimato fatta, condizionando il proprio voto alla segretezza di quella indicazione. Qualcuno ha addirittura chiesto di non apparire con nome e cognome nel panel. Altri hanno accettato di comparire solo nell'elenco dei votanti (così avviene in Parlamento anche nel caso di voto segreto). Fra i personaggi del Pd che hanno votato ci sono Luigi Zanda, Paola De Micheli, Miguel Gotor, Ivan Scalfarotto, Stefania Pezzopane, Laura Puppato e Claudio Martini. Nel campione del Pdl figurano fra gli altri Roberto Formigoni, Antonio D'Alì, Augusto Minzolini, Lucio Malan, Carlo Giovanardi, e Francesco Nitto Palma. In quello di Scelta civica risaltano i nomi di Luigi Marino, Stefano D'Ambruoso, Lorenzo Dallai e Gabriele Albertini. Pochissimi insieme al voto hanno inviato anche un loro commento allegato che li avrebbero fatti uscire inevitabilmente dall'anonimato. Fra questi il parlamentare di Gal, Paolo Naccarato, che ha vaticinato: «Fra un po' nulla sarà più come prima e tutti avranno bisogno di tempo per riposizionarsi/riorganizzarsi. E poi, la “crisi epocale” è vera oppure è una invenzione dei giornalisti? Ed allora largo ai falchi... delle larghe intese». Ovvio che abbia scelto un Letta in carica fino al 2018 (scelta compiuta anche da un giovanissimo parlamentare Pd assai vicino a Matteo Renzi). Di Franco Bechis