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FI, vertici fiume per il futuro del partito: alla fine deciderà Silvio

Berlusconi nella nuova sede di Forza Italia

La pitonessa sembra essere fuori dai giochi, ma anche Alfano non se la passa bene. La lotta tra falchi e colombe si fa accesa.

Michele Chicco
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Partito snello, veloce sul web e rivolto ai giovani: è questo il sogno di Silvio Berlusconi per il suo Forza Italia 2.0, ma le faide interne al partito rischiano di far naufragare tutto prima che davvero si incominci. Le divisioni tra falchi e colombe, che nelle scorse settimane hanno acceso il dibattito all'interno del centrodestra, si fanno via via più accese. Adesso, al futuro del governo si aggiungono le battaglie per la cabina di regia di Forza Italia e nessuno vuole lasciare troppo spazio agli avversari. Nel mezzo c'è Silvio. Il Cavaliere, pur di mettere d'accordo i suoi legionari, è volato a Roma: spera che la situazione possa sbrogliarsi senza che lui sia costretto a prendere tutte le decisioni. Vorrebbe far decidere l'assetto del partito ai deputati che, però, non cambiano posizione. Ieri notte, a Palazzo Grazioli, si è parlato a lungo, ma il leader è stato costretto a richiamare tutti all'ordine. Oggi, 25 settembre, si sono rivisti all'ora di pranzo: sul tavolo c'è la cabina di regia e il futuro di due big come Daniela Santanché e Angelino Alfano.  Cinque eletti - Forza Italia 2.0 dovrebbe essere "governata" da cinque fedelissimi del Cav: nessuno assemblea pletorica in stile democratico, per intenderci, ma una piccola cabina di regia che abbia il potere di dettare la linea a tutto il partito. Un'organizzazione verticistica che però darebbe ossigeno alla base militante del partito che vedrebbe, così, accorciata la distanza con chi decide davvero. L'idea ha l'imprimatur di Berlusconi e piace a chi immagina la nuova Forza Italia snella e veloce. Ovviamente, però, non piace a chi non è tra i cinque eletti.  Pitonessa - La pasionaria numero uno del Cav, la Santanché, è a capo dei delusissimi. Credeva di poter ottenere facilmente un ruolo di primissimo piano, invece rischia di restare a guardare. Solo poche ore fa è stata costretta a rinunciare alla corsa per la vicepresidenza della Camera: a lei è stato preferito il meno pasionario Simone Baldelli e la pitonessa, ieri notte, credeva di poter essere rimborsata con un bel posto ai vertitici di Forza Italia. No. La Santanché, che è passata da Alleanza Nazionale a La Destra di Francesco Storace, in Forza Italia non ha mai militato: oggi paga, forse, il suo passato e probabilmente si dovrà accontentare di organizzare le feste (di partito) al Cavaliere. Poca cosa, perché affidarle ruoli chiave al debutto sarebbe davvero troppo.  Il segretario - L'altro nome forte sulla graticola è quello del vicepremier: Alfano piace, ma tanti vorrebbero stoppare la sua ascesa. Oggi è il "segretario" del Popolo delle Libertà, ma nel nuovo partito ci sarà solo Silvio-presidente. E lui? Chi gli è vicino lo vorrebbe "primus inter pares", ma questa opzione non piace proprio a tutta quella pletora di parlamentari Pdl che votano senza entusiasmo i decreti del governo Letta. Un'affermazione di Alfano, insomma, ridimensionerebbe il ruolo dei falchi e loro, più incattiviti che mai, non vogliono cedere affatto. Nel vertice in corso è proprio questo il punto principale all'ordine del giorno: Angelino vicepresidente, sì o no? Lo decideranno, ma nel frattempo i falchi guardano, senza però attaccare: c'è Silvio in sala e alla fine deciderà lui. di Michele Chicco

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