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Idem, caso Ici: si muove la procura di Ravenna

Josefa Idem

Andrea Tempestini
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E' all'angolo, ma Josefa Idem - forte anche della "fiducia" di Enrico Letta - non vuole mollare. Si rincorrono le voci sulle dimissioni, che però non arrivano. Arriva in compenso la difesa del ministro per le Pari Opportunità, una difesa che non regge: "Non sapevo dell'Ici non pagata", questo il succo di quanto dichiarato in un'intervista concessa a Concita De Gregorio. La Idem dice di non sapere, ma sarebbe al centro di un doppio illecito: tributario ed edilizio. Stando agli accertamenti del Comune di Santerno - duemila anime in provincia di Ravenna - la ministra infatti avrebbe dribblato l'Ici grazie a un intervento di cambio d'uso. Una brutta gatta da pelare, un caso spinoso. Tanto spinoso che la procura di Ravenna è intenzionata a svolgere approfondimenti.  Ipotesi abuso edilizio - Tutto gravita attorno alla fantomatica palestra in via Carraia Bezzi: in paese nessuno si ricorda di averla mai vista aperta. Si chiama "JaJo gym" e conta solo sette tessere, tre delle quali intestate a Guglielmo "Cicci" Guerrini, prima allenatore e poi marito della ministra. La palestra, a Santerno, è sempre deserta. Eppure la residenza di Josefa risultava proprio in via Carraia Bezzi. La vicenda, insomma, è molto opaca. Talmente opaca da allertare i magistrati. "La procura - spiegano dal palazzo di Giustizia - è molto interessata al caso e attende i documenti". Ogni sviluppo viene "seguito con attenzione. Se non ci arriveranno le carte andremo noi a chiederle per verificare eventuali reati". L'ipotesi di reato potrebbe essere quella di abuso edilizio: la depandance dell'edificio è infatti un'attività commerciale, una palestra addirittura pubblicizzata sul web. Ma secondo i documenti ufficiali "l'unità immobiliare è unica ed è censita, anche catastalmente, come abitazione". In Comune dicono: "Una dimenticanza? Se è così, è bella grossa...".

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