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Forza Italia, la mappa del partito: nomi e cognomi, ecco tutte le correnti e i loro obiettivi

Andrea Tempestini
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Forza Italia tripartita. Gli azzurri, dopo l'elezione al Colle di Sergio Mattarella, si sono spaccati. O meglio, erano spaccati da tempo: la sconfitta sul Quirinale non ha fatto altro che dar fuoco a polveri in verità già accese da tempo. La dimostrazione plastica è arrivata dalla giornata di ieri, tesissima, durissima. Da un lato Silvio Berlusconi e l'ufficio di presidenza ristretto, con le dimissioni (respinte) di tutte le alte cariche. Dall'altro Raffaele Fitto, che convoca una contro-conferenza stampa per "disconoscere" l'operato dei vertici azzurri e per continuare a chiedere l'azzeramento delle alte cariche del partito. Nel mezzo, intanto, si coagulano schieramenti trasversali ed imprevedibili, riassumibili in tre macrocategorie: quelli vicinissimi al leader Berlusconi, il cosiddetto "cerchio magico", poi i "berlusconiani" contro i quali però il cerchio magico si oppone e, infine, i "fittiani". Inoltre c'è chi più degli altri è finito sul banco degli imputati: Denis Verdini e Gianni Letta, accusati di aver gestito malamente la regia dell'operazione quirinalizia. Il cerchio magico - Nella Forza Italia tripartita si parte dai cosiddetti "pretoriani", i fedelissimi a Berlusconi, il cerchio magico che si organizza nella battaglia contro Raffale Fitto. Tra questi, Giovanni Toti, Paolo Romani e Renato Brunetta, poi Maria Rosaria Rossi (che ha sparato più volte nei giorni scorsi contro Verdini e Letta), quindi Deborah Bergamini, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, la Calabria e la Bernini. La parola d'ordine è chiara: stare con Berlusconi. E tenere unito il partito. E per farlo, anche loro, ora sono disposti a sacrificare il Patto del Nazareno. Per l'intesa con Renzi, però, sarà decisivo ciò che accadrà tra cinque giorni, quando si tornerà nel vivo delle riforme costituzionali a Montecitorio. I fittiani - Dall'altro lato della barricata ci sono le truppe del capo dei dissidenti, Raffele Fitto, fiero oppositore del Patto del Nazareno. Con l'ex governatore pugliese si schierano Daniele Capezzone, Saverio Romano, Maurizio Bianconi, Sisto, Bonfrisco, Altieri, D'Anna e Ruvolo. Le richieste sono chiare, e durissime: stracciare il Patto del Nazareno e azzerare le cariche del partito. Fitto, ieri, ha affermato di non riconoscere "autorità politica" al consiglio ristretto convocato da Berlusconi a Palazzo Grazioli. L'ex governatore pugliese è intenzionato a non mollare un centimetro, e da fine febbraio inizierà un tour per l'Italia: comizi, interviste a tv locali, campagna elettorale a tappeto, quasi fosse un leader di un altro partito (o, più semplicemente, di un partito nel partito). I berlusconiani - Poi c'è il gruppo che sta nel mezzo, quello dei berlusconiani, attaccato durissimamente dal cerchio magico e pure dai fittiani. Il simbolo della terza ala di Forza Italia, nonché leader, è Denis Verdini (oltre a Gianni Letta, un po' fuori dai giochi, ma sempre molto vicino al Cav e per queste sempre molto criticato per il suo ruolo di consigliere). Tra i cosiddetti berlusconiani figurano D'Alessandro, Fontana, Giro, Abrignani, Parisi e Faenzi. Sostenitori del Patto del Nazareno, con l'elezione di Mattarella hanno subito un durissimo colpo. Per ora Verdini tace, e chi lo ha visto lo definisce "molto amareggiato" per le vicende degli ultimi giorni (Berlusconi, però, non lo vuole scaricare e continua a difenderlo). Lo scenario - In prima linea contro i "berlusconiani" ci sono la Rossi e Toti, che cercano di neutralizzarne il potere. Ed è proprio questa guerra intestina che potrebbe favorire uno scenario fino a poco tempo fa imprevedibile: un asse tra i fittiani e chi sta con Verdini, magari per cambiare gli equilibri all'interno dei gruppi parlamentari e ottenere un ricambio totale ai vertici azzurri. Una possibilità che non è sfuggita al Cavaliere: il timore che l'intesa si possa chiudere entro poche settimane, oggi, in San Lorenzo in Lucina è concreto.

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