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Gianfranco Fini torna in politica: "Con Liberadestra un'alternativa al governo Renzi"

Andrea Tempestini
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Il "grande ritorno" di Gianfranco Fini, preceduto alla vigilia dallo scatto del leader con cerchietto rosa in testa, era stato annunciato tempo fa. Introdotto dall'Inno nazionale, l'ex leader di Futuro e Libertà si è presentato sul palco della Festa della destra di Mirabello. L'attesa per l'evento era piuttosto relativa, come dimostra la fotografia che potete vedere postata sull'account Twitter di Fini, in cui scorgono parecchie sedie vuote. Ma tant'è, Gianfranco - rullo di tamburi - ha colto la palla al balzo per annunciare il ritorno in campo. Non pago dei fiaschi di Fli e della vertiginosa discesa politica, l'ex presidente dalla Camera ci riprova. Fini rock-star, quale nuovo inno? Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it L'uomo sbagliato - L'ufficialità sta tutta in una frase: "Con Liberadestra vogliamo costruire un'alternativa al governo Renzi". Tutto vero, insomma: torna in politica (per chi non lo sapesse, Liberadestra è il nuovo "pensatoio" del fu leader di Fli). Gianfranco suona la carica, e spara su Matteo Renzi, definito un "pifferaio magico". Quindi snocciola la sua personalissima ricetta per un improbabile successo: "Oggi - spiega dal palco che accoglie le sue parole con distacco - la destra è divisa, ha perso il rapporto fiduciario con gli elettori. Occorre ripartire con il contatto diretto per capire gli errori". Insomma, Gianfry si propone come ipotetico federatore di un centrodestra frazionato. Un centrodestra che però non ha alcuna intenzione di riaccoglierlo. Politica nelle vene - Uno dei passaggi-cult dell'intervento di Gianfranco è quello che segue, da vera rock-star: "Si fa politica anche se non si è in Parlamento. La fai se la senti scorrere nelle vene", e lui, nelle vene, evidentemente se la sente scorrere ancora. Quindi un piccolo autogol, quando afferma: "Non ho la presunzione di dire qualcosa di importante, ma di continuare a ragionare su come ricostruire la destra italiana" (ma se non ha da dire nulla di importante, chissà come può ambire a ricostruire un movimento politico). Eppure, Gianfry, ha le idee ben chiare: "Si può fare solo una cosa se si vuole ridare una speranza alla destra, bisogna ripartire dal basso". E proprio in quest'ottica, spiega che "siamo ripartiti con l'autofinanziamento, come facevamo una volta e come si continua a fare qui". Ovvietà - Nel suo intervento, Fini si produce in una serie di considerazioni trite e ritrite. Spiega che "Renzi ha presentato come se fosse un grande successo l'elezione della Mogherini", quando invece "è fumo" e "piuttosto avrebbe dovuto puntare sull'economia". E ancora: "La destra deve avere il coraggio di dire che gli 80 euro non hanno alimentato i consumi. Sono ben altre le misure necessarie". Peccato però che un po' tutti (destra, sinistra, centro e pure l'Istat) hanno certificato da tempo che i mitologici 80 euro non hanno alimentato alcun consumo. Dunque altre considerazioni, quali "la pressione fiscale in Italia è un record mondiale, bisogna ridurre le tasse per rimettere in moto il Paese" (e lo sentiamo dire da decenni) e "non è solo l'articolo 18 il problema, c'è un sistema ingessato nel mondo del lavoro che va cambiato". La "rivoluzione" di Fini comincia adesso (ma, con tutta probabilità, è già terminata da anni...).

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