Caso Geithner, il Colle: "Berlusconi lasciò liberamente e responsabilmente per eventi italiani. Napolitano non partecipò a quegli incontri"
Silvio Berlusconi lasciò "liberamente e responsabilmente. Le sue dimissioni erano motivate da eventi italiani". Il Quirinale interviene sul caso Geithner dopo un giorno abbondante di silenzio, difendendo il ruolo esercitato nell'autunno 2011 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel suo ultimo, esplosivo libro di memorie, Stress test, l'ex ministro del Tesoro dell'amministrazione Obama Timothy Geithner ha riferito di pressioni esercitate da funzionari dell'Unione europea sugli Stati Uniti per far cadere il governo del Cavaliere nel pieno della crisi economica greca e dell'emergenza spread. Né il Colle né Palazzo Chigi, fino ad oggi, avevano speso una parola per chiedere conferme o quantomeno spiegazioni alle autorità internazionali. La replica del Quirinale - "Gli episodi rivelati dall'ex segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell'autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il presidente della Repubblica italiana - al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo", è la nota ufficiale del Quirinale che, di fatto, si lava le mani. La situazione però resta intricata, se è vero che anche Gianfranco Fini, che in quei mesi era all'opposizione e da tempo brigava per mandare a casa il Pdl (c'è chi dice con l'appoggio proprio di Napolitano), ha avanzato dubbi e ha chiesto al governo di ottenere chiarimenti. Le pressioni dei funzionari Ue - La ricostruzione di Geithner è decisamente dettagliata e in molti punti combacia con quella fornita dal giornalista americano Alan Friedman in un altro libro molto discusso, Ammazziamo il gattopardo. "Ad un certo punto in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere - scrive l'ex ministro di Obama -; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti del Fmi all'Italia, fino a quando non se ne fosse andato". Gli Stati Uniti preferirono evitare il complotto, ma il problema politico dell'autonomia politica dell'Italia in quei delicatissimi frangenti resta intatto. "Sapevo cosa stava succedendo, molti me ne parlarono a Cannes", ha commentato amaro Berlusconi, evitando di parlare di complotto ma di più generiche "pressioni".