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Gianfranco Fini, la giornata angosciante: perché può arrivare la sua fine

Gino Coala
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Nessuna scorciatoria giudiziaria per Gianfranco Fini e la famiglia Tulliani. L'ex presidente della Camera, assieme alla compagna Elisabetta Tulliani, il suocero Sergio e il cognato Giancarlo, oltre al "re delle slot" Francesco Corallo potrebbero finire alla sbarra per il processo che li potrebbe vedere imputati con l'accusa di riciclaggio transnazionale. Come riporta il Tempo, domani il gup del Tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, dovrà decidere se rinviare a giudizio gli accusati, che in blocco non hanno voluto chiedere riti alternativi, come il giudizio abbreviato. Leggi anche: Fini, doppia trappola alla Camera: taglio del vitalizio e cognato estradato, lo stanno per rovinare Il compito del giudice sarà quello di esaminare una serie di eccezioni preliminari avanzate dagli avvocati. Il legale di Fini, Francesco Caroleo Grimaldi, ha intenzione di contestare l'indeterminatezza del capo d'imputazione. Il difensore di Giancarlo Tulliani, Alessandro Diddi, eccepirà invece delle questioni sul decreto di latitanza emesso a marzo 2017 nei confronti del cognato di Fini, visto che l'ordinanza di custodia cautelare emessa a suo carico non è mai stata eseguita. Tulliani jr infatti vive a Dubai dal 15 dicembre 2016 e non sembra avere nessuna intenzione di tornare in Italia. I guai di Fini e famiglia sono intrecciati dai rapporti con Corallo, accusato di non aver versato allo Stato italiano 85 milioni di euro in tributi erariali. Secondo la ricostruzione della Procura, quel denaro era stato distribuito su tre off shore, riferibili ai fratelli Tulliani. Una di queste, la Printemps, era servita per l'acquisto della famosa casa di Montecarlo, donato ad Alleanza Nazionale dalla contessa Colleoni e acquistato poi a soli 300 mila euro.

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