La maturità delle ministre: il "dramma" della Boschi, l'incubo della Madia
C'è chi ha dimenticato a casa il vocabolario di Latino, chi ha rischiato di non essere ammesso per un 7 in condotta, chi ha finito la versione di greco in mezz'ora, chi era già troppo impegnato in politica per studiare, chi aveva ben chiaro quello che sarebbe stato il suo futuro. I ministri del governo più giovane della Repubblica e i deputati più freschi di studi seduti sugli scranni di Montecitorio hanno raccontato la loro maturità a Francesca Schiani per un articolo sulla Stampa. "Ancora oggi, se faccio un incubo, è di arrivare alla maturità senza essere preparata…", rivela il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che comunque portò a casa la menzione «bien» alla scuola francese di Roma. Della maturità ha un bel ricordo Maria Elena Boschi: "Giorni impegnativi, ma divertenti racconta la responsabile delle Riforme, che ha preso 100 su 100 al classico Petrarca di Arezzo nonostante le capitò di dimenticare il vocabolario di latino il giorno della versione. Un compagno che abitava vicono a scuola corse a casa per procurargliene uno, perché lei veniva dalla provincia. Il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, che si è diplomata con 50/60 al classico Anco Marzio di Roma, ricorda la discussione di tutta la classe con la commissione: "Io litigai su Hegel". Battagliera era anche l'ex capogruppo M5S Roberta Lombardi (54/60) che rivendica da rappresentante di istituto all'Avogadro (scientifico) di Roma di essere riuscita a sventare la temuta fusione con un altro liceo. Maurizio Martina, all'Agricoltura, ammette: "Non ero un secchione. Negli ultimi due anni già pensavo più alla politica che allo studio" e infatti uscì dall'istituto agrario di Bergamo con 48/60. Due punti in più del pentastellato Alessandro Di Battista che prese 46/60 allo scientifico Farnesina di Roma: "Allora studiavo poco. E la maturità fu una liberazione". Non era un secchione nemmeno il sottosegretario Luca Lotti, diplomato allo scientifico Pintormo di Empoli che nel 2001 con 90/100. Il preside, secondo il ricordo di un ex compagno di classe, gli diceva: "Lotti anche quest'anno sei il peggiore della classe". Un bel 7 in condotta lo ha rischiato pure Matteo Renzi. Pur essendosi diplomato con il massimo dei voti al classico Dante di Firenze, rischiò di essere bocciato perché si rifiutò di ritirare le copie del giornalino scolastico in cui c'erano pesanti critiche alla prof di matematica. En plein anche per la leader dei giovani di Forza Italia Annagrazia Calabria: 100/100 al classico e versione di greco presentata in mezz'ora. Poi c'è anche chi aveva le idee ben chiare fin da allora: il ministro degli Esteri Federica Mogherini (56/60 al Lucrezio Caro di Roma) aveva già preparato le valigie per andare a Londra a studiare inglese e poi la facoltà di Scienze Politiche; la grillina Marta Grande (87/100 nel 2006 allo scientifico di Civitavecchia) stava per partire per l'Università dell'Alabama.