Cerca
Cerca
+

Tirate fuori i fazzolettiarriva Giorgio piagnucolone

Il Capo dello Stato si commuove alla consegna del Tricolore ai portabandiera olimpici. Ormai chiude con le lacrime un intervento sì e uno no

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

Un giorno di maggio del 2006 (ormai quasi sette anni e un mandato quirinalesco orsono), Libero celebrò la nomina di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica titolando un po' sadicamente "La Repubblica dei pannoloni", con riferimento all'età avanzata dell'allora nuovo inquilino del Colle. Oggi, il titolo potrebbe essere "La Repubblica dei fazzolettoni", visto la frequenza con cui, ultimamente, Napolitano finisce i suoi interventi piagnucolando. Nel giro di 40 giorni è capitato ben tre volte. Il 9 maggio, il Capo dello Stato si commosse in occasione della giornata delle Vittime del terrorismo. Il 23 maggio pianse celebrando il ventesimo anniversario della strage di Capaci mentre si rivolgeva ai giovani presenti nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone (quell dove venti e passa anni fa si celebrò il "maxiprocesso" alla mafia): "Voglio dirvi completate con impegno la vostra formazione, il vostro apprendistato civile e scendete al più presto in campo...". Giù lacrime e applausi al presidente. Ma, visto il carattere luttuoso delle due occasioni, le alcrime potevano anche starci. Capitava pure a Sandro Pertini, che varò il modello del presidente "umano", "uno del popolo" e che per il popolo si commuoveva. Oggi, però, Napolitano è andato oltre ogni suo predecessore, commuovendosi alla consegna del tricolore ai portabandiera delle Olimpiadi e paralimpiadi di Londra. O peggio: si è commosso riferendosi alla recente partita degli azzurri con la Spagna a Euro 2012, cui aveva assistito: «Ero a Danzica. Quel pareggio è una vittoria, è andata veramente bene. Poi è arrivato un pareggio importante e poi una vittoria con due magnifici gol che hanno fatto onore all'Italia. Va bene che non si deve cercare solo la vittoria ma se si riesce a non perdere mai e a vincerne una è ancora meglio. Voi siete l'Italia». E giù lacrime. Come gli ha detto grillo giusto qualche settimana fa, Napolitano sembra sempre più pronto per (l'ormai imminente) pensione.

Dai blog