La corsa dei pastai 'amici degli omo'per metterlo in quel posto a Barilla
Da Buitoni a Garofalo, sui social network pioggia di frasi gay friendly da parte dei concorrenti del colosso dello spaghetto
Con 4 miliardi di fatturato annuo e una leadership mondiale incontrastata da decenni, chi l'ammazzava più, la Barilla? Nessuno. Guido Barilla, giovedì, con quella frase "mai una famiglia gay nei nostri spot" pronunciata i microfoni di Radio24, ci ha messo del suo per fare harakiri. E i concorrenti non hanno perso tempo a girare la scimitarra nella ferita autoinfertasi dal re dello spaghetto. Nelle ore immediatamente successive, Buitoni, Garofalo e Misura, solo per citare tre dei principali concorrenti del colosso di Parma, hanno postato sui social network dichiarazioni gay friendly che nulla hanno da invidiare alle sparate politically correct fatte dai vari Fario Fo e Roberto Vecchioni. "Tutte le famiglie sono diverse...e a noi piacciono proprio per questo" hanno sparato i 'creativi' della Misura, che negli ultimi anni si è scavata una nicchia nei prodotti per celiaci e a basso contenuto calorico. Ed ecco Buitoni: "A casa Buitoni c'è posto per tutti" (intendendo anche gay, lesbiche e trans). Garofalo, ex piccolo produttore campano che ha visto moltiplicare vendite e fatturato da quando la pasta di Gragnano è venuta di moda, smentisce che il banner "A nuie nun c'è emport cu cchi a ffaie, basta che à faie tost" (tra l'altro in napoletano maccheronico) sia roba sua, ma ne approfitta per unirsi al politically correct anti-Barilla: "Le uniche famiglie che non sono Garofalo sono quelle che non amano la buona pasta". E chi vuol capire, capisca. Non si unisce invece al coro Francesco Divella, che col 10% di quota di mercato è il secondo produttore italiano: "Sono operazioni di marketing. Io non azzanno un concorrente in difficoltà". Mentre Giuseppe Di Martino, titolare del piccolo Pastificio dei Campi di Gragnano, ha diffuso sul web il messaggio "L'amore non ha confini di genere". Da Barilla, ha parlato Luca, fratello di Guido, spiegando che in azienda "gli ultimi dieci giorni sono stati drammatici, con decine di clienti della nostra pasta nel mondo che ci hanno chiesto spiegazioni in merito alle parole pronunciate da Guido. Io dico solo che l'azienda non ha responsabilità". E la sentenza è secca: "Mio fratello ha sbagliato".