Giudici peggio di EquitaliaEcco perché molti italianiassolvono il Cavaliere
La condanna del Cav in Cassazione ha spiazzato la sinistra. Il nemico è stato messo sotto con il fuoco delle toghe e con la sentenza definitiva, il Pd e tutto il centrosinistra italiano speravano che ci fosse una sommossa ideologica contro Silvio perchè condannato per evasione fiscale. E invece è successo l'esatto contrario. Il reato per cui è stato condannato il Cav è passato in silenzio divorato dalle cronache del post sentenza e soprattutto dalle ipotesi sul futuro politico di Silvio e del centro destra. Perchè l'opinione pubblica si dimostrata attenta alle sorti del Cav e non al capo d'imputazione di evasione fiscale? La risposta sta dentro due piaghe del nostro sistema. La prima è l'inefficienza delle nostra magistratura, la seconda è la pressione fiscale. Toghe da maglia nera - L'Italia è maglia nera tra i Paesi dell'Ocse per la durata del processo civile: nel 2010 si sono impiegati 564 giorni per il primo grado, contro una media di 240 giorni e i 107 giorni del Giappone, che ha invece la giustizia civile più veloce del mondo. Lo indica il rapporto Ocse "Giustizia civile: come promuovere l'efficienza", presentato lo scorso giugno in Senato. Il tempo medio stimato per la conclusione di un procedimento nei tre gradi di giudizio è di 788 giorni. I giudici di fatto con il loro operato hanno screditato se stessi. Per gli italiani sono poco attendibili, se non inaffidabili. E la fretta per processare il Cav è figlia dell'accanimento giudiziario guidato da una parte di quella magistratura che indossa la toga rossa. La telefonata di Esposito al Mattino ha poi fatto il resto. Così i riflettori si sono spostati velocemente dalla frode fiscale alla legittimità di una condanna. Autogol Pd - Per i democratici è stato un mezzo autogol. Speravano che il Cav venisse inchiodato dalla Cassazione, e invece se lo ritrovano ancora in gioco e probabilemente anche con il consenso del suo elettorato alle spalle. Gli italiani ormai odiano le toghe. La provocazione può anche essere forte ma difficilmente si trova qualcuno, anche tra i giuristi, che tessa le lodi della magistratura italiana. Le toghe italiane hanno 5,5 milioni di cause arretrate. Eppure godono di privilegi ingiustificati. Per questo chi giudica da fuori crede ad un accanimento giudiziario sistematico su Berlusconi. Le toghe come Equitalia - Ma come già detto, gli italiani non "condannano" Berlusconi anche per un altro motivo. La frode fiscale non viene più percepita come un "reato odioso", per dirla alla Travaglio. Perchè? La risposta è semplice. Viviamo in uno dei paesi con la pressione fiscale più alta del mondo. Quella effettiva è al 54 per cento. Un record imbattibile. Il fisco da sempre bussa alle porte degli italiani per "vampirizzare" il reddito delle famiglie. A farne le spese, soprattutto in un perido di crisi come questo, sono i lavoratori dipendenti che cedono allo Stato circa la metà della busta paga. Piegati da una vero e proprio macigno fiscale, gli italiani rimpiangono il primo governo Berlusconi. Nel 2001 la pressione fiscale era al 41 per cento. Ben lontana dalle cifre record maturate sotto il governo Monti. Evasione per necessità - A Chioggia, qualche giorno fa un imprenditore, Roberto Tosello è finito sotto processo per evasione fiscale. In dibattimento si è difeso affermando che ha dovuto scegliere se pagare i suoi dipendenti o il fisco. Tosello ha scelto di dare ossigeno alle tasche di chi lavora. Ma questo caso la dice lunga su quanto il tessuto produttivo del Paese sia strozzato dalle tasse. Così chi le evade non viene visto più come una "assassino" o uno "stupartore". Anzi viene difeso dall'opinione pubblica, perchè quel gesto, a volte dettato dalla necessità è il simbolo di un Paese che cerca di ribellarsi alle sprangate fiscali. Così sul binario della sentenza della Cassazione su Berlusconi si incontrano i giudici che hanno condannato il Cav e gli italiani. Chi vive la crisi sta col Cav. Chi invece, come spesso accade a sinistra, attacca Berlusconi sul fisco e poi va in barca sullo yacht di Bazoli (come ha fatto Piero Fassino qualche giorno fa), si chiera con le toghe. I magistrati ormai sono identificati come "esattori" e anche loro prendono le sembianze del mostro di Equitalia.