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Sicilia, escort e tangenti: spunta il nome di Sara Tommasi

Sara Tommasi

Andrea Tempestini
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Il pm Gaetano Paci la definisce "l'ultima versione del sistema criminale politico-affaristico che ruota attorno a due poli: la formazione professionale e la promozione turistica, entrambe taroccate con le false fatturazioni". Si tratta dell'ultimo caso che travolge la Sicilia, tra viaggi, abbonamenti in tribuna vip, sesso, escort, vino pregiato e orologi d'oro utilizzati per corrompere deputati e funzionari. L'obiettivo? Finanziare per decine di milioni di euro (35 accertati, s'indaga su altri 65) il "giro". E nelle pieghe di questa storia spunta fuori anche il nome di Sara Tommasi.  Le escort - Al centro dell'inchiesta ci sono 17 persone, tra cui ex assessori (Luigi Gentile e Gianmaria Sparma di Fli), funzionari degli assessorati, burocrati, titolari di società pubbliche, un ente professionale - il Ciapi -, e un faccendiere con origini nobili, Faustino Giacchetto. Alcuni politici sono indagati per corruzione, altri per l'ipotesi di finanziamento illecito ai partiti. I politici locali, secondo i magistrati, venivano "sedotti" anche grazie a una decina di escort che venivano messe a disposizione da Giacchetto in una casa del centro di Palermo e in diversi alberghi della provincia. "Prestazioni d'altra natura" - Poi, come detto, fa capolino anche Sara Tommasi. Viene tirata in ballo da un collaboratore di Giaccheto, che deve spiegare un bonifico di 3mila euro ricevuto dalla soubrette il 30 luglio del 2010. Il collaboratore spiega: "Qualche giorno dopo avermi consegnato un foglio di carta con l'indicazione dell'Iban della Tommasi - rivela Angelo Vitale, amministratore della Sicily Comunication - Giacchetto mi fece avere una bozza di contratto di cessione di diritti di utilizzo d'immagini fotografice tra la Media Center e la Tommasi, affinché lo firmassi. Non avendo mai ricevuto il contratto firmato dalla controparte né la fattura per il bonifico effettuato dalla Tommasi - continua -, chiesi notizie al Gaicchetto che mi fece intendere che non si trattava di un servizio fotografico, ma di un pagamento per delle prestazioni di altra natura". Scandalo-Ciapi - Quello che viene definito dalla Guardia di Finanza il "bancomat" del sistema criminale era il Ciapi, ente di formazione professionale, che nell'arco di dieci anni ha incassato oltre 100 milioni di euro senza però contribuire in alcun modo ai livelli occupazionali dell'Isola, ma - semmai - impiegando "in modo autoreferenzaiale (spiegano i pm) circa 200 persone. Tutti i dettagli sono stati svelati dal racconto di due collaboratori di Giacchetto, che hanno riferito agli inquirenti di finanziamenti delle campagne elettorali di diversi deputati siciliani.

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